Minori stranieri non accompagnati: il rapporto sulle visite ai centri di accoglienza di Agia e UNHCR
da http://www.garanteinfanzia.org
Permanenze troppo lunghe, scarsità di informazioni, difficoltà di socializzazione: perfino giocare a calcio è un problema. Dall’ascolto delle esigenze degli ospiti di minore età raccomandazioni a Governo e istituzioni
È stata diffusa oggi l’anticipazione del rapporto “Minori stranieri non accompagnati: una valutazione partecipata dei bisogni”, relazione sulle visite nei centri emergenziali, di prima e seconda accoglienza in Italia realizzata congiuntamente dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), Filomena Albano, e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (UNHCR). L’anticipazione è scaricabile sia dal sito dell’Agia (http://www.garanteinfanzia.org/sites/default/files/report-agia-unhcr-6-18.pdf) che da quello dell’UNHCR (https://www.unhcr.it/cosa-facciamo/protezione/minori-non-accompagnati/ascolto-e-partecipazione).
I centri coinvolti. Il campione esaminato comprende strutture di Umbria, Marche, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte. Quindici i centri coinvolti, 134 i minori incontrati, 21 le nazionalità rappresentate nelle attività di ascolto e 17 anni l’età media dei ragazzi. Le visite – arricchite da attività laboratoriali su partecipazione e ascolto – proseguiranno fino a fine 2018, dopo di che sarà diffuso il rapporto conclusivo.
I risultati. Nell’80% dei 15 centri visitati sono risultate carenti informazioni e orientamento, nel 53% di essi emerge la mancanza di attività di socializzazione, nel 47% delle 15 strutture coinvolte la permanenza in centri di prima accoglienza o emergenziali vanno ben oltre i 30 giorni previsti dalla legge. La problematica più segnalata dagli enti gestori è stata quella dei tempi gravosi per la nomina dei tutori. Ragazzi ed enti insieme hanno tra l’altro fatto rilevare l’impossibilità per i minori stranieri non accompagnati di tesserarsi con la Federazione gioco calcio.
Tra le proposte dei ‘minori’: sostegno all’integrazione personalizzato; incontro con le comunità locali per combattere episodi di razzismo, contatto con famiglie per conoscere la cultura italiana. “Potremmo passare le domeniche insieme” dicono. E ancora: corsi di italiano, possibilità di socializzare con i coetanei e tutori volontari in grado di attivare un rapporto di conoscenza, rispetto reciproco e fiducia. L’anticipazione segnala una serie di “protection gaps” specifici. Tra di essi la promiscuità con gli ospiti adulti, la permanenza dei minorenni fino ed oltre il compimento della maggiore età, le restrizioni della facoltà di movimento e la mancanza di condizioni di vita adeguate alla minore età.
La nota alle istituzioni. “Mi preme richiamare l’attenzione sulle raccomandazioni contenute nel rapporto, che sono il risultato dei processi di consultazione delle persone di minore età ascoltate dall’Autorità nel corso delle visite” dice la Garante Filomena Albano. L’Autorità ha rivolto questo appello, con una nota, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, ai ministeri dell’Interno, della Giustizia, della Sanità, del Lavoro e Politiche sociali, nonché al vicepresidente del Csm, ai tribunali per i minorenni, ai presidenti delle Regioni e ai garanti per l’infanzia regionali.
“L’Autorità garante deve essere il ponte tra la persona di minore età e le istituzioni nell’obiettivo di perseguire il diritto all’uguaglianza. Attraverso l’ascolto istituzionale, si intercettano le richieste e i bisogni, traducendoli in diritti e si individuano le modalità̀ per renderli esigibili, portando le istanze di bambini e ragazzi davanti alle istituzioni” afferma la Garante Filomena Albano.
“L’ascolto delle persone di minore età è indispensabile per far emergere i loro bisogni e le loro opinioni, e quindi, assicurare il rispetto dei loro diritti” aggiunge Felipe Camargo, Rappresentante dell’UNHCR per il Sud Europa. “Con questa importante iniziativa, vogliamo assicurare a questi bambini e adolescenti in condizioni di particolare vulnerabilità misure di protezione adeguate a soddisfare le loro specifiche esigenze di protezione e sviluppo. In particolare, dalle attività fin ora realizzate con i minori, è emerso con forza, il bisogno di essere supportati nel loro percorso di integrazione, in un contesto di accoglienza che deve essere dignitoso e rispettoso del loro superiore interesse” conclude Camargo.
Le raccomandazioni. È stata ribadita dall’anticipazione del rapporto “Minori stranieri non accompagnati: una valutazione partecipata dei bisogni” la necessità di garantire e promuovere spazi protetti di ascolto per i minorenni che giungono in Italia da soli e che hanno dunque specifiche esigenze di protezione, tanto più se fuggono da conflitti o da persecuzioni.
Tra le richieste dei ragazzi, tradotte in raccomandazioni, quella frequentissima di “gentilezza e rispetto nelle comunicazioni”. A tribunali e garanti è stato raccomandato di assicurare informazioni esaustive sulla figura e i compiti dei tutori, dei quali è stata sollecitata ancora una volta la nomina. È stato altresì chiesto di chiarire e uniformare su tutto il territorio l’applicazione della procedura di ricongiungimento familiare dei minori non accompagnati ai sensi di Dublino III. Non risulta sia stato fatto circolare l’opuscolo informativo per dare ai richiedenti asilo informazioni corrette e omogenee sulla procedura.
L’anticipazione del rapporto Agia-UNHCR sollecita i responsabili a far in modo che “eventuali permanenze in centri di accoglienza straordinaria e strutture a non alta qualificazione siano contenute nei tempi strettamente necessari”. Altra raccomandazione quella di attivare le procedure di accertamento dell’età solo qualora ci siano fondati dubbi su di essa e sempre su disposizione della Procura presso il Tribunale per i minorenni. Ai servizi sociali, infine, è stato chiesto di vigilare su chi realizza, a livello locale, gli interventi sociali.