Lettera a Conte, dopo lo sgombero del CARA di Castelnuovo di Porto
Associazione per i Diritti umani accoglie l’invito di pubblicare, inviare e diffondere la seguente lettera al presidente del governo Conte, a seguito dello sgombero del CARA di Castelnuovo Di porto.
Mandiamola tutte/tutti all’indirizzo: presidente@pec.governo.it
Gentile Presidente del Governo Italiano Giuseppe Conte,
A pochi giorni dalla Giornata della Memoria, oggi l’Italia ha assistito ad
una vera deportazione.
Quello che è avvenuto nel Cara di Castelnuovo Di Porto, dove c’è il secondo
centro rifugiati richiedenti asilo più grande d’Italia, è qualcosa di
indegno, che offende la nostra storia e i principi sanciti nella
Costituzione italiana.
Il ministro dell’Interno ha mandato l’esercito per sgomberare il centro
nonostante questo rappresenti una più che positiva esperienza di
integrazione locale, come ha dichiarato il Sindaco Riccardo Travaglini.
L’avvocato Giuseppe Conte, prima ancora del cittadino Conte, sa bene che i
diritti sono una cosa seria e che sono materia giuridica da non prendere
alla leggera, costitutivi come sono del corpus normativo che una nazione si
costruisce nel tempo, e non senza sacrifici e sforzi, cristallizzandoli nei
propri codici. L’avvocato Giuseppe Conte tutto questo lo sa molto bene…
Lei, Presidente, sa che si parla di una struttura che accoglie 330 persone
richiedenti asilo, di cui 30 sono sotto protezione umanitaria, che
l’esercito, a quanto raccontano fonti locali, ha inspiegabilmente diviso tra
uomini, donne e bambini, anche smembrando nuclei familiari. Un metodo
vergognoso (che riporta alla memoria le deportazioni naziste) , sul quale io
ed altri cittadini chiediamo subito chiarezza a Lei, al suo Governo ed al
Prefetto. Un metodo che tutti, sicuramente anche lei, ha additato con sdegno
ed incredulità nel vederlo applicato lungo il confine USA-Messico e che ora,
incredibilmente si vede applicato alle porte di Roma. E’un’immagine
irricevibile per le persone che, come me, fanno parte di una Nazione che
voglia dirsi civile.
Trovo gravissimo, inoltre, che i migranti, avvisati solo poche ore prima,
siano stati costretti ad abbandonare i propri alloggi dopo anni di
integrazione. Ora i bambini dovranno interrompere gli studi, così come chi
aveva trovato un’occupazione dovrà lasciarla senza sapere quale sarà il
proprio futuro. E resteranno senza tutela le donne già vittime di violenza
e i soggetti più vulnerabili. Oltre a ciò ben 140 addetti alla struttura
resteranno dal primo di febbraio senza alcun lavoro!
Tutto questo è il risultato di un “decreto sicurezza” che rende le nostre
città più insicure, creando nuovi irregolari e interrompendo traumaticamente
percorsi di vita e di inserimento sociale.
Spero non sia vero che ben 30 persone sotto protezione umanitaria saranno
lasciate senza alcuna soluzione alternativa.
Le chiedo pertanto, gentile Presidente, se non ritiene che si siano
superati “quei limiti insuperabili umani” a cui lei, in altra occasione, ha
fatto calzante riferimento.
Con osservanza.