“Art(e)Attualità”. World Press Photo
di Alessandra Montesanto
E’ da tanto che non scriviamo per questa rubrica e torniamo a farlo, nella fase 2 della pandemia che ha colpito il mondo, in una maniera un po’ diversa dal solito. Gli anni scorsi abbiamo visitato l’esposizione delle fotografie vincitrici del World Press Photo presso la galleria Sozzani a Milano e vi abbiamo riportato molte immagini dei professionisti in gara; il Covid-19 non ci ha permesso di farlo ancora, ma il contest si è svolto ugualmente e ve ne possiamo dare notizia. E’ importante, ancora di più di questi tempi, perchè l’attualità è stata complicata da un evento straordinario e inaspettato. I fotoreporter hanno viaggiato, si sono mischiati con il Presente e ne hanno riportato le difficoltà, le opportunità, le crisi, le istanze…125 i Paesi raccontati, sempre tante le categorie prese in considerazione: ambiente, general news, vita quotidiana, sport, ritratti…
La storia dell’anno è quella di Romain Laurendeau che ha documentato le manifestazioni in Algeria e lo stesso autore ha dichiarato: “E’ stato impossibile per me non riconoscermi in questi giovani, stanchi di questa situazione nel Paese che chiedono di vivere come tutti gli altri”, una narrazione potente sulle proteste del 2019; dal nord Africa al sud con Yasuyoshi Chiba, vincitore del premio per la Foto dell’anno dal titolo Straight Voice in cui è ripreso un ragazzo, illuminato dalla luce dei cellulari, mentre recita una poesia a una manifestazione in Sudan attorniato da persone che battono le mani: il presidente della giuria del World Press Photo, Lekgetho Makola, ha motivato la scelta dicendo: “…soprattutto nel periodo in cui viviamo, pieno di violenza e conflitti, è importante avere un’immagine che ispiri le persone”.
Ma l’importante esposizione ha visto anche il racconto dei funerali delle vittime del volo Ethiopian Airlines 302, di una donna armena affetta dalla “sindrome della rassegnazione”, della lotta dei curdi in Iraq, e della più grande conferenza sulla difesa in Medio Oriente.
Apriamo lo sguardo e non rimaniamo indifferenti: quello che accade lontano da noi è, in realtà, molto vicino. Ma per capirlo bisogna andare in profondità.