Notizie dal mondo. Nord Africa e Medioriente
(dall’agenzia stampa Anmabed a cura di Farid Adly)
Per ascoltare l’audio:
http://www.ildialogo.org/anbamed/indice_1599370855.htm
I titoli:
Yemen: Duri combattimenti a Maarib. Interviene l’aeronautica saudita
Iran: la tv di Stato trasmette la confessione di Afkari, estorta sotto
tortura
Libia: oggi in Marocco l’incontro tra delegazioni dei due parlamenti di
Tobruk e di Tripoli
Iraq: Le truppe USA che hanno lasciato le basi irachene si sono
trasferite in Siria
Siria: Daesh si riorganizza; 5 jihadisti catturati a Mayadeen, nel nord
est
Egitto: a processo ex primo ministro, Ahmed Shafiq, mancato candidato
alle presidenziali contro Al-Sisi
Le notizie:
Yemen:
infuria la battaglia per la conquista di Maarib, nel centro del Paese ad est della capitale Sanaa. Gli Houthi hanno sferrato una dura offensiva militare contro le periferie della città, ma sono stati respinti con l’intervento dell’aeronautica saudita. Una guerra senza prospettive di soluzione, secondo la maggior parte degli analisti, per le divisioni all’interno del fronte dei governativi, indebolito dalla fronda degli autonomisti dello Yemen del Sud. Le trattative per il cessate il fuoco languono, per l’impotenza dell’ONU, visto il sostegno delle potenze occidentali a Riad, in funzione anti iraniana. Secondo l’Istituto per gli studi strategici in Yemen, “gli orizzonti di una soluzione pacifica si allontanano, perché le due parti principali in conflitto hanno interesse a che la situazione di guerra continui”.
Iran:
La tv di Stato iraniana ha trasmesso un video nel quale il condannato a morte, Navid Afkari, ammette di aver colpito con un coltello l’agente di sicurezza di una società, durante i moti di protesta del 2018. Afkari è un campione di lotta e la sua causa ha mobilitato il presidente Trump che ha esortato due giorni fa il governo di Teheran a non eseguire la condanna. La pratica delle trasmissioni di confessioni estorte con la tortura è consueta nella tv iraniana. Le associazioni iraniane di difesa dei diritti umani hanno fatto circolare sui social un video nel quale Afkari denuncia che quelle frasi sono state estorte in seguito alle torture.
Libia:
si tengono oggi a Skheirat, in Marocco, gli incontri tra due delegazioni parlamentari libiche. Un incontro preliminare a quello di Ginevra, sotto l’egida dell’ONU, che si dovrebbe tenere nei prossimi giorni, il cosiddetto comitato 13+13 proposto alla Conferenza di Berlino lo scorso Gennaio. Un negoziato politico in salita, perché le interferenze internazionali e regionali sono così forti che le delegazioni non trovano legittimità per fare scelte decisive e mettere fine al conflitto.
Iraq:
Le truppe statunitensi lasciano sì gradualmente l’Iraq, ma per trasferirsi in Siria. Sono stati osservati ingenti movimenti di truppe e mezzi pesanti attraverso il confine, nell’ultima settimana. Le basi militari sono tutte nelle province orientali della Siria: Hasaka e Dei Azzour, sotto il controllo delle forze curde oppure al confine desertico con la Giordania. Il trasferimento in Siria viene spiegato dal Pentagono con la necessità di avere truppe nelle zone dove potrebbe riorganizzarsi Daesh (ISIS), ma guardando la cartina geografica delle basi militari si nota la loro vicinanza ai giacimenti petroliferi siriani. Malgrado le
ripetute dichiarazioni di Trump sul ritiro delle truppe Usa dalla Siria, i fatti dimostrano il contrario.
Siria:
5 miliziani di Daesh sono stati catturati a Mayadeen, ad est di Deir Azzour, nel nord-est della Siria. Erano vestiti con l’uniforme delle guardie rivoluzionarie iraniane e provenivano dalla zona desertica siriana al confine con l’Iraq e la Giordania, dove i rimasugli del cosiddetto Stato Islamico si sono riparati dopo la sconfitta militare nell’ultima battaglia di Baghuz, nel Marzo 2019, per mano delle forze democratiche siriane a guida curda.
Egitto:
l’ex primo ministro Ahmed Shafiq è sotto processo al Cairo per malversazione di denaro pubblico. I fatti risalgono ai tempi di Mubarak, quando Shafiq era ministro dell’aviazione civile. Shafiq era stato assolto dalle accuse nel 2013. Ambienti vicini all’ex primo ministro sostengono che l’accanimento giudiziario è figlio delle scelte politiche di Shafiq. Nel 2018 aveva tentato di candidarsi alle presidenziali, ma un provvedimento delle forze armate (Shafiq è un generale in congedo) gli ha impedito di procedere e costretto a ritirare la candidatura, per mancanza di un’autorizzazione dello Stato Maggiore dell’esercito. Nel
2012, si era candidato contro Morsi, ma ha perso.