UNICEF: un’Organizzazione Multidisciplinare
di Nicole Fraccaroli
Dal 2015 sono coordinatrice e responsabile del gruppo giovani del Comitato di UNICEF di Verona (“YoUnicef”) e da quel momento in poi ho iniziato a sostenere e supportare i valori, gli obiettivi e le sfide di cui UNICEF si fa portavoce.
UNICEF è stato creato subito dopo la fine della seconda guerra mondiale con il titolo di “Fondo di Emergenza Internazionale per l’Infanzia delle Nazioni Unite”. La nascita di UNICEF l’11 dicembre 1946 era tutt’altro che scontata. Ci vollero alcuni mesi perché la nuova Agenzia delle Nazioni Unite si organizzasse, ma nel gennaio 1947 Maurice Pate, che era stato nominato direttore esecutivo, aveva aperto un ufficio a Washington.
I primi programmi UNICEF si sono concentrati sulla fornitura di latte in polvere e sulla creazione di programmi di alimentazione. A metà del 1948, la nuova organizzazione forniva razioni per 4,5 milioni di bambini per mangiare un pasto quotidiano in 30.000 località in 12 paesi. Oltre ai bisogni nutrizionali, UNICEF ha prestato soccorso ai bisogni di salute di madri e bambini, compresa la vaccinazione contro il tifo e la tubercolosi. Nel 1950, l’emergenza postbellica in Europa era quasi finita e gli uffici di UNICEF stavano chiudendo. La domanda sollevata verteva sulla chiusura di tutte le operazioni di UNICEF. La posizione dei principali donatori era a favore della sua cessazione, idea supportata dalle quattro agenzie specializzate permanenti delle Nazioni Unite: l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura, l’Organizzazione per l’Educazione, la Scienza e la Cultura e l’Organizzazione Mondiale per la Salute. Ad ogni modo, UNICEF è sopravvissuto. UNICEF ha avuto un sostegno dalla Commissione sociale dell’Assemblea Generale, che ha affermato nel 1950 che “UNICEF è stato uno dei risultati più promettenti dell’ONU e che ha esteso l’influenza dell’organizzazione contribuendo efficacemente al miglioramento del situazione dei bambini nel mondo”. Anche i paesi in via di sviluppo hanno sostenuto UNICEF e ciò che ha davvero fatto la differenza per il futuro dell’organizzazione è stato il discorso tenuto da Ahmed Bokhari, rappresentante permanente del Pakistan presso l’ONU e poeta. Notoriamente, ha definito una “illusione” l’idea che l’emergenza per i bambini del mondo fosse finita. Inizialmente la vita di UNICEF è stata estesa per soli tre anni, ma dopo un’ulteriore dimostrazione della sua efficacia, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha accettato all’unanimità l’estensione indefinita della vita temporanea di UNICEF.
Gli sviluppi nell’Agenzia Specializzata nei suoi primi 25 anni sono passati da un pesante coinvolgimento in soccorsi di emergenza, al sostegno di campagne di massa contro malattie come tifo, tubercolosi, malaria e azioni per combattere la malnutrizione infantile. Gran parte degli sforzi di soccorso di emergenza erano stati costruiti sulla fornitura di latte in polvere, giustificata dalla convinzione che la malnutrizione fosse il risultato della mancanza di proteine nella dieta. Un cambiamento fondamentale nel modo di pensare si è verificato negli anni ’70 quando è diventato chiaro che tale malnutrizione era dovuta a inadeguatezze generali della dieta.
UNICEF è diventato più consapevole del fatto che i bisogni dei bambini venivano relegati in diversi settori sociali e spesso emarginati nel processo di pianificazione dello sviluppo nazionale. Pertanto, nel 1964, UNICEF invitò un gruppo di illustri economisti e pianificatori, ministri e esperti di benessere infantile ad una tavola rotonda a Bellaggio, presso il Rockefeller Conference Centre sul Lago di Como. La tavola rotonda di Bellaggio è stata definita l’incontro più importante dei primi 17 anni di UNICEF: ha innescato il passaggio da un’agenzia umanitaria per i bambini a un’agenzia di sviluppo a tutti gli effetti, interessata ai bambini in tutti gli aspetti della vita. Ha anche segnato un cambiamento nella sua posizione all’interno delle Nazioni Unite: UNICEF è stata riconosciuta dall’ONU come un’organizzazione professionale a pieno titolo.
Per quanto riguarda la salute, UNICEF ha iniziato a pensare in modo ampio e fondamentale. Le linee guida sono state fornite da uno studio congiunto con l’Organizzazione Mondiale per la Salute relativo ad approcci alternativi per soddisfare i bisogni sanitari di base delle popolazioni nei paesi in via di sviluppo. L’area di interesse e supporto si è dunque indirizzata su aree di servizi di base come istruzione, salute, nutrizione, acqua e servizi igienico-sanitari.
L’innovazione è al centro della capacità di UNICEF di ottenere risultati. Il Global Innovation Center aiuta a scalare soluzioni collaudate, mentre un fondo dedicato all’innovazione fornisce risorse finanziarie a progetti promettenti in fase iniziale. Un esempio di nuove soluzioni è rappresentato dalla cosiddetta “scatola magica”. Si tratta di una piattaforma di condivisione dei dati collaborativa resa possibile grazie ai contributi di partner del settore privato come Telefonica, Google e Amadeus, che condividono i loro dati e le loro competenze per il bene pubblico. Sfruttando i dati in tempo reale generati dal settore privato, UNICEF può ottenere approfondimenti critici sui bisogni delle popolazioni vulnerabili e prendere decisioni più informate su come investire le proprie risorse per rispondere a catastrofi, epidemie e altre sfide. La prima versione di questa piattaforma è stata creata durante la crisi di Ebola del 2014 in Africa occidentale e una seconda versione sviluppata con Google in risposta all’epidemia di Zika nel 2015.
Dalla metà degli anni ’80, UNICEF è stato coinvolto nella Convenzione sui Diritti dell’Infanzia. Prima il coinvolgimento di UNICEF nella sua formulazione, quindi il supporto per l’adozione del testo e successivamente la ratifica e infine, il contributo alla definizione di ciò che era e si intende un approccio all’implementazione basato sui diritti, un processo che continua oggi come parte fondamentale del supporto del programma di UNICEF. Una priorità è quindi diventata quella di rafforzare le capacità dei governi e della società civile a valutare e analizzare la situazione dei bambini e delle donne in relazione agli strumenti legali sui diritti umani. UNICEF ha iniziato anche ad avere un ruolo nella formulazione delle richieste da parte dei bambini e delle donne emarginate, e attraverso la mobilitazione sociale e la sensibilizzazione, si propone di richiamare l’attenzione sui loro diritti.
Trovo difficile valutare quantitativamente, o anche qualitativamente, il contributo diretto di UNICEF al raggiungimento di tutti questi progressi nel corso degli anni. Ciononostante, UNICEF è stato uno degli attori principali nei paesi e a livello internazionale, e in particolare attraverso il sostegno, la mobilitazione, il monitoraggio e il sostegno finanziario paese per paese.
UNICEF ha usato la sua legittimità come organizzazione delle Nazioni Unite e la sua leadership per parlare e rivendicare apertamente i diritti dei minori, e per stabilire priorità finalizzate a soddisfare i loro bisogni. Tutto questo sviluppando e ampliando le sue funzioni, i suoi interventi e affinando le sue capacità nel corso degli anni, in modo tale da non rimanere in silenzio ma agire nel nome dei diritti umani dei minori.