“Stay human. Africa” Indipendenza democratica
di Veronica Tedeschi
Una delle problematiche di molti governi africani può essere descritta con le parole democrazia apparente, che viene nella pratica supportata da presidenti dinosauri attaccati alla poltrona dorata (vedi il caso dello Zimbabwe o dell’Uganda). Qualche Stato sta facendo passi avanti in questo senso, come il Senegal o la Nigeria ma cambiamenti radicali sono necessari per migliorare la situazione in quasi tutto il Paese.
Esiste un altro caso di successo, in uno degli Stati più difficili nell’Africa orientale: la Somalia, ex colonia italiana che conta al suo interno diverse regioni tra cui il Somaliland. La Regione, che ha autoproclamato indipendenza nel maggio 1991, ad oggi non è ancora riconosciuta. Caso importante di ipocrisia diplomatica che rinchiude in sè la volontà di una popolazione di staccarsi da guerre e crisi per concedersi pace e tranquillità. Tantissime altre regioni africane potrebbero prendere ispirazione dal Somaliland e probabilmente è proprio questo il motivo per cui Onu e Unione Africana non vogliono ufficialmente riconoscere il nuovo Stato. Ad oggi, nella regione vengono rilasciati passaporti e vengono concessi visti turistici, il tutto con modalità molto più democratiche del paese natale. Chiaramente, qualche episodio negativo c’è stato, come il licenziamento di più di 500 militari a causa della loro volontà di chiedere asilo in Puntiland, regione limitrofa con la quale non scorre buon sangue.
Gli Al-shabaab, ancora non presenti nella regione restano comunque in attacco e, nascondendosi tra le montagne riescono ad avere contezza di ciò che accade in tutte le regioni. E’ un lavoro difficile quello dei governanti: impegnarsi a non sfociare in anarchia o in attaccamento alla poltrona è stato impegnativo ma i riconoscimenti per gli sforzi arrivano da diverse parti del mondo. A maggio 2019 imprenditori del Somaliland sono stati invitati a Bruxelles per un forum di affari UE-Africa, questo anche grazie alla posizione strategica della regione, che sul piano logistico vanta un grande porto naturale in acque profonde nel quale sono attualmente attivi scambi commerciali con l’Oriente e con gli Emirati Arabi. Riconoscimenti e aiuti non mancano, sopratutto quelli legati alla lotta alla pirateria o al traffico di esseri umani. Vista la posizione strategica molti stati europei hanno, infatti, stanziato aiuti per evitare che il grande porto non divenisse un crocevia di illegalità.
Da ultimo, come in diversi stati africani, non mancano le risorse naturali che ingolosiscono ancora di più Paesi stranieri e grandi aziende.
Il modello della regione somala può effettivamente divenire una best practice di come l’indipendenza possa equivalere a crescita economica, riconoscimento internazionale e lotta all’illegalità.