“Stay human. Africa”. Coronavirus, la situazione in Africa
di Veronica Tedeschi
“Una bomba per l’Africa” “Emergenza Coronavirus in Africa” “
Questi i titolo di giornale di qualche settimana fa che presagivano un disastro sociale ed economico per l’avvento del Coronavirus in Africa. Titoli parzialmente disattesi perchè, nonostante la situazione stia peggiorando come in tutto il resto del mondo, i casi in Africa non aumentano allo stesso ritmo di quelli Europei.
La situazione attuale vede 15* paesi colpiti (6 nelle ultime 24 ore) con un totale di 138 persone risultate positive. L’Egitto si trova al primo posto con 80 contagiati, seguono Sudafrica e Senegal.
I numeri sono in crescita ma i casi di Covid-19 in Africa sono pochissimi rispetto a quelli che ci si poteva aspettare. Molti esperti si sono interrogati sul fenomeno e sulla rivista New Scientist provano a spiegare il motivo.
Partiamo dal presupposto che l’Africa a livello sanitario è caratterizzata da fragilità e disorganizzazione e ha visto gli abitanti del continente più volte esposti a malattie come malaria, tubercolosi e Hiv.
Ruolo chiave potrebbero avere avuto le misure di isolamento adottate dai paesi che, a seguito di Ebola, si sono trovati preparati e già dal primo caso registrato hanno prontamente chiuso i confini (aerei compresi). Molti stati hanno anche adottato misure aggiuntive alla quarantena, come in Ruanda, dove sono stati arruolati studenti di medicina dell’ultimo anno per intraprendere lo screening negli aereoporti.
Una delle ragioni per il basso indice di trasmissione rilevato del Covid-19 in Africa potrebbe essere semplicemente la natura del virus, per il quale molti pazienti non manifestano sintomi o, ancora, alcuni esperti sostengono che i paesi africani, pur essendo più vulnerabili, potrebbero rivelarsi più resistenti, vista la bassa soglia dell’età media della popolazione.
Quali che siano le motivazioni, tutto questo è sorprendente e positivo soprattutto perchè, se l’epidemia da Coronavirus raggiungesse in Africa lo stesso tenore che ha raggiunto nei paesi europei nel giro di pochi giorni, la situazione potrebbe sfuggire di mano in poche ore.
Il vero problema in Africa sono le strutture sanitarie che, come già accennato, sono caratterizzate da sovraffollamenti e da una rete poco capillare di ambulatori. Rete sanitaria che, a fronte di un attacco epidemico di questo tipo, può certamente vacillare come è Stato per Ebola.
Poi c’è la questione tamponi che in un primo momento erano disponibili in soli due paesi (Senegal e Sudafrica) ma che, nel giro di pochi giorni sono arrivati a ben 37 paesi che oggi si dichiarano attrezzati per l’emergenza diffusa su scala globale.
Se l’Africa verrà duramente colpita dal Coronavirus, tutto il mondo economico andrà di conseguenza poiché in Africa si trovano la maggior parte dei giacimenti di materie prime che vengono esportate in tutto il mondo subito dopo la loro raccolta (non esiste in quasi nessun paese una prima lavorazione sul posto).
In conclusione l’Africa al momento sta riuscendo a contenere il virus ma gli aggiornamenti purtroppo sono continui; di giorno in giorno la situazione potrebbe variare, positivamente o negativamente.
Una cosa è certa, l’esperienza di Ebola non è stata invano.
* Algeria, Egitto, Marocco, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Repubblica Centrafricana, Nigeria, Camerun, Togo, Ghana, Guinea, Gabon, Sudan, Kenya e Etiopia.