“La mia storia è la tua storia”. La storia di Ismete
a cura di Jorida Dervishi
Mi chiamo Ismete Selmanaj, sono nata a Durazzo, in Albania. Nel 1991 mi laureai all’Università di Tirana presso la Facoltà di Ingegneria Edile. (All’epoca era lo Stato che decideva il tuo profilo di studio e ti mandavano dove c’era più bisogno, seguendo le esigenze dello Stato). Malgrado questi miei studi scientifici, la passione per la letteratura mi ha accompagnata sin da quando ero bambina e non mi ha mai abbandonata. L’Albania è la madre, la culla che mi ha scosso. Ė lì che ho imparato l’alfabeto, sono andata a scuola per la prima volta; lì ho detto le prime parole, ho fatto i primi passi; lì ho le mie radici. Eravamo una famiglia normale, ma nelle famiglie normali, durante il comunismo, il cibo spesso mancava, come in quasi tutte le famiglie in quell’epoca. La fame è una malattia brutta perché ti prende il cervello. Non puoi resistere alla fame. Fortunatamente i miei figli non hanno dovuto fare la fila per comprare il pane, non hanno mangiato secondo le razioni prefissate [da chi comandava]. Perché (la quantità del cibo che veniva distribuita doveva essere calcolata secondo il numero delle persone presenti in una famiglia. Adesso ricordo sorridendo…Mi rendo conto del fatto che, anche se ciò che puoi fare è soltanto una piccola goccia nel mare, può darsi che sia proprio quella a dare significato alla tua esistenza. Ma ci sono altre prime volte e le ho vissute in Italia. Qui sono diventata madre per la prima volta. (All’età di 25 anni nacque mio figlio più grande). E sempre qui ho partecipato alle (discussioni) in alcune aule universitarie come relatrice per parlare dell’Albania. Praticamente metà del mio cuore ė nel luogo in cui sono nata e cresciuta; e l’altra metà nel luogo in cui ho ottenuto i miei primi successi e ho realizzato i miei sogni.