Venezuela. L’usurpatore
di Tini Codazzi
Nicolás Maduro inizia un nuovo mandato presidenziale. Secondo le informazioni ufficiali del governo venezuelano è al suo secondo mandato (2019-2025) dopo aver vinto le elezioni del maggio scorso con il 67% dei voti. Ma la verità è che quelle elezioni presidenziali non sono state né libere né eque, e all’epoca, la UE, l’Organizzazione degli Stati Americani e il Gruppo di Lima avevano richiesto nuove elezioni presidenziali in linea con gli standard democratici internazionalmente riconosciuti e con l’ordine costituzionale venezuelano. Questa richiesta è stata ignorata dal tiranno, quindi, il passato 10 gennaio Maduro ha iniziato un nuovo mandato sulla base di elezioni non democratiche e soprattutto senza tenere conto della Costituzione Venezuelana. Ergo: è un usurpatore. Come tutti i tiranni che si rispettino continua a fare quello che vuole o quello che la sua cupola di fedeli sanguisughe gli dicono di fare (ma questa è un’altra storia).
Nella ceremonia di insediamento erano presenti soltanto i rappresentanti di pochissimi paesi: Bolivia, Nicaragua, Cuba, El Salvador, Uruguay, Cina, Russia, Turchia, Bielorussia, Iran, gli Stati di Ossezia del Sud e Abcasia (due paesi-stato non riconosciuti dall’ONU). Una presenza che ha creato non poche polemiche fuori e dentro il Venezuela è stata la rappresentanza inviata dal Vaticano, quest’ultimo si è giustificato dicendo che mantiene rapporti diplomatici con Caracas e che la sua missione è quella di tutelare la pace. La storia ci ha insegnato in ripetute occasioni che nei regimi despota e dittatoriali che non rispettano i diritti umani la tutela della pace non esiste… non capisco questa giustificazione e nemmeno capisco il comportamento del Vaticano (ma anche questa è un’altra storia). L’insediamento ha avuto sede davanti alla Corte Suprema e non davanti all’Assemblea Nazionale, come stabilito dalla Costituzione, perché, appunto, l’Assemblea Nazionale non riconosce la presidenza di Maduro.
Nel frattempo, mentre l’usurpatore si insediava, la situazione della carestia di alimenti e medicine, la proliferazione di malattie, la situazione della sanità, dell’istruzione, dell’economia, della mortalità infantile e non solo…. si aggrava sempre di più. Due giorni dopo l’insediamento, l’ospedale universitario più grande di Caracas è rimasto senza elettricità per più di due ore, il personale dell’ospedale ha dovuto evacuare più di cento pazienti tra cui alcuni in stato critico e tre neonati. Altri pazienti sono morti a causa di questo problema e come succede frequentemente, non si sa esattamente il numero dei deceduti, si parla di tre ma anche di cifre più elevate. Vi starete chiedendo, e i generatori di emergenza non sono scattati automaticamente? Ebbene no, i generatori di emergenza, nella maggior parte degli ospedali venezuelani non funzionano più, sono guasti e mai sistemati per mancanza di pezzi di ricambio.
Tre giorni dopo l’insediamento, il presidente dell’Assemblea Nazionale, Juan Guaidó, è stato sequestrato da un gruppo di sbirri della polizia politica di Maduro, il Sebin. Il rilascio è avvenuto poche ore dopo. Non si capisce cos’è successo, chi ha dato l’ordine di questa grave detenzione arbitraria, ma sta di fatto che gli stessi poliziotti lo hanno liberato sotto la loro responsabilità e quindi il governo, attraverso Jorge Rodriguez, Ministro dell’Informazione e della Comunicazione, ha dovuto giustificare l’accaduto.
L’opinione pubblica era preparata per qualcosa di eclatante, per vedere il popolo in piazza pronto a protestare, che ci sarebbero state delle manifestazioni, che la gente si sarebbe resa conto dell’ennesimo episodio di tirannia e arbitrarietà perpetrato nel paese. Invece niente di eclatante, qualche manifestazione isolata in qualche regione del paese, tanti messaggi sui social network, tante dichiarazioni contro la legittimità e il non riconoscimento di questo governo da parte dei paesi democratici della regione, dall’UE e dall’OEA e la rottura delle relazioni diplomatiche da parte del Paraguay. Segnali che sembrano innervosire il governo e il sequestro del presidente dell’Assemblea Nazionale è una dimostrazione.
Il paese è sotto sequestro da un branco di ladri-narcotrafficanti-terroristi (tutto già dimostrato) che non molleranno l’osso facilmente. Già hanno prosciugato tutte le risorse che c’erano, hanno distrutto tutta la base economica-sociale-morale-sanitaria che sostentava il paese. Il governo è responsabile di un esodo massivo che ha messo in crisi gli equilibri della regione. Alcune tragiche situazioni sono a questo punto irreversibili. La violazione dei diritti umani è una costante quotidiana nel paese.
Mi chiedo veramente cos’altro vogliono ottenere.