Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
A cura di Farid Adly
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I titoli
Egitto: attesa per la sentenza sulla custodia cautelare nel processo contro Zaky
Algeria: condannata a 6 mesi di carcere l’attivista Akkadi
Kuwait: successo dell’opposizione nelle elezioni, ma in aula non entra nessuna donna.
Paesi del Golfo: un vertice a Manama per l’accordo tra Qatar e Riad metterà fine alle rivalità
Libia: di nuovo tamburi di guerra, ma le trattative politiche continuano
Le notizie
Egitto:
La speranza è l’ultima a morire. Si conoscerà oggi il verdetto della seduta al Tribunale del Cairo sul caso Patrick Zaky. Lo studente dell’Università di Bologna è in carcere da 306 giorni per un post sui social ritenuto dalla Mukhabarat, la polizia segreta, “destabilizzante per la sicurezza dello Stato”. Nell’udienza di ieri, Zaky si è difeso sostenendo che le accuse sono infondate e si è lamentato di aver subito 10 mesi di prigione nel carcere di massima sicurezza di Tora. La sua avvocata ha raccontato che Zaky per tutto il periodo di detenzione ha dormito per terra senza materasso.
In un altro procedimento, il giudice delle indagini preliminari ha assolto 20 Ong, tra le quali 3 statunitensi e una tedesca, dall’accusa di aver ricevuto finanziamenti esteri in modo illecito ed ha sentenziato il non luogo a procedere. La causa risale al 2011 e diversi responsabili di queste Ong hanno subito detenzioni, sequestro di conti bancari e divieto di viaggiare; le Ong hanno visto chiuse le loro sedi.
Non è chiaro se vi sia un collegamento tra queste decisioni e la visita di Stato di Al-Sissi a Parigi, con l’incontro di oggi con Macron.
Algeria:
Il tribunale di Tlemcen, nel nord-ovest, ha condannato in secondo grado la studentessa e attivista del Hirak, Nour-Huda Akkadi, a sei mesi di carcere. Akkadi era stata arrestata un anno fa per assembramento non autorizzato. Viene così confermato il giudizio di primo grado. La clava giudiziaria, per inibire le mobilitazioni politiche pacifiche, si è acuita dopo l’emergenza sanitaria, periodo che ha visto divieti assoluti a manifestare. Nelle carceri algerine giacioni 90 attivisti condannati o in attesa di giudizio.
Kuwait:
Risultati sorprendenti per le elezioni politiche. 31 deputati sul totale di 50 entrano per la prima volta in aula e 24 degli eletti è dell’opposizione all’attuale governo. Nessuna donna è stata eletta. L’emiro ha già approvato i risultati e ha rimosso il governo e nominerà, dopo l’insediamento del Parlamento e le consultazioni, un nuovo primo ministro. Queste elezioni sono state condizionate dall’emergenza sanitaria che ha avuto ripercussioni economiche con il calo delle entrate petrolifere. Il governo precedente ha scaricato il peso della crisi sui lavoratori stranieri, che sono la maggioranza dei residenti, cancellando i permessi di soggiorno agli ultra 65enni con conseguente espulsione.
Paesi del Golfo:
l’iniziativa del Kuwait, sostenuta dall’amministrazione Trump, è riuscita ad avviare un processo di riavvicinamento tra Riad e Doha. Entro la fine del mese si terrà a Manama, in Bahrain, un vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo, per mettere fine all’embargo nei confronti del Qatar. L’argomento convincente che ha smosso la corona saudita dalle sue posizioni di chiusura nei confronti del Qatar, accusato di sostenere il terrorismo, è stato la necessità di concentrare tutti gli sforzi per colpire l’Iran.
Libia:
Un passo avanti e due indietro. Mentre si sprecano le riunioni ed i Forum, si registrano due gravi avvenimenti militari: lo scontro tra militari dell’LNA (esercito di Haftar) e del GNA (governo di Tripoli) per il controllo dei pozzi petroliferi della regione meridionale e il pattugliamento di navi da guerra turche delle coste di Sirte. Nella città di Ubari, nell’estremo sud desertico al confine con Algeria e Niger, le truppe dell’LNA hanno assediato una missione militare mandata dal governo di Tripoli. Il portavoce dell’esercito denuncia ammassamenti di truppe con mercenari a ovest di Sirte.
Oggi si doveva riunire il Parlamento a Ghdames, una città turistica al confine con Tunisia e Algeria, ma non è stato raggiunto il quorum. Nello stesso giorno, il presidente della Camera, Aqila, ha convocato la stessa riunione a Bengasi, sede naturale del Parlamento. Se le febbrili riunioni coordinate dalla missione ONU non porteranno ad un accordo, il paese si troverà con due governi, ben tre Parlamenti e una ripresa del conflitto.