“LibriLiberi”. Brama
di Alessandra Montesanto
Brama. Un termine, forse, un po’ desueto per indicare una volontà, un desiderio, una necessità. Nel caso della protagonista del romanzo di Ilaria Palomba (per Giulio Perrone Editore) si tratta di un bruciante bisogno di approvazione.
Bianca è una trentenne che fatica a stare al passo con il Presente sempre più esigente sul piano umano e sociale, che ha inseguito una figura paterna giudicante, che si è sentita inadeguata fin da piccola Ha tentato il suicidio, è stata ricoverata più volte in psichiatria fino a quando incontra il Prof. Carlo Brama. Filosofo, affascinante, affabulatore. Un uomo. Per Bianca la compensazione illusoria per le proprie mancanze. Lei fragile, lui forte. Lei troppo insicura, lui prepotente. Lei si abbandona ad un amore malato. Lui ne approfitta. E così si crea la tessitura di un rapporto sbilanciato, dove Bianca diventa trasparente e la Brama (metaforica nel cognome del co-protagonista) mefistofelica.
Un testo duro, secco anche nella scrittura, dove le frasi sono scarne come l’anima della ragazza che, con il suo vissuto, accusa e condanna il nostro vivere affamato di apparenza e di successo fino al punto da diventare carnivori. Smangia il corpo, la brama, e la ragione. Nemmeno Jung, le terapie, gli affetti restanti, possono curare se non c’è uno scatto di ribellione contro il masochismo. E allora che avvenga la catarsi, anche tramite la parola sulla pagina, strumento di espressione, di liberazione e di ritrovato amore per se stessi.