Nobel per la Pace a Nadia Murad
Consegna del Premio Nobel per la Pace a Nadia Murad (10 dicembre)
APM chiede garanzie di sicurezza per Yezidi: comunità di credo non
musulmane hanno bisogno di una prospettiva per il futuro in Medio Oriente
Con davanti agli occhi la tragedia di oltre 3.000 donne e ragazze yezide
rapite nel Nord dell’Iraq e ancora in mano alla violenza dello Stato
Islamico (IS), l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si è
appellata alle forze politiche dell’Iraq e della Siria per chiedere
garanzie di sicurezza per gli Yezidi. Il Premio Nobel per la Pace alla
yezida Nadia Murad deve essere inteso come una richiesta d’azione per i
governi e le opposizioni di questi due paesi affinché le comunità
religiose non musulmane vengano tutelate in modo efficace da ulteriori
aggressioni. Parte integrante della tutela è anche la persecuzione
legale dei responsabili dei crimini contro l’umanità commessi contro gli
Yezidi nella regione del Sinjar nel nord dell’Iraq.
Finché i sunniti radicali e i simpatizzanti dell’IS nell’Iraq del Nord e
nella vicina Siria possono continuare ad agire in modo indisturbato, gli
Yezidi della regione non vedono alcuna prospettiva per un futuro in
Medio Oriente. Secondo l’APM, si tratta di impedire che l’Islam venga
strumentalizzato per motivi politici e per perseguire e cacciare con
violenza chi ha un credo diverso.
Dopo i gravi crimini contro l’umanità commessi nel Sinjar molti Yezidi
hanno completamente perso la fiducia nelle forze di sicurezza sia del
governo centrale iracheno sia del governo autonomo del Kurdistan e per
questo motivo non vogliono tornare nei loro villaggi. Almeno 280.000 dei
430.000 Yezidi che sono dovuti fuggire dagli attacchi dell’IS vivono
tuttora in campi provvisori nel Kurdistan iracheno. Affinché essi
restino in Iraq, il governo dovrebbe concedere loro l’autonomia nella
principale regione di insediamento degli Yezidi in modo che possano,
sotto la tutela del governo centrale e del governo kurdo, programmare da
sé la ricostruzione e il proprio futuro.
Nell’estate del 2014 l’IS aveva attaccato i villaggi yezidi nel Sinjar.
Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, durante gli attacchi sono
state uccise circa 5.000 persone e molte più sono state rapite. Tra le
persone rapite ci sono più di 5.000 donne e ragazze che sono state
stuprate, sposate con la forza a militanti dell’IS o vendute in veri e
propri mercati degli schiavi. Finora solamente 40.000 Yezidi sono
tornati nel Sinjar. Dopo i combattimenti contro l’IS, la regione è
completamente distrutta.
https://www.vanityfair.it/news/diritti/2018/12/10/nobel-pace-nadia-murad-yazidi-isis-guerra