Notizie dal mondo. Dall’Iran alla Siria, dalla Turchia all’Algeria
A cura di Anbamed di Farid Adly
I titoli:
Iran 1: “l’esplosione a Natanz è stato sabotaggio terroristico”
Iran 2: il secondo missile è stato fatale per la strage dell’aereo
ucraino abbattuto a Gennaio
Siria: Damasco al buio dopo l’esplosione di gasdotto a sud della
capitale
Libia: accuse reciproche tra le parti libiche, ma la situazione
militare a Sirte è calma
Turchia: preoccupazione per la vita di due avvocati ingiustamente
detenuti e in sciopero della fame da 200 giorni
Tunisia: oggi il nuovo governo e venerdì il voto di fiducia in
Parlamento
Algeria: in forse l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio
con l’UE
Le notizie:
Iran 1:
Un portavoce dell’Ente nazionale per l’energia atomica ha annunciato che l’incendio nella centrale nucleare di Natanz è stato un atto terroristico. La dichiarazione avviene nel giorno della visita di Raffael Grossi, presidente dell’AIEA a Teheran per incontri con i dirigenti iraniani e per avviare le procedure di ispezione nei siti iraniani. Le autorità iraniane avevano parlato in un primo momento di un incendio causato da errori tecnici, ma poi dopo alcune rivelazioni mediatiche occidentali, non hanno escluso “un attacco terroristico di Israele e USA”.
Iran 2:
rivelazioni iraniane affermano che lo studio della scatola nera dell’aereo ucraino, abbattuto lo scorso Gennaio poco dopo la partenza da Teheran, confermano che dopo il primo missile, l’equipaggio ha scambiato ordini per circa 19 secondi. Secondo l’Ente iraniano per il Volo, equipaggio e passeggeri erano vivi prima che l’aereo venisse colpito dal secondo missile e probabilmente sarebbe stato possibile un atterraggio d’emergenza, perché i motori erano ancora funzionanti. Teheran in un primo momento aveva parlato di errore umano del pilota, ma poi ha dovuto ammettere che due missili lanciati per errore sono il motivo della strage, dove hanno perso la vita 176 persone. In quel periodo a Teheran si viveva un clima di terrore in seguito all’assassinio del generale Soleimani da parte degli USA. Dal 25 luglio, la scatola nera è a Parigi per essere visionata da una commissione indipendente. Le rivelazioni ufficiali dell’Ente di Teheran aggravano la responsabilità civile dello Stato mediorientale.
Siria:
Un’enorme esplosione del gasdotto a sud della capitale, Damasco, ha provocato questa mattina l’interruzione della fornitura dell’energia elettrica. Secondo il ministro dell’energia, si tratterebbe di un atto terroristico. L’agenzia stampa governativa Sana ha pubblicato immagini del tratto di condotte distrutto dall’incendio divampato.
Libia:
Le due parti libiche tornano agli attacchi, per il momento soltanto di comunicati. Mismari, portavoce del generale Haftar, ha accusato Sarraj di aver preso in giro i libici e la comunità internazionale. “Stanno preparando l’attacco a Sirte”, ha affermato. Poco prima, il governo Sarraj e il Parlamento di Tripoli hanno escluso qualsiasi trattativa con il generale Haftar, definito “Criminale di guerra”. Sul terreno, il fronte di Sirte è calmo. La città però è senza collegamenti telefonici e connessioni Internet. La missione ONU in Libia sta preparando i lavori della Commissione militare inter libica 5+5, per decidere le modalità di esecuzione dell’accordo di cessate il fuoco.
Turchia:
Preoccupazione in tutto il mondo per la vita dell’avvocata turca, Ebru Timtik e del suo collega Aytac Unsal, in sciopero della fame da 200 giorni per chiedere un giusto processo. I due rischiano la vita e sono stati trasferiti in ospedale, sotto un rigido controllo di sicurezza che rasenta la tortura: una forte luce, 24 ore al giorno, illumina le stanze dove sono ricoverati. L’ordine degli avvocati turchi ha lanciato un appello alla Corte suprema turca per ripensare la decisione di non liberare Ebru e Aytac, emessa la scorsa settimana. I due avvocati sono stati condannati per un’accusa falsa: “terrorismo”. Nelle carceri turche ci sono altri 18 avvocati condannati per motivi politici. Il presidente dell’ordine degli avvocati di Istanbul ha definito la loro condanna, “Lento omicidio di Stato” e ha addossato al governo la responsabilità di un’eventuale morte dei due colleghi. Ma il governo Erdogan ha completamente ignorato tutti gli appelli all’umanità. Esattamente come per il caso dei due membri del gruppo musicale Grup Yorum, che sono morti, a Aprile e Maggio scorsi, dopo lunghi periodi di sciopero della fame, in protesta contro il divieto di tenere concerti nelle piazze.
Tunisia:
Il primo ministro incaricato Hisham Mushishi si accinge a presentare oggi al presidente della Repubblica, Qais Sayied, la formazione del governo tecnico. Secondo alcune anticipazioni stampa, nessun esponente
di partito è compreso nella lista dei ministri. Il voto per la fiducia è previsto Venerdì. Secondo le previsioni del presidente del Parlamento e fondatore del partito islamista Ennahda, Ghannouchi, il governo otterrà la fiducia, per responsabilità dei partiti. I partiti laici hanno condizionato il loro appoggio all’esclusione di tecnici vicini al partito islamista. In caso di mancata fiducia, si andrà allo scioglimento del Parlamento e elezioni anticipate, come annunciato dal presidente della Repubblica. Sarebbe un atto di irresponsabilità, nelle condizioni economiche disastrose che vive il paese anche in vista dell’aumento dei contagi Covid19, che ha fatto crollare la stagione turistica.
Algeria:
É in dubbio l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio con l’UE, firmato nel 2002. L’accordo doveva entrare in vigore nel 2017, ma il periodo di attesa è stato prorogato di altri 5 anni. Il prossimo 1° Settembre era prevista l’entrata in vigore, ma politici, esperti economici, imprenditori e sindacati algerini hanno criticato le condizioni diseguali, previste nell’accordo. Il presidente della Repubblica Tabboun ha ordinato all’inizio di Agosto di formare una commissione per lo studio della convenienza di questo accordo per gli interessi economici del paese. Secondo il presidente della Lega delle società esportatrici, Alì Bay Nassiri, l’Algeria ha importato dall’UE, nel periodo dal 2005 al 2019, per 320 miliardi di dollari; le
esportazioni – escluso petrolio e gas – sono state di appena 15 miliardi di dollari. E’ un liberismo di facciata e sbilenco che rischia di distruggere la quarta economia del continente africano.