Ancora chiuse le RSA. La disperazione dei parenti
Riceviamo ancora una lettera/denuncia da parte di una signora che ha la mamma in una RSA, nell’ Oltrepo pavese. La situazione è straziante per i parenti degli anziani; anziani e familiari non possono incontrarsi da vicino, ma solo guardarsi dalle finestre oppure parlarsi brevemente tramite un telefono cellulare, quando è possibile.
La situazione delle RSA in Lombardia rende chiara la politica in atto in Regione, le priorità in Italia…
Associazione Per i Diritti umani chiede il commissariamento della Lombardia.
Ecco la lettera/denuncia:
Vi ho scoperto per caso, durante un girovagare nella mia disperazione alla ricerca di qualcuno a cui poter gridare la disumana condizione che ancora oggi 21 Giugno 2021, gli anziani di moltissime RSA compresa quella dove risiede mia mamma in Oltrepo pavese, stanno vivendo sulla loro pelle in completa solitudine. Io condivido pienamente la lettera scritta dai signori Titta e Umberto Falaschi di Cesano Boscone il 30 Maggio. Non è mia intenzione colpevolizzare la RSA in cui ci troviamo, non sono emerse particolari criticità, ma la struttura ad oggi, è ancora chiusa. Io da due settimane vedo la mamma dalla finestra aperta del piano terra per 15 minuti su appuntamento, una volta a settimana. Questo perchè nella residenza 1, in cui lei alloggia (in totale sono 4 divise per patologie o per richieste dei familiari), ci sono casi ancora positivi. Non è vita per me, per lei e per tutti quelli che dal 22 Febbraio sono stravolti nei loro affetti per il “distanziamento”.
Ma nel 2020, siamo sicuri di essere paesi civili? Riprendono tutte le attività, comprese le più rischiose come il campionato, tanto per i calciatori i tamponi ci sono sempre stati e sempre ci saranno, riprendono i voli internazionali lunghi e stipati come prima, musei, ristoranti, terme….ma nessuno pensa a niente per venire incontro all’isolamento di già ben 4 mesi degli anziani. Perchè a nessuno importa veramente e non se ne parla mai.
Importa a noi parenti e francamente forse a troppo pochi, altrimenti non saremmo in queste condizioni.
Mia mamma ha un parkinson in fase avanzatissima, non riesce più nemmeno a parlare, impensabile tenere un telefono all’orecchio, impensabile mangiare, bere, grattarsi la testa se ne ha necessità. Io ero sempre là.
La chiamo tutti i giorni, se trovo un operatore disponibile le accosta il telefono perchè io le parli, altrimenti glielo lasciano in mano, lei non riesce a gestirlo e puntualmente schiaccia qualche tasto con i suoi movimenti involontari. Io la imboccavo, le davo sempre almeno un pasto al giorno, perchè lei è molto lenta, ma distingue i gusti e con pazienza non facevo frullare, ma schiacciavo cose morbide in modo da avere un composto semi solido e non liquido. Ora è dimagrita, è peggiorata. Piange anche al telefono e io con lei.
Io voglio che questa orrenda situazione non venga sotterrata in nome di un ottimismo falso, perchè noi non ci vedremo ancora per molto. Infatti la RSA ha già ventilato appuntamenti ad oltranza a tempo limitato, anche se le cose miglioreranno. Nessuno dovrebbe far finta di non saperlo. Ora la chiamano “precauzione”.
Se però pensassero a costruire tende campo climatizzate fuori dalle strutture per le visite parenti, o ci fosse più personale all’interno della struttura, forse noi potremmo vederci anche tutti i giorni, sempre fuori finestra, me ne farei una ragione se fosse un incontro quotidiano.
Mi rivolgo ai cari Politici, Protezione Civile, ATS lombardia: non girate la testa. In un mondo dove tutti siamo diventati animalisti, dove non abbiamo cuore di lasciare giustamente soli i nostri cani , perchè non pensiamo di far vivere dignitosamente anche agli anziani che non per vezzo, ma per necessità sanitarie non colmabili a casa propria, si trovano soli, nell’ultima difficile fase della loro vita ?
Simona Campolunghi
Valle Salimbene (PV)