Venezuela. Parole non scritte
di Tini Codazzi
Non ripeterò le cose che avete già visto in TV e letto sui giornali in questi due giorni intensi per il Venezuela e purtroppo non potrò dirvi quante notizie sbagliate o manipolate ci sono riguardo a tutto quello che è successo in questo fine settimana, dovrei scrivere un libro per raccontarvi la disinformazione che ho letto e visto, non solo sul Venezuela, ma anche su America Latina, in questi ultimi 20 anni. Vi dico alcune cose che forse la stampa italiana non sa:
Venerdì: Il concerto Venezuela Aid Live organizzato da Richard Branson è stato un successo. Non devo dire niente, avete visto tutto in internet e in TV. C’è stata la presenza del presidente ad interim Juan Guaidó (che teoricamente non poteva uscire del paese ma, udite udite, ha attraversato il confine… ) insieme a Iván Duque, Presidente di Colombia; Mario Benítez, Presidente di Paraguay; Sebastián Piñera, Presidente di Cile e Luis Almagro, Segretario Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani. Importantissima riunione di alleati con il Venezuela.
Il concerto organizzato da Nicolas Maduro e la sua gangster gang chiamato Hand off Venezuela e chiamato anche la “festa della pace” è stato un fiasco assoluto. Un migliaio di persone all’incirca, altre informazioni dicono che nel pomeriggio (il concerto doveva iniziare alle 10.00, ma a quell’ora non c’era anima viva…) sono arrivati dei pullman pieni di persone scortate dalla Guardia Nazionale e portati velocemente davanti al palco… forse il “pubblico” è arrivato alle 5.000 persone. Pochi cantanti, tutti sconosciuti, tanti cantanti non hanno risposto all’appello… insomma, anche dal punto di vista della cultura rimangono piano piano da soli. Dovevano essere tre giorni per la pace, con canzoni e allegria, così avevano annunciato…Mi sa che sabato il suono delle canzoni e la pace sono diventati il rumore delle pallottole e la guerra.
Sabato: La stragrande maggioranza dei militari che dovevano proteggere il confine e non far passare l’aiuto umanitario, non ha fatto il suo dovere. La stragrande maggioranza dei militari non ce la fa più, ha gli stessi problemi della società civile: fame, malattie e stipendi miserabili, con la differenza che sono sotto ricatto da parte del Ministero della Difesa del regime e pieni di paura. Non ne possono più di rimettere contro i civili e dopo anni e anni di repressione auto comandata, molti di loro iniziano a dare le spalle al regime. Soltanto sabato, 120 soldati delle Forze Armate del Venezuela hanno attraversato il confine e in terre colombiane si sono messi sotto gli ordini del presidente Guaidó. Sicuramente alcuni militari ancora seguono ordini dall’usurpatore, ma la maggior parte degli uomini che hanno sparato all’impazzata in tutta la regione del confine e hanno provocato 300 feriti e 2 morti sono stati i “comandos” paramilitari del regime. Violenti teppisti e criminali che si sono scagliati a suon di armi contro un popolo sfinito e disarmato, anche se alla fine hanno risposto con il lancio di sassi e pietre… Un tir con aiuti umanitari incendiato nel confine con la Colombia e un altro nel confine con il Brasile. Da quell’altro lato, tra Brasile e Venezuela, nella città di Santa Elena di Uaren sono state assassinate 15 persone e ferite più di 100. I comandos, insieme alla Guardia Nazionale, hanno aperto fuoco contro i civili che manifestavano in pro dell’entrata dell’aiuto umanitario. Hanno iniziato a sparare indiscriminatamente nelle strade della cittadina. Adesso, è un territorio completamente occupato da criminali. Sappiate che in mancanza di militari, il regime aveva dato ordine di trasportare centinaia di prigionieri provenienti da diverse carceri del paese, vestirli da poliziotti e lanciarli nelle strade per “difendere il paese” . La sig.ra Iris Varela, ministra del Potere Popolare per il Servizio Penitenziario, cioè, quella che gestisce le carceri del paese, è stata la responsabile della liberazione di questi prigionieri che si sono sommati ai comandos e alla Guardia Nazionale. C’è un massacro in atto nel confine con il Brasile.
Nel frattempo, mentre tutto questo succedeva la sig.ra Varela sabato sera, subito dopo la strage, postava un video proprio dal ponte che comunica Colombia e Venezuela, facendo le lodi alle Forze dell’ordine e “all’unione civico militare” (ossia ai comandos e ai criminali prigionieri…) e dicendo che la pace aveva trionfato.
Dall’altra parte del paese, a Caracas, mentre nei confini succedevano queste atrocità, l’usurpatore apriva le danze e iniziava a ballare salsa con l’usurpatrice ed elegante first Lady Cilia Flores e poi, dopo il ballo, l’esplosione di insulti verso il Presidente Guaidó e le minacce alla popolazione se per caso uscivano nelle piazze a manifestare. Tutto questo trasmesso dalla TV di stato.
Dunque, i tir con l’auto umanitario sono fermi a Cucuta. Di nuovo la speranza si è fermata. La denutrizione, la fame e le malattie… quelle, non si fermano.