“Scritture al sociale”. I precari della neve e del freddo
di Patrizia Angelozzi
L’inverno è arrivo. Più esatto dire un ‘nuovo inverno’ è arrivato per i precari della neve e del freddo, sono le persone vittime di terremoto e calamità naturali delle diverse regioni della nostra nazione.
Le ‘casette’ temporanee sono ancora il rifugio di chi ha perso tutto, una vita precaria, aggravata dal senso temporaneo del vivere in condizioni di urgenza soprattutto quando dettata dal freddo delle stagioni invernali.
Amatrice, Accumoli, nel Reatino. In Abruzzo, nel Molise. Famiglie obbligate a rivedere ogni cosa della propria vita. Sono definiti “sfollati” ovvero coloro che hanno dovuto abbandonare il proprio centro abitato in stato di emergenza.
Di naturale non c’è nulla. A loro sono stati strappati i ricordi, i profumi, i sacrifici delle loro stanze arredate di foto e poltrone dal sapore di casa.
E non è diversa la situazione dei genovesi dopo il crollo del ponte Morandi che solo nello scorso mese di Ottobre hanno avuto l’autorizzazione per rientrare nelle loro abitazioni solo per prelevare oggetti personali e cose indispensabili per le loro necessità.
Necessità, una parola che traduce bisogni primari, essenziali e diritti che ogni individuo dovrebbe poter avere per una vita dignitosa.
Eppure siamo ancora ad ascoltare i rituali di una burocrazia impegnata a seguire procedure, assemblee e stanziamenti di denaro finalizzati alle prime emergenze.
In questo Paese dove dopo le grandi tragedie, un numero straordinario di volontari si attiva, accorre a sostegno di intere cittadine, in soccorso di anziani, bambini, disabili e persone con patologie. In tanti hanno perso il lavoro, le abitazioni, i ricordi di una vita intera.
Stanno ancora aspettando che sia Natale anche per loro, assemblati in ‘casette’ e confinati come a dover ancora patire dopo una immensa tragedia che li ha visti protagonisti.
Non dimentichiamo, a maggior ragione, in questi giorni il loro stato di abbandono. Le loro amputazioni al desiderio di vivere una vita ‘normale’. Questo Natale di luci e pacchetti infiocchettati deve ricordarci, che loro, stanno provando a ricostruire almeno la loro serenità.
Ad Amatrice e Accumoli, nel Reatino, si rimuove la neve all’interno dei villaggi delle Soluzioni abitative di emergenza (Sae) allestiti per ospitare le famiglie sfollate. La situazione è sotto controllo. Nei villaggi non sono stati segnalati particolari difficoltà e tutte le vie di accesso ad Amatrice e ad Accumoli, Salaria compresa, sono regolarmente percorribili. Lungo la rete secondaria, oltre ai mezzi spazzaneve, sono già in azione anche gli spargisale per fronteggiare l’ondata di gelo prevista dal tardo pomeriggio.
Neve in zone sisma Marche, preoccupa il ghiaccio – Nelle province di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno nevica da un paio di giorni sui centri devastati dal sisma e sui villaggi di casette. La popolazione qui è abituata, ma – spiega il sindaco di Caldarola (Macerata) Luca Maria Giuseppetti – è “un ulteriore elemento di precarietà”. Al momento le Sae stanno reggendo meglio del previsto: “mi hanno detto che almeno sono calde” dice il vicesindaco di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) Michele Franchi. A preoccupare è soprattutto l’eventuale ulteriore abbassamento delle temperature e la possibilità di gelate nelle tubature. Molte le scuole chiuse oggi e domani nelle zone terremotate.
Neve sull’Umbria terremotata – Norcia, Cascia e Preci si sono svegliate sotto un manto bianco e temperature sotto lo zero. Ma non si registrano problemi particolari alla circolazione o alle casette Sae dove alloggiano gli sfollati del sisma. A Norcia le scuole sono regolarmente aperte e il sindaco Nicola Alemanno difende, con l’ANSA, la sua posizione: “Siamo uno dei pochi Comuni, l’unico credo dell’Appenino, ad aver deciso di tenere aperti gli istituti scolastici, anche perché siamo dotati di un piano antineve che funziona perfettamente”. A Cascia, invece, gli studenti sono rimasti a casa. Anche qui il piano di pulitura delle strade è entrato in azione dalle prime luci della mattinata e i disagi “sono praticamente azzerati”, come spiega il sindaco.