Leader di opposizione bielorussa fatta sparire a Minsk
E’ di ieri la notizia della scomparsa di Maria Kolesnikova, una dei leader dell’opposizione bielorussa; sarebbe stata rapita da uomini incappucciati non identificati nel centro della capitale Minsk. La notizia è stata diffusa dal sito locale di notizie Tut.by che ha riportato la testimonianza di una donna che raccontava di aver visto i rapitori costringere la Kolesnikova a salire su un minivan e scappare via. Oltre a Kolesnikova non sarebbero più reperibili anche altri tre membri del consiglio di coordinamento dell’opposizione Anton Rodnenkov, Ivan Kravtsov e Maxim Bogretsov.
Lo scorso 31 agosto Kolesnikova, che è una flautista e insegnante di musica, aveva annunciato che avrebbe fondato un nuovo partito d’opposizione insieme ai sostenitori di Viktor Babariko, un ex banchiere che aveva tentato di candidarsi alle ultime presidenziali contro Lukashenko e che Kolesnikova aveva sostenuto, ma che era stato arrestato prima delle elezioni.
Migliaia di persone si sono radunate nelle strade e nelle piazze di Minsk, la capitale della Bielorussia, per protestare contro il presidente Alexander Lukashenko, accusato di aver manipolato le recenti elezioni per ottenere il sesto mandato presidenziale.
Svetlana Tikhanovskaya, principale candidata di opposizione, è tornata in pubblico dopo la fuga in Lituania e qualche giorno di silenzio; l’Unione Europea ha diffuso un duro comunicato in cui ha detto di non riconoscere il risultato delle elezioni.
Per la prima volta in ventisei anni, dicono in molti, Lukashenko sembra in seria difficoltà, ma dalla sua parte ha ancora l’esercito e la Russia.
Le proteste sono state represse con forza dal governo, che è accusato di aver rastrellato indiscriminatamente le persone per le strade, per grandissima parte pacifiche, e averne arrestate oltre 6.000 in tre giorni. Il ministero dell’Interno bielorusso ha detto che c’erano stati circa tremila arresti dopo le manifestazioni di lunedì notte, duemila dopo quelle di martedì e altri mille mercoledì. I dati sono stati confermati dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, che ha condannato la repressione violenta delle proteste. Un numero così alto di arresti, tra cui ci sarebbero anche minorenni, secondo Bachelet è una «chiara violazione degli standard internazionali sui diritti umani». Chiedendo il rilascio di tutti i manifestanti detenuti illegalmente, Bachelet ha aggiunto: «Ancora più preoccupanti sono le notizie di maltrattamenti durante e dopo la detenzione».