Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
A cura di Farid Adly
I titoli:
Pakistan: una bomba in una scuola coranica uccide 7 persone
Yemen: ucciso in un agguato a Sanaa un ministro Houthi
Siria: riprendono gli scontri nel nord della Siria
Repubblica Saharawi: chiuso per protesta un valico di frontiera con la Mauritania
Arabia Saudita: le detenuta Loujain Hathloul è in sciopero della fame
Bangladesh: 40 mila in piazza manifestano contro la Francia
Le notizie:
Pakistan:
Una bomba è esplosa in una scuola coranica a Peshawar in Pakistan. Almeno 7 morti e decine di feriti. Secondo un rapporto della polizia, l’attentatore ha portato una valigia all’interno della scuola e dopo averla depositata nella sala delle letture ha abbandonato la scuola. La lezione era trasmessa in diretta sui social. Nel video si vedeva un imam, vestito in bianco con il copricapo caratteristico, che parlava in arabo e in pashtun, prima dell’esplosione che ha mandato tutto in frantumi. Nessuna rivendicazione.
Yemen:
il ministro della gioventù e dello sport nel governo dei ribelli Houthi, Hassan Zaed, è stato ucciso in un agguato a Sanaa. Il comunicato del Movimento Ansar Allah denuncia che un gruppo armato ha affrontato l’auto guidata dalla figlia del ministro e ha sparato diverse raffiche di pallottole. Il ministro e sua figlia sono stati soccorsi e portati in ospedale, dove Zaed è morto, mentre sua figlia versa in gravi condizioni.
La capitale Sanaa è stata occupata nel 2014 dai combattenti Houthi, che hanno cacciato il governo del presidente Hadi, esiliato nel capoluogo del sud Yemen, Aden. Dal 2015, si assiste ad un intervento militare di Riad e Abu Dhabi, per contrastare l’influenza iraniana nel sud della penisola arabica.
Siria:
Si accende la guerra nella provincia di Idlib. Le forze dell’opposizione hanno sferrato attacchi, con l’artiglieria e con missili terra-terra, sulle postazioni governative a Sarajeb. Gli scontri si sono estesi nelle province limitrofe di Aleppo e Hama. Secondo l’osservatorio siriano, ci sarebbero oltre 30 morti dalle due parti. La ripresa del conflitto, in violazione della tregua siglata tra Putin ed Erdogan, avviene il giorno dopo i bombardamenti russi sulle basi della milizia Brigate Sham filo turca, accusata di addestrare mercenari da spedire nel Nagorno-Karabakh.
Repubblica Saharawi (Sahara Occidentale):
attivisti saharawi hanno chiuso il valico di frontiera, Karkorat, tra il territorio sahrawi e la Mauritania. Il valico è gestito dalla missione internazionale Minurso. L’azione dimostrativa tende a riportare l’attenzione della diplomazia internazionale sulla questione saharawi che giace nei corridoi dell’ONU senza uno sbocco equo e giusto per la fine del conflitto tra il Fronte Polisario e Marocco. Il Consiglio di Sicurezza non è riuscito a trovare un accordo per le regole di svolgimento del referendum sul diritto all’autodeterminazione.
Arabia Saudita:
L’attivista detenuta Loujain Al-Hathloul sta compiendo uno sciopero della fame ad oltranza per protestare contro il divieto delle autorità alle visite dei suoi familiari ed ai contatti telefonici. Il fratello Alaa, che vive all’estero, ha dichiarato che sua sorella è stata sottoposta a violenze, torture con l’elettroshock e pressioni psicologiche. Con il pretesto dell’emergenza sanitaria Covid19, le autorità carcerarie hanno impedito le visite e poi, da maggio, sono state interrotte le chiamate telefoniche. È in corso una campagna di solidarietà sul web con l’hashtag #FreeLujain
Bangladesh:
almeno 40 mila manifestanti sono scesi nelle piazze per protestare contro la Francia in difesa del profeta Muhammad. Chiedono il boicottaggio dei prodotti francesi. La manifestazione indetta da un partito islamista è stata fermata dalla polizia prima di arrivare all’ambasciata francese. In un comunicato gli organizzatori hanno chiesto l’espulsione dell’ambasciatore. In molti paesi islamici, i partiti dell estremismo fondamentalista soffiano sul fuoco mobilitando le masse contro le vignette di Charlie Hebdo, considerate offensive per il profeta dell’Islam.