Algeria: gli avvocati scioperano a favore di uno stato di diritto Unione europea tace sull’aumento della violenza contro manifestanti pacifici
Più di 1.000 avvocate e avvocati in toga nera hanno sfilato giovedì 11 luglio per le strade di Algeri chiedendo la liberazione di 34 Masiri
(Berberi) arrestati nelle scorse settimane durante le proteste a favore della democrazia, per aver sventolato la bandiera masira. Inoltre gli avvocati chiedevano il ritiro dell’esercito dalla vita pubblica, la libertà per tutti i prigionieri politici, maggiori garanzie per l’indipendenza della giustizia e la fine dei verdetti “richiesti per
telefono”. Come riportato da diversi giudici, in Algeria è uso che i
potenti del paese impongano con una telefonata la condanna di persone critiche del regime.
Con il loro sciopero, i giuristi condannano anche la crescente violenza delle forze di sicurezza contro il movimento per la democrazia. Durante la manifestazione dello scorso 5 luglio, in cui oltre 100.000 manifestanti chiedevano la fine dell’arbitrarietà e della mancanza di diritto, la polizia ha sistematicamente picchiato i manifestanti pacifici.
Sono state arbitrariamente attaccate, arrestate, trasportate in lontani centri detentivi, minacciate e sessualmente maltrattate anche delle semplici spettatrici e ragazze che si sono trovate a passare vicino alla manifestazione. L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si appella con urgenza all’Europa affinché si impegni a porre fine all’impunità delle forze di sicurezza algerine. Colpisce in particolare il lungo silenzio mantenuto sulla situazione algerina dal presidente francese Macron, che in altre occasioni non ha mancato di erigersi a paladino dei diritti dei più deboli. E’ evidente che la Francia tema per i propri interessi in Algeria, soprattutto dopo che diversi algerini, rappresentanti degli interessi francesi in Algeria, sono stati arrestati dopo la caduta del regime dell’ex presidente Abdelaziz Bouteflika. Di fronte alla violenza e l’arbitrarietà delle forze di sicurezza algerine, l’Europa non può, così l’APM, tacere per far piacere alla Francia, ma deve finalmente prendere una posizione chiara.