La verità dietro al referendum costituzionale dell’Egitto
di Nicole Fraccaroli
Un referendum costituzionale si è tenuto in Egitto dal 20 al 22 aprile 2019, con votazione all’estero tra il 19 e il 21 aprile. Le modifiche proposte consentono al presidente Abdel Fattah el-Sisi di rimanere al potere fino al 2030; in base alla versione precedente della costituzione, gli sarebbe stato vietato di contestare le prossime elezioni, che sarebbero state previste nel 2022. Le modifiche sono state approvate dall’88,83% degli elettori, con un’affluenza del 44%.
Con l’obiettivo di comprendere e condividere le vere implicazioni che si celano dietro tale referendum, l’autore dell’articolo ha deciso di prendere in considerazione alcuni commenti di giornali internazionali da impiegare come fonte.
La prima voce da prendere in considerazione è “The New-Arab”. Nell’articolo “Sisi vince il falso referendum” (23 aprile 2019) si afferma che nei suoi primi commenti pubblici sugli emendamenti, il presidente Sisi ha ringraziato il popolo egiziano per aver votato “sì”. “La meravigliosa scena fatta di cittadini egiziani che hanno preso parte al referendum … sarà scritta nel record storico della nostra nazione”, ha twittato pochi minuti dopo che Ibrahim, capo dell’Autorità Elettorale Nazionale dell’Egitto, ha annunciato i risultati.
Nell’articolo in questione si sottolinea con forza che i media filo-governativi, uomini d’affari e legislatori hanno spinto per un voto “Sì” e un’alta affluenza alle urne, offrendo dispense di cibo agli elettori, mentre le autorità hanno minacciato di multare chiunque boicottasse il referendum di tre giorni. Hassan Nafaa, professore di scienze politiche all’Università del Cairo, ha affermato che i risultati erano attesi. “Ci sarà una pericolosa ripercussione sul regime al potere in quanto vedremo più repressione e politiche restrittive”, ha detto. Corruzione e coercizione sono le parole chiave nell’ articolo, intenzionato a mostrare la presenza di una cattiva mente dietro al referendum. Secondo quanto riferito, dall’inizio di aprile, la capitale egiziana era stata inondata da grandi manifesti e striscioni che incoraggiavano le persone a votare a favore dei cambiamenti. La maggior parte dei manifesti era apparentemente finanziata da partiti, uomini d’affari e legislatori filo-governativi. Le foto distribuite sui social media mostrano l’apparente corruzione degli elettori con buoni per sacchi di cibo in un paese in cui più di un quarto della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Si dice che i coupon, segnati dopo aver votato “sì”, valgano 200 sterline egiziane ($ 11,64). Gli elettori dei vari quartieri della capitale del Cairo hanno ricevuto il trasporto gratuito per raggiungere i seggi elettorali, dove sono stati accolti dai rappresentanti del partito del futuro della nazione e poi indirizzati a carrelli pieni di sacchetti di cibo, secondo quanto riferito dal servizio arabo del New-Arab. Le buste di cibo contenevano alimenti di base come pasta, zucchero, riso e olio. Le promesse di fornire cibo ai sostenitori del “sì” sono state organizzate anche tramite l’app di messaggistica WhatsApp.
Il New York Times nell’articolo “Nel referendum in Egitto, solo l’affluenza sembra in dubbio” (20 aprile 2019) ha fortemente sottolineato l’indecisione riguardo all’affluenza alle urne. Di conseguenza, alcune persone sui social media hanno riferito sabato che gli attivisti di stanza all’interno dei seggi elettorali stavano dicendo agli elettori, compresi alcuni che sono analfabeti, di votare sì; e un uomo d’affari locale, noto come Abu Halawa, ha trasformato una polverosa strada in una sorta di festa per il referendum, con indicazioni per votare. Mentre le canzoni sul voto sono esplose dagli oratori, le persone si sono messe in fila per raccogliere i coupon. Allo stesso tempo, diversi noti cantanti egiziani hanno registrato canzoni a sostegno dei cambiamenti, e canali di social media ufficiali e media controllati dallo Stato hanno pubblicato annunci di servizio pubblico sul voto “sì”. Tuttavia, è chiaro che il Presidente gode del sostegno in molti quartieri, da parte di coloro che dicono che offre sicurezza in una regione turbolenta. L’articolo si conclude ricorrendo a una dichiarazione rilasciata da un sostenitore: “Voto solo quando è coinvolto Sisi”, ha detto Mamdouh Mikhail, un fabbro che sostiene il programma economico del Presidente. “Sostengo Sisi per la vita.”
Un altro aspetto da considerare sono le conseguenze che le modifiche proposte della Costituzione avranno sul godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali. E questo punto è forse quello più drammatico.
Tali passi per modificare la costituzione si sono verificati, e si stanno tutt’ora verificando, durante la peggior repressione della libertà di espressione e una significativa assenza di libertà di riunione, dato l’approccio di tolleranza zero dei servizi di sicurezza a qualsiasi forma di protesta pacifica. Ecco dunque alcuni dei proposti emendamenti.
La prima “correzione” proposta amplierebbe il ruolo dei tribunali militari nel perseguire i civili per includere non solo attacchi contro installazioni, fabbriche, attrezzature, zone, frontiere e personale militare, ma anche qualsiasi edificio protetto dai militari. Tale modifica darebbe il sostegno costituzionale alla legge 136/2014 sulla protezione e la salvaguardia delle strutture pubbliche e vitali, che ha ampliato la giurisdizione del sistema di giustizia militare per includere attacchi contro università pubbliche, tra altri luoghi pubblici.
Un’altra proposta minerebbe il controllo giudiziario sui progetti di legge e sui contratti governativi, eliminando l’attuale requisito per il Consiglio di Stato di rivederli.
Un successivo emendamento propone di aumentare il mandato presidenziale da quattro a sei anni. Inoltre, l’emendamento aggiungerebbe un articolo transitorio che consentirebbe al Presidente Al-Sisi di candidarsi per altri due termini, che se approvato gli consentirebbe di rimanere al potere fino al 2034.
Altri emendamenti proposti amplierebbero il ruolo costituzionale dell’esercito, stabilendolo come un protettore della “costituzione, democrazia, componente costituente dello Stato e delle libertà individuali”. Gli emendamenti non affrontano l’assenza di un controllo civile sulle violazioni dei diritti umani commesse da membri delle forze armate. In effetti, la proposta di modifica dell’articolo 204 afferma che solo i tribunali militari hanno giurisdizione sui membri delle forze armate.
Corruzione, coercizione, boicottaggio, alta fedeltà al governo, violazioni e oltraggi alla legge internazionale sui diritti umani. Queste sembrano essere le condizioni che hanno sostenuto il referendum costituzionale e che con tutta probabilità si protrarranno nel corso dell’adozione e implementazione delle modifiche votate.
Per questo motivo l’educazione e la formazione in merito ai diritti umani e libertà fondamentali è sempre più significativa e fondamentale nello scenario internazionale attuale, per lottare contro realtà come questa che pretendono di negare all’individuo il diritto di parola, associazione, pensiero, equo processo, insieme alla libertà di istituire una valida alternativa all’attuale governo.