Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA): le nostre proposte all’UNHCR
Associazione Per i Diritti umani ha presentato, presso le sedi dell’UNHCR di Roma e di Ginevra, il seguente documento:
9 dicembre 2019
Purtroppo l’opinione pubblica in Italia si presenta ancora spaccata in relazione ai rifugiati che giungono sul territorio italiano scappando da guerre, conflitti sanguinosi, persecuzioni, e gravi violazioni dei diritti umani.
Se da un lato tolleranza, solidarietà, dialogo e soccorsi umanitari caratterizzano un lato della medaglia; l’altro lato non si presenta così incoraggiante. All’incontrario, è sufficiente ascoltare alcune voci di cittadini, leggere alcuni commenti sui network-network per capire la severa mancanza di comprensione e solidarietà.
Un grave problema che sta a monte, è proprio l’ignoranza. Ci sono periodi in cui ogni giorno e ogni sera il tema unico e principale è quello relativo agli sbarchi; ma tali momenti sono soprattutto accompagnati da dati e discussioni tra le fazioni politiche. Nonostante tali informazioni siano necessarie da condividere con la cittadinanza, quello che manca maggiormente è la presenza di momenti che permettano di forgiare le conoscenze dei cittadini, e di condividere con loro quali siano i motivi che spingono donne, uomini e bambini ad attraversare acque e terre.
All’interno di una tematica così vasta e complessa, il dialogo, la discussione e il confronto sono ingredienti essenziali per creare consapevolezza. Ecco che allora, il ruolo dell’educazione ed informazione torna ad essere preponderante. L’educazione che inizia dietro i banchi di scuola, e che dovrebbe maturare un senso di responsabilità in ogni cittadino. Di conseguenza, l’educazione in merito ai diritti umani e in merito alle sue sfide, come le violazioni che subiscono coloro a cui viene attribuito lo status di rifugiato, è fondamentale e la sua importanza non deve essere sottovalutata. Per questo motivo, associazioni del campo, come Per I Diritti Umani, svolgono un ruolo di prima linea nel forgiare futuri adulti cittadini coscienti, consapevoli, informati e attivi.
Venendo al tema dei minori non accompagnati, nel 2018 sono state presentate in Italia 3,9 mila domande di protezione internazionale da parte di minori stranieri non accompagnati. Le stesse osservazioni conclusive consegnate all’Italia da parte dello UN Committee in merito allo stato di implementazione e attuazione della Convenzione ONU sui diritti dei minori sul territorio Italiano, ha ribadito quanto sia importante per il governo e autorità italiane continuare ad indirizzare i propri sforzi ed energie in modo tale da garantire a tali minori il godimento dei diritti sanciti nella Convenzione stessa. Di conseguenza, tale impegno deve essere condiviso anche da attori che quotidianamente lavorano a stretto contatto con minori e adulti per la promozione di una “cultura dei diritti umani”. Per questo motivo, risulta significativo lo sviluppo di nuove idee ed iniziative volte a garantire l’integrazione degli stranieri non accompagnati in Italia, e con l’obiettivo di supportare la corretta attuazione dei diritti che li spettano.
È dunque necessario assicurare che i minori stranieri non accompagnati, non appena arrivano sul territorio di accoglienza, vengano supportati da esperti, volontari ed affiancati da personale in grado di assistere i loro bisogni.
Allo stesso modo, è importante lavorare nuovamente sul fronte educativo, impegno che si traduce in educare i piccoli e grandi cittadini. A questo fine, è necessario continuare a elaborare progetti ed attività, come per esempio la possibilità di tenere nelle scuole incontri formativi con l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti in merito al significato di “rifugiato” e in merito al ruolo che la Convenzione sui Diritti del Fanciullo svolge tanto per loro stessi, quanto per loro coetanei stranieri giunti in Italia senza un genitore. Questa attività potrebbe prendere la forma di un vero e proprio programma, per cui non si tratterebbe di un solo unico e sporadico incontro, ma di un ciclo di incontri. All’aspetto teorico, si andrebbero ad aggiungere attività di gruppo per mettere in pratica quanto trasmesso e per sviluppare abilità come: team-working, condivisione del proprio pensiero, ascolto critico, capacità di identificare violazioni dei diritti dei minori e di prendere decisioni; insieme alla crescita di attitudini, come empatia, solidarietà, responsabilità e consapevolezza. Questo tipo di attività potrebbe essere organizzata per studenti delle classi medie e superiori.
Mentre nelle Università tali iniziative potrebbero rappresentare un vero e proprio corso (corso a scelta-facoltativo) e che potrebbe risultare di grande interesse soprattutto per svariati percorsi, tra cui Giurisprudenza, Economia, Scienze Politiche, Medicina, Filosofia, Lingue; le cui competenze, una volta sviluppate a conseguimento del titolo di studio, possono risultare utili all’interno dell’Agenzia ONU stessa. In questo contesto ovviamente i corsi sarebbero più specifici e affrontati in profondità. Per esempio corsi su “il diritto alla protezione internazionale”; “il caso dei minori non accompagnati”; “Convenzione sui diritti del fanciullo e convenzione di Dublino”. Il rapporto con le Università potrebbe risultare una grande risorsa, grazie alla vastità di contatti e risorse che dispongono. In questo modo, non solo l’educazione in tale ambito è garantita, ma gli studenti hanno la possibilità di entrare in contatto con un’Agenzia Specializzata di alto livello ove in futuro potrebbero applicare le proprie competenze ed essere di supporto.
Infine, un’ulteriore proposta potrebbe essere considerata dall’UNHCR, anche se tale suggerimento richiede maggiori sforzi e risorse. Per garantire una corretta mobilitazione volta ad assicurare una efficace educazione in merito all’argomento trattato, si potrebbero istituire sedi regionali-locali di UNHCR in alcuni Paesi. Per esempio, in Italia l’unica sede presente è a Roma; e potrebbe risultare utile stabilire altre sedi nel nord e sud d’Italia. Tali sedi supplementari farebbero poi riferimento a Roma, ma avrebbero la possibilità di mobilitare le città limitrofe e organizzare proprie iniziative e programmi. In questo modo, oltre a determinati dipendenti, la sede può essere supportata da volontari, piccoli e grandi, animati dalla volontà di contribuire. Così facendo, l’organizzazione stessa di seminari ed eventi (come nelle scuole) risulterebbe meno ostia grazie a rapporti più diretti con le istituzioni.
Nicole Fraccaroli, per Associazione Per i Diritti Umani
Paola Regina, Avvocato internazionalista