“Stay human. Africa”. Il conflitto dell’Ituri in Congo
I
di Veronica Tedeschi
Racchiuso in una fetta di terra tra Sud Sudan e Uganda, l’Ituri è una delle regioni più martoriate del Congo che vede da anni duri scontri tra etnie di agricoltori e pastori.
Gli Hema e i Lendu, quasi a ricordarci i Tutsi e gli Hutu del genocidio rwandese, sono due etnie congolesi tra le più povere che hanno iniziato a scontrarsi a causa di una evidente disparità di trattamento da parte dei coloni belgi (anche in questo caso, come nella vicenda rwandese). Da questo fatto nacquero disparità di educazione e benessere tra gli abitanti del posto che proseguirono anche negli anni successivi, fino ad arrivare ai giorni nostri.
L’Ituri è una regione del Congo che nacque nel 1999 al di fuori della tradizionale zona est della Provincia Orientale quando James Kazini, comandante delle forze dell’UPDF (Uganda People’s Defence Force), affidò la carica di governatore della nuova provincia ad un Hema.
Questo fatto, vien da sé, portò ad un violento scontro tra etnie.
20 anni dopo, il conflitto è ancora accesso e il numero di vittime molto alto, si parla di 50.000 persone rimaste uccise dall’inizio degli scontri.
La settimana scorsa un nuovo e violento scontro ha portato a quasi 200 vittime Hema (numero ancora da confermare). Le indagini sono ancora in corso e i Lendu si difendono mostrando i molteplici danni che anche la comunità Lendu ha dovuto affrontare.
La miccia di queste ultime violenze è stata l’uccisione di 4 commercianti Lendu, caduti il 10 giugno scorso. I responsabili non sono ancora evidenti ma in molti pensano che questo evento sia un incidente voluto per giustificare il massacro che ne è seguito (ipotesi ovviamente negata dall’etnia Lendu).
Altra problematicità strettamente connessa alle lotte in Ituri è la diretta crescita di immigrati, persone che cercano di scappare dalla morte per genocidio. Si stima che circa 350.000 persone siano fuggite dalla violenza, e in molti casi coloro che sono finora tornati stanno scoprendo che i loro villaggi e le loro case sono stati ridotti in cenere. Il team UNHCR ha ascoltato numerosi racconti di violenze barbariche, che includono attacchi di gruppi armati a civili con armi da fuoco, frecce e machete, interi villaggi rasi al suolo e fattorie e negozi saccheggiati e danneggiati in modo irreparabile. Le sfide umanitarie sono enormi, in quanto ospedali, scuole e altre infrastrutture chiave sono state completamente distrutte.
La comunità Hema chiede indagini internazionali visto il susseguirsi di massacri, il terzo in due anni: «Perché gli hema sono vittime di massacri dal 1999? – si chiede Victor Ngona, portavoce degli Hema -. Perché la comunità internazionale tace, come se non ci fosse nulla nell’Ituri? Tutto ciò non è normale. Chiediamo un’indagine internazionale affinché i responsabili siano assicurati alla giustizia».