Conferenza delle Ong che operano nel Mediterraneo. NON SIAMO PESCI
Se la situazione non cambia, in estate in mare non ci sarà nessuno a salvare vite. È questa la denuncia fatta lo scorso 16 gennaio presso l’associazione Stampa estera a Roma nel corso di una conferenza stampa dal titolo “Sea Watch, Open Arms e la politica europea nel Mediterraneo”, alla quale hanno partecipato Christiane Groeben, vice presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Marco Fornerone, pastore della Chiesa valdese di Roma, Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch Italia, Riccardo Gatti, capo missione di Open Arms, Lucia Gennari dell’Associazione Mediterranea e Luigi Manconi, presidente di “A Buon Diritto”.
Proprio a una imbarcazione della ONG spagnola Open Arms la Capitaneria di porto di Barcellona ha impedito di lasciare il porto per andare nel Mediterraneo centrale. Dunque si fa concreto il rischio che nessuna ONG possa più salvare vite in mare.
Nel frattempo, c’è chi continua a occuparsi di accogliere le persone già arrivate, come i migranti sbarcati dalla Sea Watch e dalla Sea Eye pochi giorni fa.
Christiane Groeben, vicepresidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, ha spiegato che la FCEI e la Diaconia valdese sono pronte “a contribuire, come abbiamo già fatto, nel nostro piccolo. Grazie al progetto dei corridoi umanitari – che ha fatto scuola in tutta Europa – ci sono infatti 1.500 persone che vivono in Italia in posti di ospitalità diffusa”.
“Il nostro dovere è accogliere ed essere tra le voci che denunciano le violazioni della dignità umana. Siamo in prima linea – ha concluso Marco Fornerone, pastore della Chiesa Valdese di Roma – insieme alle Ong per salvare e accogliere le persone e riportare la questione su un piano di verità. Proprio 90 anni fa nasceva il Pastore Martin Luther King che diceva: ‘Nessuna menzogna può vivere per sempre’”.
“Ringraziamo chi, finalmente, ha contribuito a chiudere una pagina vergognosa e disumana della politica europea – ha dichiarato il moderatore della Tavola valdese Eugenio Bernardini a commento della soluzione al caso Sea-Watch concretizzatasi nella notte fra i vertici del governo -. Siamo felici di dare il nostro contributo e ci occuperemo di queste persone riconoscendo la loro dignità, come abbiamo sempre continuato a fare con tutti, anche con tanti italiani, di cui noi ci occupiamo quotidianamente, come in generale le chiese cristiane in Europa fanno per tutti. La nostra priorità è aiutare chi è nel bisogno e nella sofferenza, tutto il resto viene dopo”.
Molti governi dell’Unione Europea si comportano da “fuorilegge” con i migranti, sottraendosi al dovere dell’accoglienza con l’intento di “sgomberare” il Mediterraneo dai presidi umanitari. È questa l’opinione emersa alla conferenza stampa “Non siamo pesci” tenuta da alcune Ong e rappresentanti della Chiesa evangelica nella sede della Stampa Estera a Roma. Tra i relatori intervenuti, Riccardo Gatti capo missione di Proactiva Open Arms, a cui lunedì 14 gennaio la capitaneria di Barcellona ha impedito di prendere il largo per andare a soccorrere i migranti.
“Il fatto di fermarci è come fermare un’ambulanza perché gli ospedali non vogliono ricevere persone da soccorrere. Allora cosa facciamo? Fermiamo pure le ambulanze? Perché è questo quello che si rappresenta”, ha affermato. “Quello che noi vediamo è la stessa dinamica che ha come obiettivo, da una parte cercare di non appoggiare quello che viene presentato come uno dei peggiori mali di questi anni, la migrazione qualcosa che viene presentata in maniera sempre molto tendenziosa ed evidentemente, ormai lo sappiamo, il fatto di far sparire evidenti testimoni scomodi”, ha aggiunto.
Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) che nei giorni scorsi è più volte intervenuto sul tema, ha detto: “Questa è una chiesa che accoglie. Lo abbiamo scritto nel nostro Manifesto per l’accoglienza e lo abbiamo messo in opera. Siamo tutti stranieri di qualcun altro. Gesù stesso, il Signore dei cristiani, è stato respinto quando era ancora nel grembo materno e poi perseguitato e ucciso da chi pensava di avere il potere di vita o di morte. Come cristiani italiani, amiamo il nostro prossimo e invitiamo alla fratellanza e alla sorellanza universali. L’importante è che si arrivi a una strategia europea dell’accoglienza, che non ceda di un millimetro sul rispetto dei diritti umani. È evidente la necessità di una proposta politica strutturata, collettiva, che abbia come parole d’ordine cooperazione, pace e giustizia. Il nostro apprezzamento a chi nel governo italiano ha lavorato a questa soluzione e auspichiamo vivamente che possa presto costituirsi una cabina di regia europea che operi stabilmente secondo le procedure attivate in questa occasione”.
L’ospitalità è totalmente a carico delle chiese protestanti grazie al finanziamento della Tavola valdese e a donatori, come per tutti i programmi rifugiati e migranti, primo fra tutti i corridoi umanitari promossi ecumenicamente dal 2015 insieme alla Comunità di Sant’Egidio.
“Siamo felici che questa situazione si sia sbloccata – ha affermato il presidente della Diaconia valdese Giovanni Comba -. Abbiamo dato la disponibilità ad accogliere queste persone così come ne abbiamo accolte centinaia tramite i corridoi umanitari. Siamo in attesa di conoscere i dettagli per predisporre un’accoglienza diffusa adeguata ai bisogni delle persone e delle famiglie. Grati agli italiani che ci hanno sostenuto e che continuano a farlo, anche economicamente, continueremo ad utilizzare le risorse che abbiamo a ‘disposizione a favore degli ultimi, italiani e stranieri. Nello spirito biblico ‘tratterete lo straniero come chi è nato tra voi’ (Levitico 19,34) ci auguriamo che l’Italia e l’Europa tornino ad avere una politica di accoglienza.”