“La mia storia è la tua storia”. La storia di Julio Cesar
a cura di Jorida Dervishi
La storia di Julio Cesar
Quello che facciamo è costruire un racconto, una narrazione.
Non troppo diversa, in fondo, da una storia raccontata in un libro o in un film.
C’è una storia che l’umanità si racconta fin dalla notte dei tempi. È la storia dell’eroe che viene chiamato a svolgere un compito importante, più grande di lui. Così abbandona il mondo che conosce per avventurarsi nell’oscurità, dove affronta delle prove, si confronta con una figura superiore, e infine torna a casa con un dono, una vittoria, la soluzione del problema.
Mi chiamo Julio Cesar. Sono nato in Bolivia a Santacruz il 15-09-1980. In Italia sono arrivato il 22 dicembre 2017 con un visto turistico.
Il visto turistico è l’unico modo per ottenere il via libera ad entrare nei Paesi della Comunità europea. Nel mio paese lavoravo come camionista. Sono padre di tre figlie, la loro mancanza è una cosa che mi pesa tanto. Ho iniziato il mio viaggio sperando in una vita migliore. In Italia sono stato ospitato dalla mia compagna. È stato molto difficile trovare un lavoro. Solo dopo 5 mesi di ricerche ho potuto trovare un posto in una cooperativa dove mi occupo di carico e scarico. Come la maggior parte dei migranti sono venuto qui per lavorare. È stato duro vivere e lo è ancora, senza amici, senza nessuno con cui dirsi una parola, a cui comunicare il proprio dolore, senza niente…
Cosa vi posso dire? La vita in Italia è bella se tu hai un lavoro. Perché se hai un lavoro hai la vita, puoi uscire, puoi comprare i vestiti, puoi mangiare…