La legge Merlin non si tocca
Di Alessandra Montesanto
Durante le udienze tenutesi lo scorso 5 marzo, le associazioni “Rete per la Parità” e “Differenza donna” davanti alla Corte Costituzionale hanno riaffermato, con successo, la difesa della legge Merlin soprattutto nella parte che prevede come REATO il favoreggiamento e reclutamento della prostituzione. Da anni la Legge Merlin (L.75/1958) viene sottoposta ad attacchi: si va dalla proposta di trasformare in “lavoro” l’acquisto del corpo di un altro essere umano, alla proposta di “legalizzare” le case chiuse…Secondo la Corte l’impianto della norma, che configura la prostituzione come attività in sé lecita, ma punisce tutte le condotte di terzi che la agevolino o la sfruttino, è in linea con la Costituzione; e il reato di favoreggiamento non contrasta col principio di determinatezza e tassatività della fattispecie penale. «La legge Merlin è salva e non si tocca» dice la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio. Soddisfatta Differenza donna: «Da questo risultato – twitta la Ong – occorre ora partire per una grande mobilitazione per i diritti e la libertà delle donne».
Di seguito il comunicato stampa delle due associazioni.
‘RETE PER LA PARITA’’ E ‘DIFFERENZA DONNA’: “LA LEGGE MERLIN NON SI TOCCA “
“La legge Merlin non si tocca, soprattutto nella parte in cui prevede i reati per reclutamento e favoreggiamento della prostituzione” E’ quanto dichiara la presidente dell’associazione ‘Rete per la Parità” Rosa Oliva de Conciliis al termine dell’udienza che si è svolta questa mattina in Corte Costituzionale relativamente ai reati di ‘favoreggiamento e reclutamento della prostituzione’ previsti dalla legge Merlin (Legge 75 del 1958). La questione di costituzionalità è stata sollevata dalla Corte di Appello di Bari che ha ritenuto “non manifestamente infondata” la richiesta dei legali di Gianpaolo Tarantini e Massimiliano Verdoscia nel noto processo per le escort.
“Come associazioni – aggiunge Rosa Oliva de Conciliis – abbiamo presentato due distinti atti di intervento. Non siamo state ammesse a discutere del merito – perché non eravamo parte nel giudizio di Bari, da cui è partito quello dinanzi alla Corte – ma abbiamo comunque portato davanti ai giudici costituzionali la voce delle donne in una vicenda che le riguarda profondamente. Adesso confidiamo nella saggezza della Corte: dichiarare l’illegittimità costituzionale della legge Merlin nella parte in cui prevede i reati di reclutamento e favoreggiamento della prostituzione aprirebbe un vuoto di tutela pericolosissimo soprattutto per le donne più fragili e vulnerabili. Ricordiamo che, nonostante quello che abbiamo sentito in udienza da parte degli avvocati di Tarantini e Verdoscia, prostituirsi non è mai una libera scelta, ma è sempre frutto di pesanti condizionamenti”.
Per l’avvocata Antonella Anselmo che ha presentato l’atto di intervento per la Rete per la Parità “La legge Merlin è ancora molto attuale perché difende incondizionatamente la libertà di tutte le donne, senza alcuna distinzione, mentre punisce ogni forma di sfruttamento della prostituzione ad opera di terzi. Con la legge Merlin lo Stato non interferisce sulla libertà femminile ma punisce ogni forma di business che approfitti di tale libertà perché in contrasto con la dignità umana e con l’eguaglianza tra uomini e donne. La senatrice Merlin, con la sua legge, è stata tra le prime a dare concreta attuazione ai principi fondamentali della Costituzione”.
“E’ stato importante che l’Avvocatura dello Stato si sia costituita in questo giudizio a difesa della legge Merlin – aggiunge l’avvocata Teresa Manente per l’associazione Differenza Donna-Onlus. Siamo intervenute perché non poteva mancare la voce delle donne lese dalla prostituzione nella loro dignità e libertà che accogliamo nei nostri Centri antiviolenza. La nostra esperienza dimostra che la prostituzione è un mercato in cui la libertà sessuale di ogni donna viene piegata alla domanda che è veicolata da chi la agevola e la favorisce”.
“Ci opponiamo strenuamente -dice Elisa Ercoli, presidente di Differenza donna-Onlus- alla cancellazione dei reati di favoreggiamento e di reclutamento e alla normalizzazione della prostituzione che è stata ed è strumento di consolidamento del patriarcato e del modello androcentrico delle società globali”.
“Ringrazio -conclude Rosa Oliva de Conciliis- le sei associazioni di donne, DonneinQuota, Coordinamento italiano della Lobby Europea delle Donne/Lef-Italia, Salute Donna Napoli, UDI (Unione Donne in Italia) di Napoli, Resistenza Femminista, Iroko Onlus, che hanno presentato con noi l’atto di intervento. Con loro e con Differenza Donna continueremo la nostra battaglia in difesa della legge Merlin e dei diritti delle donne”.