LA REGIONE LOMBARDIA TOGLIE IL MEDICO ALLE PERSONE RICHIEDENTI ASILO
Dove non arriva la mannaia dei decreti Salvini, sui diritti delle persone migranti, arriva l’interpretazione “creativa” di qualche amministratore.
Questa volta tocca al diritto alla salute delle persone richiedenti asilo residenti nella Regione Lombardia.
Come osservato infatti dall’Associazione Naga – Milano,
il primo decreto sicurezza Salvini, “non è invece intervenuto sull’assistenza sanitaria per i cittadini stranieri che, per i richiedenti asilo, continua ad essere garantita dall’articolo 34 del Testo Unico Immigrazione (Dlgs 286/98).”
“Ci ha però pensato la Regione Lombardia che, tramite l’Azienda di Tutela della Salute (ATS) Milano Città Metropolitana, ha diffuso ai medici di base un’informativa secondo la quale a seguito delle modifiche introdotte dal cosiddetto Decreto Salvini i richiedenti la protezione internazionale verranno iscritti al Servizio Sanitario per massimo 1 anno, senza assegnazione del Medico di Medicina Generale. La stessa comunicazione appare anche sul sito di Regione Lombardia, mentre da nessuna parte è stato possibile reperire il provvedimento che ha originato tali comunicazioni.” (bit.ly/34aHHOf)
Questo il link del sito della Regione al quale è riportata la novità, espressamente quanto falsamente ricondotta al primo decreto sicurezza del precedente governo.
E ci casca anche qualche quotidiano:
Non ha invece alcuna giustificazione nè tantomeno supporto normativo l’iniziativa regionale di cui trattasi, considerato che il diritto alla salute è bene costituzionalmente garantito, e appunto nessuna circolare può derogare all’art. 34 citato, che riconosce anche ai richiedenti asilo parità di trattamento e completa uguaglianza rispetto ai cittadini italiani quanto all’assistenza erogata dal servizio sanitario nazionale e alla sua validità temporale: quindi iscrizione al servizio sanitario e medico di base anche per loro, e non solo per un anno!
Attendiamo il “mea culpa” della Regione Lombardia ed una pronta smentita diretta ai medici di base già destinatari della circolare menzognera.