La fine dell’attivista Ibrahim Gökçek
Sebbene il Governo turco, di fronte all’indignazione internazionale, avesse finalmente ceduto, dando la possibilità al Grup Yorum di ritornare a suonare, le condizioni ormai troppo critiche di Ibrahim Gökçek, non gli hanno permesso di veder realizzato il suo sogno.
Il tutto dopo 323 lunghissimi giorni di agonia e astinenza dal cibo, e dopo aver dovuto dare l’addio ad altri due attivisti, nonché membri del suo gruppo, Helin Bolek (23 anni) e Mustafa Kocak (28 anni).
Il Grup Yorum, band socialista internazionalista, si contraddistinse per i suoi testi socialmente impegnati tra cui, ad esempio, l’affermazione della libertà di espressione dei Kurdi. L’ultimo concerto della band si tenne del 2015, quando i membri furono, successivamente, perseguitati e incarcerati dal governo turco. Accusati non solo di terrorismo ma di essere collegati militarmente al Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (DHKP-C), organizzazione di sinistra fuori legge in Turchia, nonostante i loro continui dinieghi in merito a qualsiasi legame con organizzazioni politiche.
Il 2019 fu l’anno in cui ebbe inizio la protesta di Ibrahim Gökçek e dei suoi compagni che aveva come obiettivo la scarcerazione immediata degli altri membri del gruppo arrestati, la cancellazione del mandato di cattura per gli altri colleghi della band e del divieto di esibizione.
Soltanto pochi giorni fa si è assistito ad una parziale vittoria perché, almeno una delle loro richieste, la revoca del divieto di esibizione, era stata accettata dal governo della Stato turco, con la possibilità di tenere un concerto il prossimo 3 Luglio.
Purtroppo, anche il bassista del Grup Yorum non ce l’ha fatta e non potrà essere lì a suonare per la sua vittoria.