Lo sradicamento delle tradizioni musulmane. Xinjiang e oltre
di Wilson Xu
Elogiati dalle autorità come «bravi musulmani» o «minoranza modello», i cittadini cinesi di etnia hui (Hui (回族). Riconosciuti dal PCC (La sigla significa Partito Comunista Cinese, che dal 1949 controlla completamente la vita sociale e politica della Cina. I membri del PCC dovrebbero in linea di principio dichiararsi atei. L’obiettivo finale del PCC è la soppressione della religione. Tuttavia, la strategia per raggiungere questo obiettivo è cambiata nel tempo e, dopo la morte del presidente Mao, il PCC ha dovuto riconoscere che, nonostante gli sforzi, probabilmente in Cina le religioni sopravviveranno a lungo.)e dal governo come una minoranza “etnica”, sono in realtà un gruppo religioso che comprende i musulmani cinesi di etnia Han e che parla varie forme della lingua cinese, a differenza degli uiguri e dei kazaki etnici, anch’essi cittadini cinesi musulmani, ma non etnicamente cinesi e parlanti lingue diverse dal cinese. Vi sono tra gli otto e i dieci milioni di Hui, distribuiti in tutta la Cina, anche se prevalentemente nella parte nord-occidentale del Paese. Salutati per decenni dal PCC come “buoni” musulmani cinesi, al contrario dei “cattivi” uiguri, sono stati anch’essi vittime del recente inasprimento contro la religione e per questo hanno iniziato a organizzare manifestazioni di protesta.)stanno subendo la repressione della propria cultura e delle proprie tradizioni nel quadro di una campagna anti-islamica scatenata nelle province e nelle regioni del Nordovest.
La regione autonoma(Regione autonoma (自治区). Una divisione amministrativa della Cina, appartenente al primo livello, ossia al Livello di provincia (省级 行政区). Sebbene siano “autonome” solo di nome, queste regioni sono state istituite per i territori abitati da minoranze etniche o religiose. Sono la Regione autonoma uigura dello Xinjiang (新疆维吾尔自治区), la Regione autonoma del Tibet (西藏自治区), la Regione autonoma della Mongolia Interna (内蒙古自治区), la Regione Autonoma del Guangxi Zhuang (广西壮族自治区) e la Regione Autonoma del Ningxia Hui (宁夏回族自治).) hui di Ningxia, conosciuta come “patria degli hui”, ha ereditato e trasmesso le tradizioni e la cultura di quel popolo, rendendo testimonianza della sua fede musulmana attraverso uno stile architettonico unico. Ma da quando le autorità cinesi hanno lanciato la cosiddetta campagna di “de-arabizzazione” all’inizio dell’anno, la rimozione di tutti i simboli islamici ne ha trasformato completamente gli edifici in stile arabo.
Un esempio è l’area residenziale della contea di Yongning, nell’area metropolitana di Yinchuan. Secondo alcuni abitanti del luogo, le autorità hanno smantellato le decorazioni in stile arabo dai muri esterni degli edifici della zona. Un muratore ha detto a Bitter Winter che il Dipartimento del lavoro del Fronte Unito ha impartito l’ordine di rimuovere le decorazioni all’inizio della primavera. Da un mese l’azienda per cui lavora prosegue nel lavoro di smantellamento. Agli imbianchini è stato ordinato anche di passare una mano di vernice sopra le scritte in arabo.
(see. https://www.youtube.com/watch?time_continue=3&v=_O8Ki9TwjFU )
Nel villaggio di Najiahu, nella stessa contea, le lettere in alfabeto arabo della scritta “Prima strada Zhonghua Huizu” e le scritte sugli edifici in stile hui relative all’islam sono state tutte coperte con una mano di blu.
Le autorità hanno cambiato il nome del Centro espositivo cittadino sino-arabo di Yinchian in Resort per i viaggi e la cultura internazionale lungo la Via della Seta e il logo in arabo è stato cambiato in pinyin, cioè il cinese scritto con caratteri latini.
Abbiamo ricevuto notizie dalla vicina provincia del Gansu sulla soppressione delle tradizioni e dei costumi musulmani nelle istituzioni educative.
All’inizio di agosto la preside di un asilo di Lanzhou è stata redarguita dall’amministrazione locale per aver organizzato un corso di arabo per bambini. Secondo la preside, i funzionari le hanno detto che la politica nazionale sull’istruzione non comprende corsi di arabo e che insegnare l’arabo viola la politica del Partito Comunista Cinese (PCC) sull’istruzione; per questo le è stato proibito di insegnare l’arabo ai bambini.
Il 6 settembre, durante un incontro di insegnanti nella scuola superiore di Linxia, il preside ha vietato alle insegnanti sposate di indossare il velo che ne copre le orecchie e ha chiesto che al suo posto indossassero un cappello. Gli insegnanti maschi hanno invece ricevuto disposizione di non indossare i copricapi bianchi musulmani, gli abiti e gli accessori tradizionali hui quando sono a scuola. Le scritte in carattere arabo sono state rimosse dalle posate nella mensa scolastica. I membri del PCC sono quindi stati diffidati dall’aderire a qualsiasi religione, e tutti gli insegnanti e tutto il personale non docente hanno dovuto riempire i moduli dell’Autocertificazione sulle questioni religiose per dire di più sulla loro appartenenza religiosa.