“LibriLiberi”. Istanbul Istanbul
di Alessandra Montesanto
“L’inferno non è il luogo dove soffriamo,
è il luogo dove nessuno
sente le nostre sofferenze”.
al_Hallaj
Forse può sembrare inusuale leggere, in tempi di pandemia, un romanzo che narra di prigionieri curdi, in Turchia. Ma ve lo consigliamo vivamente. Stiamo parlando di Istanbul Istanbul, dello scrittore, avvocato, giornalista turco di etnia curda, Burhan Sonmez (per Nottetempo edizioni).
Il titolo riporta due volte il nome della capitale turca perchè doppio è il suo volto: chi la vuole vedere solo come una città affascinante, ricca, moderna e chi la conosce come infingarda, povera, cattiva. LEI è la regina del testo, spicca con i suoi minareti, con le luci sul Bosforo, con le piazze aperte, ma nei sotterranei si celano le prigioni dei dissidenti, dei rivoluzionari che la ricordano, la ridisegnano, la anelano…
Un giovane studente, un “Dottore”, un uomo anziano, una donna, un barbiere …E le loro mogli, fidanzate, madri e i loro figli, amici, compagni di lotta. Il microcosmo violento e crudele del regime ha forme inumane e sfuocate; i corpi martoriati entrano nell’immaginario del lettore con la compassione impotente di chi sa, ma non può fare nulla. I racconti, le memorie, i desideri dei detenuti passano sottopelle e non si dimenticano facilmente sia per il contenuto di alto spessore sia per la scrittura poetica dell’autore del libro.
Da dentro (la cella) a fuori (nella città); da sotto (nel labirinto della morte) a sopra (nel capoluogo): chi può sentire le voci dei condannati e farsene carico? Cosa siamo diventati, se la Cultura ha soppiantato la Natura, se il denaro ha preso il posto di Dio, se un Uomo non riconosce più la dignità di altri esseri umani?
E poi il Tempo. Il racconto è un insieme di storie nelle storie – come nelle scatole cinesi e nella tradizione orientale tutta -storie che attraversano il tempo, mai in maniera lineare. Il Passato può anticipare il Futuro, il Presente è un lungo Passato e così via a dimostrare che la mente è il motore della nostra vita e della nostra morte perchè ci saremo ancora, anche dopo aver attraversato il ponte. Le idee non periscono e nemmeno i sogni. Se vogliamo ascoltare le voci…