Ancora detenuta negli USA la giornalista iraniana Marzieh Hashemi
di Alessandra Montesanto
E’ trascorso più di un mese da quando una giornalista nata negli Usa e che vive in Iran, dove da 25anni lavora per l’emittente di stato in lingua inglese Presstv, è stata arrestata, 13 gennaio all’aeroporto di St. Louis su mandato di un giudice federale non perché accusata di qualche reato, ma in quanto testimone di un importante crimine.
Marzieh Hashemi, 59 anni, afro-americana convertita all’Islam, è stata trasferita a Washington doveil 18 gennaio è comparsa di fronte al giudice. Il governo prevede il suo rilascio – ha scritto fra gli altri la Reuters – solo al termine della sua deposizione.
Il caso ha trovato ampia eco in Iran dove è intervenuto il ministro degli Esteri,Javad Zarif. “La signora Hashemi, sposata con un iraniano e dunque è una cittadina iraniana, e riteniamo nostro dovere difendere i diritti dei concittadini”. Il suo arresto, ha aggiunto, “è una inaccettabile azione politica e una violazione della libertà di espressione. Su tali basi, gli americani dovrebbero immediatamente porre fine a questo gioco politico”.
Anche l’International Federation of Journalists ha diffuso su Twitter la notizia.
Da quanto riferito dai familiari della giornalista, sarebbe stata ammanettata e costretta a togliersi il velo – che in Iran copre solo i capelli – per essere fotografata. Della sua attività negli Usa si sa che aveva girato un documentario sul movimento antirazzista Black Lives Matter a St. Louis, riferisce l’Associated Press, dopo aver fatto visita ad alcuni familiari nella zona di New Orleans.
L’iniziativa giudiziaria si spiega con la legislazione federale statunitense, che prevede appunto l’arresto anche di un testimone nel caso si ritenga che la sua testimonianza sia cruciale, che possa uscire dal Paese o che possa non rispondere ad una citazione, norma di cui, rileva in particolare Middle East Eye – le autorità Usa avrebbero fatto ampio uso dopo l’11 settembre 2001.
Il New York Times, ricorda – in questa situazione complessa e pericolosa tra Iran e USA – l’arresto senza accuse formali in Iran di un cittadino americano che era andato a trovare la fidanzata iraniana, mentre almeno altri tre cittadini americani (due dei quali con doppia nazionalità) restano detenuti nel Paese, e un quarto risulta scomparso da dieci anni.
Questo arresto potrebbe essere letto come un atto di ritorsione da parte statunitense, per la detenzione dei propri cittadini in Iran, ma uno Stato di diritto non viola i diritti di nessun cittadino per motivi politici.
Stiamo attraversando, tra l’altro, un momento in cui, da parte della Casa Bianca si sta ulteriormente alzando la pressione contro Teheran dopo che gli Usa hanno violato un accordo internazionale come il Nuclear Deal, da cui Washington è unilateralmente uscita nonostante fosse chiaro a tutti che l’Iran lo stesse rispettando. In attesa di altre informazioni ufficiali sulla sorte di Marzieh Hashemi, monitoriamo la situazione.