“LibriLiberi”. Un matrimonio americano
di Alessandra Montesanto
Roy e Celestial, due giovani belli, colti, entusiasti. Roy e Celestial si sposano giovani. Roy e Celestial sono neri di Atalanta.
Una sera, dopo una cena con i genitori di lui – Olive e Big Roy – decidono di fermarsi nell’unico hotel di Eloe, la cittadina dove tutti si sono incontrati. I due ragazzi litigano, Roy esce per rinfrescarsi le idee e viene interpellato da una signora di mezza età che, la mattina successiva, verrà trovata senza vita. In pochi istanti, l’esistenza di Roy e Celestial verrà stravolta perchè l’uomo sarà accusato di aggressione e stupro e trascorrerà in carcere cinque, lunghi anni.
Questa la sinossi dell’ultimo romanzo di Tayari Jones, collaboratrice del New York Times e vincitrice di numerosi premi letterari; l’opera si intitola Un matrimonio americano, e in Italia è edito da Neri Pozza.
Americani sono i protagonisti: Roy è nato in Lousiana e Celestial in Georgia, ma le loro antiche origini sono afro, origini evidenti dal colore della pelle, dai ricci dei capelli e dai tratti delle personalità di tutti i personaggi neri descritti dall’autrice: coraggiosi, forti, spavaldi, tenaci.
Ricordano il silente vecchio noce, al centro di un cortile, di un appartamento in cui si svolge la seconda parte della storia, quando Roy esce di prigione e deve affrontare la realtà.
I suoi anni in carcere sono stati duri, soprattutto perchè lui è vittima di un tremendo “errore” giudiziario: o meglio, è stato un capro espiatorio che denota tutto il razzismo ancora vitale nella società occidentale di oggi. Ma per lui le cose sono complicate anche dal fatto che Celestial ha deciso di iniziare una relazione con il loro amico comune, Andre, da sempre innamorato di lei.
Sembra un banale triangolo, ma così non è: la questione rivela, innanzitutto, quanto la volontà di un sistema scorretto che mette in galera gli innocenti possa devastare le persone e le relazioni umane. Il carcere, così concepito, non è affatto strumento di recupero, ma di annullamento di autostima e di speranze. In secondo luogo, emergono le difficoltà di restare fedeli, non solo alle persone che si sono amate, ma ai princìpi di onestà e di giustizia. Celestial è una figura centrale (così come Olive, due donne fondamentali nella vita di Roy e nella narrazione): combattuta tra il “dover” essere ciò che gli altri si aspettano da lei e il suo “voler” essere se stessa. Così come sono importanti le figure paterne del protagonista (Big Roy, il padre adottivo e Walter, genitore biologico, conosciuto tra le mura dell’istituto di pena): entrambi, uno con la saggezza di chi ha saputo amare e l’altro con la durezza di chi ha sbagliato molto, insegnano a Roy come diventare adulti in un mondo che discrimina, senza perdere la dignità. Un romanzo che di persone vere, con tutte le sfaccettature degli esseri umani. Non di bambole…
La vicenda è raccontata dai tre protagonisti, ad ognuno di loro viene data la possibilità di spiegare il proprio punto di vista, senza mai che la Jones diventi giudice perchè sa bene quanto sia difficile capire le pieghe dell’animo umano. Lo scandaglia con grande maestria, facendo parlare uomini e donne, giovani e meno giovani. Emerge, sì, la denuncia dell’ottusità ancora in voga nelle istituzioni americane (e non) nei confronti della comunità nera, ma questo romanzo si apre a considerazioni serie sulla Giustizia, sul Tradimento e sul Perdono, prima di tutto di se stessi.