“LibriLiberi”. Almarina
di Alessandra Montesanto
Elisabetta Maiorana, cinquantenne, vedova e senza figli. Insegnante di matematica presso il carcere minorile di Nisida. Almarina, giovane rumena, segnata da botte e abbandoni, detenuta presso quel carcere. Si incontrano, prima guardinghe, per poi affezionarsi e diventare importanti l’una per l’altra in un rapporto di amicizia, di sorellanza, di madre e di figlia. Ma non è facile, se la realtà circostante presenta salite faticose come quella per arrivare in cima all’isola dove si erge la struttura; Nisida è un’isola nell’isola, di fronte a Capri, circondata dal Mediterraneo, cimitero acqueo di tante vite che hanno tentato fortuna migliore, come Almarina, in un Paese che in realtà ha ormai poco da offrire; in un Paese corrotto, dove la burocrazia esacerbata impedisce le adozioni; in un Paese dove solitudine e affanno sono la cifra di ogni giornata.
E allora un’insegnante apparentemente libera, entra in un carcere spogliandosi di tutto e qui trova l’autenticità delle relazioni (con un “comandante”, con una collega, ma soprattutto con i suoi ragazzi) e una giovane donna che è stata costretta a sbagliare riscopre la fiducia nel prossimo, guardandosi allo specchio negli occhi di Elisabetta.
Valeria Parrella con Almarina (edito da Einaudi) scrive un romanzo politico (si parla di Minori Stranieri Non Accompagnati, Democrazia, Diritto), passionale, poetico, come la lingua napoletana che accompagna i dialoghi, gli sfoghi, i sentimenti veraci di chi ogni giorno affronta i temi della Giustizia e dei Diritti umani senza perdere la propria umanità, anzi, quasi mettendoncela tutta dentro per non smarrirsi. Per non smarrire il ricordo che siamo tutti fragili e contraddittori e che solo con la reciproca conoscenza, scevra da pregiudizi, e il coraggio di mettersi in gioco è possibile costruire nuove reti di salvataggio e tornare a sentirsi di nuovo davvero, furiosamente e felicemente liberi.
“So leggere la prossemica dei detenuti, come gli alunni sanno individuare un insegnante in una persona di mezza età seduta in tram: la società è divisa per ambienti ed essi fanno corpo, gli elementi si emulano e si assomigliano, e sottostanno alle leggi dei grandi numeri. Ma poi l’individuo emerge da quella lasse, si alza dalla sua condizione e tona a essere unico, per un attimo…”