Contro i CPR, i decreti Salvini e per un cambiamento reale
Lettera aperta alle organizzazioni degli immigrati, all’Associazionismo antirazzista, al movimento delle donne, ai Collettivi degli studenti, alle organizzazioni sindacali, ai centri sociali, alle organizzazioni politiche, alle singole persone:
COSTRUIAMO INSIEME MOBILITAZIONI NELLA SETTIMANA DEL 3 OTTOBRE VERSO IL CORTEO DEL 12 OTTOBRE CONTRO I CPR, I DECRETI SALVINI E PER UN CAMBIAMENTO REALE: GIUSTIZIA SOCIALE, GIUSTIZIA CLIMATICA, DIRITTI PER TUTTE E TUTTI.
Abbiamo assistito allo svuotamento del diritto di asilo, all’introduzione di pericolose eccezioni al principio di non colpevolezza, all’introduzione di una cittadinanza italiana di serie B revocabile per certi reati, allo sdoganamento della compressione della libertà di circolazione come sanzione, alla disinvolta sottrazione della libertà personale pure in assenza di un comportamento penalmente rilevante. E per rendere formalmente lecito questo processo di erosione progressiva dei principi democratici e costituzionali, la tecnica adottata è stata lo svuotare di giustizia la legge e il rendere illegale il giusto, introducendo pesanti deterrenti ad ogni forma di dissenso e dissuadendo atti di solidarietà, fino a giungere al punto, con il Decreto Sicurezza Bis, di criminalizzare anche le azioni umanitarie di soccorso in mare. Sappiamo però che a tutto questo si accompagna una visione securitaria della società che non ci appartiene e che, oltre ad essere imposta generando artificiosamente insicurezza con bieca propaganda dai toni sempre peggiori e a base di fake news, ha bisogno di repressione e uso della forza per essere mantenuta. È questo all’origine delle normative che permettono di agevolare ulteriormente la repressione delle proteste di piazza, in un Paese come il nostro che già annovera clamorosi esempi di atroci abusi anche in tale campo. Si usa la paura dell’uomo nero per permettere che il saccheggio dei nostri diritti prosegua indisturbato. È sotto gli occhi di tutti e tutte coloro che ogni giorno agiscono, nel proprio ambito e con le proprie pratiche, per cercare di costruire una società più giusta e più sostenibile. Chi lotta per il diritto alla casa, chi per avere o riavere quei diritti sul lavoro che sono stati progressivamente smantellati, chi ha scelto l’ambito del volontariato o della solidarietà per dare il proprio contributo, chi difende l’ambiente, chi i servizi pubblici (trasporti, sanità, scuola e non solo), chi lotta contro il patriarcato in tutte le sue forme: crediamo di essere tutti e tutte sulla stessa barca e che sia giunto il momento di convergere e rafforzarci reciprocamente. Lo dimostrano le tante assemblee aperte a realtà differenti che si stanno promuovendo in giro per l’Italia e l’Europa: esiste conflitto in questo paese e dobbiamo renderlo palese. Ecco perché come Rete Mai Più lager – No ai CPR abbiamo scelto di ampliare il nostro scopo iniziale – impedire la riapertura del CPR in via Corelli a Milano (senza che sia sostituito da strutture analoghe in altre città lombarde) e pretendere la chiusura di quelli già esistenti – e di occuparci anche della promozione della difesa dei diritti e delle libertà inviolabili di tutte e tutti. Per questo lanciamo un corteo diretto verso quello che, in via Corelli, dovrebbe tornare ad essere, con il nuovo nome di “CPR”, un luogo di tortura, umiliazione e privazione della libertà personale di persone colpevoli solo di non avere un documento: il CPR è l’icona di tutto ciò che vogliamo abbattere. E, congiuntamente, i decreti Salvini devono essere abrogati, i CPR devono essere chiusi, non devono aprire mentre i porti e gli aeroporti sì, occorre interrompere immediatamente qualsiasi relazione e/o supporto ai torturatori libici, occorre ridare risorse all’istruzione, alla sanità, al welfare, alla ricerca, alla tutela della sicurezza sul lavoro, alla lotta all’evasione e alla criminalità organizzata, alla salvaguardia del territorio e del clima. Occorre farla finita con la guerra alle persone povere, senza distinzione, in questa, di provenienza e nazionalità, occorre non solo presidiare i diritti conquistati da tutte e tutti con guerre e lotte negli ultimi decenni, o quel che di tali diritti ancora rimane, ma rivendicarne di nuovi e con più forza. Vogliamo un’immediata e radicale inversione di rotta. La demolizione legalizzata delle conquiste di decenni, dalla Carta Costituzionale in poi è sotto gli occhi di tutte e tutti, e non ci basta oggi pensare che qualcuno abbia “arginato” una deriva che somigliava troppo ai regimi liberticidi dai quali proprio quella Carta si era proposta di rendere indenne il Paese. Ecco perché sentiamo ancora il bisogno di mobilitazione. E vorremmo avere accanto a noi tutte e tutti coloro che sentono questo bisogno. Per questo non solo vi invitiamo a venire in piazza con noi il 12 ottobre, ma vi chiediamo anche di costruire eventi di avvicinamento al corteo nella settimana del 3 ottobre, quando cadrà l’anniversario del naufragio al largo di Lampedusa che aveva apparentemente risvegliato coscienze che si sono poi riassopite di fronte ai tanti, troppi, eventi simili accaduti successivamente. Vi chiediamo di agire con le vostre pratiche, le vostre parole d’ordine, le vostre disponibilità, per creare anche piccole iniziative ma che si possano ritrovare sotto l’hastag #oltreiconfini verso il #12ottobre per andare anche noi oltre i confini delle nostre stesse lotte e collocarle tutte in un ambito che è più collettivo: quelle per la giustizia sociale, ambientale di genere, anticapitalista, antirazzista, antipatriarcale. Comunicateci le vostre iniziative alla mail noaicpr@gmail.com, e aderite al nostro appello che potete trovare qui. Costruiamo insieme una piazza colorata, ricca di differenze ma unita negli obiettivi. Ci vediamo in piazza il 12 ottobre.