#NOCPR: “Ognuno faccia il suo, per non essere complice”: lettera a Sindaco, Consiglio e Giunta del Comune di Milano
Al Sindaco della città metropolitana di Milano Al presidente del Consiglio Comunale di Milano Alla Giunta di Milano Al Consiglio comunale di Milano La rete Mai più Lager – No ai CPR è attiva sul territorio di Milano da ormai più di due anni. Nata in occasione delle dichiarazioni dell’allora ministro dell’interno nell’agosto del 2018, in questi due anni la rete si è spesa per denunciare -insieme alle scelte di politiche relative alle persone migranti e non solo – le conseguenze nefaste delle aperture dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio, i CPR, a partire da quelli già aperti sul territorio nazionale, e per chiedere con forza che né a Milano, né altrove si continuassero ad aprire questi luoghi di detenzione di persone che vengono private della libertà e dei diritti basilari, solo perché migranti. In questo periodo di tempo, forti delle differenze tra le realtà e le persone che animano la rete, abbiamo cercato alleanze, organizzato iniziative sia di piazza che di informazione, e chiesto prese di posizione: facili quando il ministero degli interni era occupato dal segretario della Lega, sono diventate apparentemente molto più difficili con il cambio di governo. Cambiamento che – a nostro avviso – non ha avuto quella ricaduta realmente positiva sulle scelte politiche relative alle persone migranti e a una visione della società che rimane tendenzialmente securitaria.
Nemmeno l’emergenza sanitaria ha bloccato l’apertura del CPR di via Corelli, evidentemente ritenuto una priorità per questo paese, e a dieci giorni dall’apertura ci sono stati i primi disordini, e le notizie che ci giungono in maniera difficoltosa ci parlano di coperte consegnate tardi nonostante le temperature ormai basse, di impossibilità di comunicare, di telefoni sequestrati insieme a effetti personali e vestiti, di deportazioni lampo, che, grazie ai trattati firmati di recente, stanno interessando centinaia di persone, che appena sbarcate dalla Tunisia vengono prima caricate su navi-quarantena e poi smistate verso i vari CPR d’Italia, senza nessuna garanzia che vengano rispettati gli obblighi di informativa circa il diritto di poter fare richiesta di protezione internazionale.
Un intero quartiere totalmente militarizzato. L’assessore regionale alla sicurezza festeggia, noi ci vergognamo.La città di Milano, come tutti e tutte sanno, è città medaglia d’oro alla Resistenza.È una città con un tessuto sociale forte, ha sempre dimostrato di avere spirito di solidarietà e di cittadinanza civica, anche nel periodo difficile che stiamo vivendo. Noi, come cittadini e cittadine che fanno di questo spirito il motore delle proprie azioni, che si riconoscono nei valori di uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione e nei diritti che da essa e in essa sono tutelati, chiediamo con forza oggi al Sindaco Sala, al presidente del Consiglio Comunale Lamberto Bertolè, alla giunta e al Consiglio comunale, di far sentire la propria voce al governo, composto in parte dalla stessa soggettività politica che governa oggi Milano, perché il CPR di Corelli sia chiuso, e con esso, a cascata, tutti i CPR esistenti sul territorio nazionale. Crediamo che Milano debba e possa avere voce in capitolo. Ma deve essere una voce che si faccia sentire. Molti e molte di noi ricordano bene cosa sono stati i CPT, cosa sono stati i CIE e quante sofferenze ci sono state prima che venissero chiusi. Sappiamo bene cosa sono i CPR. La rete Mai più Lager – No ai CPR continuerà la mobilitazione diffusa e permanente fuori dai palazzi, con un solo obiettivo: chiudere i lager di Stato, a Milano come altrove. Ognuno faccia il suo, per non essere complice.
Milano, 15 ottobre 2020Rete Mai Più Lager – No ai CPR(Lettera consegnata ad alcun* consiglier* in occasione del presidio L’inferno del CPR – Il gioco dell’oca con le pedine umane del 15 ottobre 2020)