Fare volontariato a Palermo: intervista all’illustratore Rosario Riginella
Associazione Per i Diritti umani ha intervistato Rosario Riginella, illustratore, che lavora anche come volontario presso un centro di accoglienza a Palermo. Un centro non solo per i migranti, ma per persone povere, disagiate, escluse per diversi motivi.
Ringraziamo tantissimo Rosario Riginella per la sua disponibilità.
A cura di Alessandra Montesanto
Il quartiere in cui è situato il centro è ancora un quartiere difficile di Palermo?
Il Ballarò è uno dei quartieri più belli di Palermo. È nel cuore della città, in un centro storico affollato, vivace e vitale. Da anni esiste una rete fatta da associazioni, centri di aggregazione, parrocchia, istituti religiosi, scuola, che opera per la sua rinascita culturale, legale, turistica. Nonostante tutto questo rimane un quartiere a rischio con ampie sacche di povertà materiale e morale. La presenza di nuovi cartelli criminali pone sempre di più il Ballarò al centro dell’attenzione delle forze dell’ordine e della magistratura. Quindi la rete di cui scrivevo prima rimane un presidio importante, irrinunciabile che ha bisogno continuamente di essere sostenuto dalle istituzioni dall’opinione pubblica.
Che categorie di persone frequentano il centro?
Il progetto dei centri di accoglienza è rivolto agli adulti in stato di grave disagio e marginalità sociale. Accogliamo gente dai 18 anni in su. È rivolto a chiunque chieda aiuto al servizio sociale del comune. Non facciamo distinzione alcuna, di nazionalità, religione, sesso etc… Attualmente nella struttura dove lavoro io, stiamo accogliendo 3 interi nuclei familiari uno dei quali una famiglia rom di origine serba, perfettamente integrata con il resto degli ospiti (in un certo senso in controtendenza al clima di intolleranza che c’è verso di loro, purtroppo sempre più in aumento). Ci sono poi 2 uomini e una donna africani, e poi ospiti alcuni dei quali con disabilità fisica e mentale. Insomma è rappresentato l’intero mondo!
Che tipo di aiuto offrite?
Innanzitutto offriamo una stanza in cui dormire con un comodo letto e il bagno. Dico questo perché tutti quelli che usufruiscono del servizio altrimenti non avrebbero dove andare a dormire. Alcuni di loro prima di entrare in struttura dormivano per strada. Risolto il problema del vitto e dell’alloggio, attraverso una rete fatta dai servizi sociali del comune e dalle associazioni di volontariato che aderiscono al progetto, offriamo loro la possibilità di reinserirsi nella società a pieno titolo e diritto. Uno dei servizi più importanti è la possibilità di avere la residenza virtuale, molti di loro infatti per una serie di cause la perdono. Riacquistano così i diritti fondamentali dell’essere cittadino. Possono fare richiesta del medico curante, l’accredito della pensione o l’accesso a sussidi pubblici come la carta REI o il prossimo reddito di cittadinanza.
Ma c’è anche un altro tipo d’aiuto che offriamo ed è l’ascolto in una zona franca, come una città aperta nel cuore della città, in cui chiediamo di lasciar stare le amarezze, le asprezze, le durezze della loro vita e provare attraverso la vita in comunità a riacquisire o ad imparare per la prima volta a stare bene insieme e ad avere rispetto gli uni degli altri.
Tu sei illustratore e ti occupi del sociale: utilizzi la tua arte anche in questa attività?
È mia intenzione creare un laboratorio d’arte, realizzare piccoli cortometraggi, audio documentari, magari piccoli spettacoli teatrali. Attualmente sovraintendo al lavoro spontaneo che alcuni di loro realizzano come quadretti e disegni molto creativi.
Riuscite a recuperare alcuni bambini/ragazzi e, magari, a far loro frequentare la scuola?
Come dicevo prima il progetto è rivolto agli adulti quindi non abbiamo bambini o ragazzi. Però in alcune circostanze abbiamo accolto ragazzi appena maggiorenni e per alcuni di loro si sono attivate una serie di situazioni per far sì che frequentassero corsi di avviamento professionali. Alcuni degli adulti ospiti delle strutture frequentano il corso pomeridiano per conseguire la licenza media. La mattina possono studiare, fare i compiti con l’aiuto di noi educatori.
Avete l’appoggio delle istituzioni?
Palermo ha tanti problemi, uno dei più gravi è certamente il “traffico!”. Naturalmente è una battuta tratta dal mitico Johnny Stecchino. Questo per dire che nonostante tutto da qualche anno la città di Palermo ha un’amministrazione illuminata. I centri d’accoglienza dove lavoro nascono anche dal lavoro dell’assessore alla cittadinanza. C’è un costante e diretto rapporto con i servizi sociali del comune. La mia non è una risposta di circostanza ma è la realtà dei fatti. Non c’è solo l’appoggio delle istituzioni ma c’è un lavoro in sinergia con esse.