Venezuela. Nella morsa del veleno
di Tini Codazzi
Giorni fa hanno chiamato la mia attenzione un paio di tweets postati da Susana Raffalli, nutrizionista, specialista in sicurezza alimentare, attivista per i diritti umani e consulente della Caritas e della Croce Rossa in Venezuela. In questi tweet, la Raffalli denunciava che i prodotti alimentari distribuiti attraverso i comitati locali di fornitura e produzione, conosciuti come CLAP (Comités Locales de Abastecimiento y Producción) sono adulterati e di bassa qualità. Questa era una informazione che già si conosceva da un paio di anni, ma adesso stanno venendo tutti i nodi al pettine in modo chiaro e si cominciano a prendere provvedimenti anche a livello internazionale. Ma… cominciamo dall’inizio.
I CLAP sono nati nel 2016 dalla mano di Nicolás Maduro. Nel bel mezzo della crisi economica, politica e sociale, il regime istallò nelle popolazioni e nelle regioni più povere del paese i comitati CLAP, che sono un sistema de distribuzione di alimenti della dieta basica a prezzi sussidiati. In poche parole, distribuzione di scatole con dentro prodotti come: latte, riso, farina, pasta, zucchero, tonno, cereali, legumi, ecc. Progetto teoricamente molto valido ma nella pratica, nelle mani di un regime corrotto e narcotrafficante, evidentemente non riuscito. Inutile dire che chi usufruisce di questi prodotti sono le persone senza risorse economiche per comprare i prodotti nei comuni supermercati, persone meno istruite, quelle più povere e che si possono manipolare molto facilmente. Nonostante ciò, molti mesi fa tante persone avevano iniziato a raccontare che i prodotti non erano buoni, alcuni avevano cattivi odori, altri erano scaduti e altri addirittura marci. Attraverso i Social Network abbiamo iniziato a trovare immagini di questi alimenti, abbiamo sentito commenti e abbiamo letto molte denunce, ma come si sa, in un regime come questo la denuncia e il diritto del cittadino vale meno di 0.
Cos’è cambiato adesso? Che le denunce sono state fatte da organismi come l’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Universidad Central de Venezuela, la piattaforma di inchiesta giornalistica Armando.info, la Procura Generale della Repubblica di Messico e l’Associazione Federale di protezione del Consumatore, anche del Messico. Dopo ricerche, analisi e investigazioni è venuto fuori che il latte in polvere distribuito nella scatola CLAP è una frode. Venezuela aveva un latte molto buono, ma adesso viene dal Messico. Le linee guida dell’Istituto Nazionale di Nutrizione (INN) dicono che il latte dovrebbe contenere 26 gr. di proteine, 38 gr. di carboidrati e 949 mg. di calcio per una porzione di 100 gr. di prodotto. L’Istituto di Scienza e Tecnologia ha analizzato 14 marche di latte messicano distribuito nelle scatole tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 e tale analisi ha dimostrato, attraverso un campione, che il latte contiene soltanto 8,79 gr. di proteine, 80 gr. di carboidrati e 70 mg. di calcio e che il contenuto di sodio duplica lo standard dell’INN, è per questa ragione che le persone continuavano a dire che questo latte era cattivo di sapore, salato e addirittura che faceva male allo stomaco. Quindi, queste legende metropolitane apparse in Internet sono diventate reali. Le analisi confermano quanto detto dalla popolazione. Adesso possiamo capire come un altissimo numero di bambini nella prima e seconda infanzia negli ultimi due anni sono arrivati ai controlli pediatrici in uno stato di denutrizione, mancanza di calcio e debolezza inspiegabile, visto che le loro madri davano il latte messicano ai figli, ma erano inconsapevoli che stavano dandogli un latte adulterato.
Un altro prodotto nell’occhio del ciclone è la scatoletta di tonno. Questa volta è stata la Procura Federale del Consumatore di Messico (Profeco) a fare uno studio analizzando il contenuto di 27 marche messicane di tonno, 14 di queste evidenziarono una quantità esagerata di soia al suo interno, fino al 60%, questo vuol dire che la soia praticamente sostituiva il pesce, teoricamente vuol dire che non fa male, ma il consumatore non sta mangiando le proteine che pensa di mangiare. La soia è una proteina vegetale che il corpo assorbe in modo più lento e contiene carboidrati, invece il tonno non ne ha, anche se il giornale venezuelano Diario 2001, a maggio del 2017 pubblicava in prima pagina il seguente titolo: “Tonno avariato causa la morte di due piccoli bambini”. Non solo sui giornali, la popolazione ha anche postato sui social network, come per il latte, immagini e commenti riguardo il sapore, la consistenza e l’aspetto del tonno.
Questi prodotti, insieme a tanti altri, sono arrivati alle case dei venezuelani dal 2016 in poi. Cifre ufficiali indicano che tra il 2016 e il 2018 sono state consegnate 231 milioni di scatole CLAP con prodotti di bassissima qualità e addirittura andati a male o scaduti. Ci si può immaginare il danno fatto a questa popolazione già stremata dalla fame e dalle malattie? E possiamo anche credere che non solo il latte e il tonno sono adulterati, ma anche altri prodotti del paniere messi dentro della scatola CLAP.
L’anno scorso, le autorità messicane hanno scoperto una enorme rete fraudolenta tra gli intermediari del regime e le aziende messicane dove si commercializzano prodotti di bassissima qualità con un sovraprezzo di più del 100%. Sembra che il Messico sia un paese che ha la consuetudine di produrre alimenti adulterati.
Come funzionava questa rete? Gli intermediari venezuelani andavano in Messico per chiedere alle aziende i prodotti più economici senza badare alla qualità. Per il latte avevano trovato l’escamotage di diminuire di tre volte tanto la proteina e per il tonno che avrebbero messo più quantità di soia che di pesce. Al governo venezuelano interessava soltanto risparmiare tra 2 e 4 $ per confezione. È stato già dimostrato che le aziende messicane hanno dichiarato nelle etichette di questi prodotti informazione falsa.
Un imprenditore messicano ha dichiarato: “In Messico sono state fatte fino a 2.000 scatole al giorno. Se si risparmiavano 2 $ per scatola, il risultato era un complessivo di 4.000 $ al giorno, se invece il risparmio era di 4 $, si raddoppiava il risultato complessivo”. Quindi, il risultato di tutto questo affare sporco era pagare poco, ottenere poca qualità, arricchire gli intermediari e ingannare il popolo.
Tutto questo è diabolico, la mente di queste persone definitivamente è diabolica. Anche se sono a conoscenza della crisi umanitaria che c’è nel paese da diversi anni, anche se già nel 2016 si conoscevano gli alti indici di denutrizione, di mancanza di alimenti, di povertà, del bassissimo potere di acquisto, questo marciume di gente formato dal regime di Maduro creò a sangue freddo la rete di intermediari e aziende in tutto il mondo (Panama, Messico, Cina, Ecuador, Spagna, Hong Kong, Emirati Arabi…) per fare prodotti di bassa qualità che sarebbero stati dati alle popolazioni più povere del paese e che avevano la speranza messa su questi prodotti promessi dal regime per poter sopravvivere.
La professionista della salute e sostenitrice dei cibi crudi Anne Wigmore diceva: “Il cibo che mangi può essere o la più sana e potente forma di medicina o la più lenta forma di veleno”. Mi pare che questa affermazione sia molto azzeccata nel caso dei criminali del regime venezuelano.