Corte UE: NO a richiedenti asilo in strada, neanche come sanzione. Eppure da noi…
Associazione Per i Diritti umani rilancia il commento e l’appello di NOCPR a partire da un’interessante sentenza riguardante i richiedenti asilo e la revoca dell’accoglienza.
Una interessantissima sentenza della Corte UE di questa settimana in merito all’illegittimità della revoca, anche in via temporanea, dell’accoglienza per i richiedenti asilo quale sanzione, specie nei casi in cui vi sia sproporzione rispetto all’illecito commesso dall’interessato rispetto ai diritti primari dei quali viene così privato (nella fattispecie si trattava di una rissa tra etnie diverse all’interno del centro, a seguito della quale uno dei coinvolti era stato allontanato per 15 giorni, nei quali aveva dormito in un parco).
L’attualità della decisione è estrema, considerato che soprattutto a Milano, ma non solo, si sta assistendo in questi giorni ad un impressionante intensificarsi di revoche dell’accoglienza per persone richiedenti asilo ospitate da centri d’accoglienza di alcuni gestori in particolare: revoche definitive, e non temporanee, quale reazione anche solo ad un’assenza di un giorno di diversi mesi fa. Alcune realtà della nostra Rete stanno monitorando la situazione, che si fa sempre più allarmante, aggiungendosi sempre più persone a coloro che già dormono in strada.
CORTE UE: NO A RICHIEDENTI ASILO IN STRADA, NEANCHE COME SANZIONE. EPPURE DA NOI…
E’ dello scorso 12 novembre un’importante sentenza della Corte di Giustizia Europea (C-233/2018), che ha tratto occasione dal caso di un richiedente asilo ospite di un centro di accoglienza belga sanzionato, per una rissa con altri ospiti, con l’allontanamento per 15 giorni, durante i quali aveva trascorso le notti in un parco e presso amici.
Con la decisione in questione la Corte ha sancito che “una revoca, seppur temporanea, del beneficio di tutte le condizioni materiali di accoglienza o delle condizioni materiali di accoglienza relative all’alloggio, al vitto o al vestiario sarebbe incompatibile con l’obbligo di garantire al richiedente un tenore di vita dignitoso. Una simile sanzione priverebbe infatti quest’ultimo della possibilità di far fronte ai suoi bisogni più elementari. Inoltre, violerebbe il requisito di proporzionalità”
“La Corte ha aggiunto che gli Stati membri hanno l’obbligo di assicurare in modo permanente e senza interruzioni un tenore di vita dignitoso e che le autorità incaricate dell’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale devono assicurare, in modo regolato e sotto la propria responsabilità, un accesso alle condizioni di accoglienza idoneo a garantire tale tenore di vita.
Esse non possono quindi limitarsi, come intendevano fare le autorità competenti belghe, a fornire al richiedente escluso un elenco di centri privati per i senzatetto che avrebbero potuto accoglierli”
(pratica, quest’ultima, sconosciuta presso i centri “nostrani”).
Di seguito il comunicato stampa con in fondo il link alla decisione per esteso.
https://curia.europa.eu/…/applic…/pdf/2019-11/cp190141it.pdf
Ebbene, questa decisione interviene proprio negli stessi giorni in cui in più parti sul territorio si registra un impressionante crescente comportamento anomalo da parte di gestori di diversi centri, che sanzionano con la revoca dell’accoglienza – non temporanea, ma definitiva! – ospiti richiedenti asilo che si siano anche solo assentati per tre o spesso solo un giorno.
In alcuni casi si tratta solo di assenze al momento dell’orario serale in cui le firme vengono raccolte in alcuni centri; orario che spesso, anche per motivi di lavoro, gli ospiti non riescono a rispettare.
Alcune associazioni della nostra Rete stanno segnalando diverse decine di casi solo negli ultimi giorni, di accoglienza revocata per i più svariati futili motivi.
Il tutto quando proprio in queste settimane si avviano alla conclusione i progetti di accoglienza relativi ai permessi umanitari che si avvicinano alla definitiva scadenza, ad un anno dall’entrata in vigore dal decreto sicurezza Salvini: decreto sempre, ancora, lì a produrre i suoi effetti deleteri – per quanto qui ora rileva, per abolizione del permesso umanitario e tagli all’accoglienza – nonostante le promesse di “discontinuità” dell’attuale governo e nonostante le ripetute richieste a gran voce di associazioni, reti, individui.
Con la fine dell’anno ai tantissimi e alle tantissime già in strada per gli effetti del decreto citato, se ne aggiungeranno quindi ancora; e “nel mucchio”, tantissimi, troppi sono i casi di sanzioni illegittime di revoca definitiva, arbitrariamente applicate da alcuni centri di accoglienza, probabilmente sulla spinta delle Prefetture di riferimento, ben liete di alleggerire i propri bilanci.
Fondazione Progetto Arca Onlus, ad esempio, e Prefettura Di Milano pensano di adeguarsi alla sentenza in questione?
E i Comuni, come si stanno comportando?
💥Fateci sapere quel che accade nelle vostre città! Monitoriamo e reagiamo!
A Milano attendiamo l’apertura del piano della c.d. “emergenza freddo” il prossimo 18 novembre, ma per chi è in strada questi giorni sono lunghissimi e freddi. E sicuro, vista la mole degli interessati, non saranno sufficienti i posti che saranno messi a disposizione dal CASC – Centro Aiuto Stazione Centrale, al quale vanno dirette le persone in cerca di alloggio per i prossimi mesi
https://www.comune.milano.it/…/centro-aiuto-stazione-centra…
Quanto poi alle persone irregolari, prive di soggiorno, è risaputo che quelle, per la stragrande maggioranza dei comuni, sembrano non avere men che mai diritto di avere freddo e cercare un posto dove ripararsi, potendo aspirare, quando va bene, ai posti che avanzano dopo che le persone munite di permesso avranno trovato alloggio.
Quanto si pensa di andare ancora avanti con una gestione per “emergenza”, visto e considerato che il fenomeno, e la risposta con una gestione di fortuna, ormai si protraggono da anni e anni?
Comune di Milano Comune di Milano – Politiche sociali e abitative Beppe Salaquanto pensano di poter proseguire con queste modalità, facendo affidamento sul privato, sui volontari, sui singoli?
Noi, con l’urgenza dei tanti e le tante che in queste notti stanno dormendo per strada a causa vostra, attendiamo le vostre risposte.