“Art(e)Attualità”. Panem
L’artista calabrese Angelo Aligia è presente con la mostra d’arte contemporanea “Panem”, a cura di Andrea Romoli Barberini, all’interno del suggestivo ipogeo Materasum in recinto XX Settembre a Matera. La mostra resterà aperta fino al 14 settembre 2019, tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.
L’esposizione prende il titolo dalla video installazione sul tema del pane – sacro, veicolo culturale e simbolo di condivisione – presenta oltre venticinque opere, tra quadri, installazioni e video, realizzate tra il 2005 e oggi. La mostra ripercorre alcune delle tappe salienti dell’indagine di Aligia, artista che da sempre ha connotato il proprio lavoro di valori che rinviano alle culture rurali del Mezzogiorno.
Oltre alla videoinstallazione Panem, che celebra miti, riti, antiche divinità, simboli e valori di un tempo, le sale di Materasum accolgono anche le installazioni Mare Nostrum, incentrata sulla contraddittoria molteplicità di significati che il Mediterraneo ha assunto nel corso dei secoli, In attesa del vento, presentata alla 54° Biennale di Venezia (Padiglione Italia) e I formicai, lavoro recente composto che gioca sull’analogia dell’organizzazione sociale di insetti ed esseri umani ma anche sul contrasto tra interno ed esterno di queste monumentali strutture. Completa il percorso una selezione di quadri realizzati con le terre della Riviera dei Cedri e connotati da segni arcaici che si ritrovano sulle alture rocciose della zona.
“Il percorso artistico di Angelo Aligia si basa su una riflessione antropologica che tende al recupero e alla rielaborazione di materiali, utensili, costumi e tradizioni che hanno assunto nel tempo il connotato culturale e identitario di particolari luoghi.
Nato e residente in Calabria, Aligia ha dapprima adottato il legno di olivo, realizzando una serie di sculture in cui la definizione formale scaturisce da interventi molto misurati che tendono ad esaltare le seduzioni plastiche espresse dalla natura, rimanendo quindi distante da tentazioni di rappresentazione mimetica e anzi, prediligendo esiti d’ambito organico. Nel solco del recupero del primario, Aligia ha poi avviato una prolungata sperimentazione con la pietra calcarea calabrese e, attraverso la rielaborazione dell’antica tecnica dei muri a secco, ha realizzato una serie di opere di impatto monumentale e impianto minimalista. Sfere, cubi, tavoli e sedie gigantesche si impongono allo sguardo come enigmatiche testimonianze di epoche passate e piene di suggestione. Evocative di remote ritualità, palesano la centralità dei concetti di tempo e luogo. Fedele ai contenuti della propria indagine artistica, Aligia ha affrontato anche la bidimensionalità, utilizzando con valenza pittorica, materiali quali terre, canne e, rielaborati in bronzo e applicati sui supporti, i frutti e gli alimenti del suo territorio quali cedri, fichi, pane. In queste opere trovano sovente collocazione e nuova dignità, con monumentali sottolineature dimensionali, anche gli utensili di un tempo, per il lavoro in casa e nei campi.
In breve, l’opera di Angelo Aligia tende a evidenziare e salvaguardare quei particolari elementi tratti dalla natura o dalla cultura rurale. L’opera, quindi, nella ricercata semplicità delle forme che esprime, si fa testimonianza viva, unica e irripetibile, di quei valori ancestrali che l’artista intende sottrarre all’oblio”. Andrea Romoli Barberini (tratto dal testo in catalogo Angelo Aligia)