Anbamed. Notizie dal Sud Est del Mediterraneo
A cura di Farid Adly
Nell’approfondimento di oggi: Il sogno concreto di Agitu, un articolo di Rosy Battaglia
I titoli
Sudan: finanziamento Usa per un miliardo di dollari e relazioni diplomatiche con Israele
Palestina: istituzioni israeliane hanno falsificato le carte per colonizzare terre palestinesi a sud di Gerusalemme.
Libia: scambio prigionieri di guerra
Israele: l’Apartheid sanitaria colpisce le popolazioni palestinesi sotto occupazione
Siria: Ankara saccheggia i monumenti archeologici siriani ad Afrin
Le notizie
Sudan:
Il segretario al tesoro USA, Steven Mnuchin, ha visitato il Sudan dove ha firmato importanti accordi bilaterali, dopo la cancellazione di Khartoum dalla lista statunitense dei paesi sostenitori del terrorismo. L’agenzia stampa sudanese informa che Washington fornirà le garanzie ad un prestito della Banca Mondiale per un miliardo di dollari. Durante i colloqui bilaterali, il Sudan si è impegnato a stabilire relazioni diplomatiche con Israele.
La situazione economica e finanziaria del Sudan è precaria, con un debito estero che ammonta a 60 miliardi di dollari, un fardello che blocca ogni riforma di sviluppo e mette a rischio la transizione verso un governo democratico senza le interferenze dei militari.
Preoccupa e non poco la situazione al confine con l’Etiopia. L’esercito di Khartoum ha denunciato che ieri ha subito due attacchi dai militari di Addis Abeba. Malgrado l’avvio di trattative politiche sui confini, ereditati dal colonialismo britannico, la tensione nella regione contesa di Al-Fashaga rimane alta.
Palestina occupata:
Una battaglia legale durata 12 anni ed alla fine è stata vinta. Famiglie palestinesi, sostenute legalmente dall’ANP e da associazioni giuridiche per la difesa dei terreni dalle confische, hanno salvaguardato circa 11 mila donum (1100 ettari) nella località di Nabi Mussa, a sud di Gerusalemme. Le autorità militari di occupazione avevano falsificato i documenti di proprietà, sostenendo che i terreni erano stati acquistati per la realizzazione di nuove colonie israeliane. Gli avvocati palestinesi sono riusciti con documenti e testimonianze a dimostrare le falsificazioni e far fallire i disegni di confisca israeliani.
Libia:
Si è svolto ieri il secondo scambio di prigionieri di guerra tra l’esercito guidato dal generale Haftar e le milizie del governo Sarraj. 67 prigionieri hanno potuto così raggiungere le proprie famiglie. È un segnale di distensione importante, dopo lo stallo delle trattative politiche. La tregua regge da 77 giorni e malgrado le interferenze straniere, che alimentano lo scontro tra le due fazioni libiche, la missione ONU intende proseguire il negoziato per un governo unitario, mantenendo fissa la data delle elezioni il 24 dicembre 2021, anniversario dell’indipendenza.
Israele:
Amnesty international chiede al governo israeliano di mettere fine all’Apartheid sanitaria per le cure del Covid19. Tel Aviv ha cominciato a somministrare il vaccino alla popolazione israeliana, compresi i coloni in Cisgiordania, mantenendo fuori dai programmi sanitari la popolazione palestinese sotto occupazione. Le vaccinazioni sono iniziate lo scorso mese di dicembre e finora ha ricevuto il vaccino circa un milione di persone. Il governo autonomo palestinese sta aspettando le dosi promesse dall’ONU con il programma Covax, ma non si conosce la data per l’avvio delle vaccinazioni. I palestinesi che vivono nella zona C della Cisgiordania, sotto il totale controllo israeliano amministrativo e militare, non potranno usufruire di nessuno dei due programmi a causa di questa Apartheid sanitaria.
Siria:
È in corso una rapina organizzata di reperti archeologici siriani nei pressi di Afrin. Miliziani di gruppi islamisti, sostenuti dalla Turchia, stanno portando via preziose testimonianze di civiltà antiche per poi venderle ai militari turchi che le stanno trasferendo nel loro paese. La città di Afrin è stata conquistata da Ankara nel marzo 2018, strappandola ai combattenti curdi, dopo il tradimento di Trump.
Approfondimento:
I sogno concreto di Agitu
di Rosy Battaglia
«Il filo conduttore della mia vita, del mio lavoro, è l’amore». Un amore profondo per il territorio, per gli animali, per il cibo sano e l’ambiente che non l’ha salvata da un brutto destino. Quello che aveva già evitato nella sua Etiopia. Agitu Idea Gudeta, dottoressa in sociologia, fiera imprenditrice del biologico trentina di origine etiope, formatasi nell’arte casearia in Francia e allevatrice di capre felici non c’è più. La sua morte, avvenuta il 29 dicembre 2020 per femminicidio, causata da uno dei suoi collaboratori di origine ghanese che lei stessa aveva accolto, ha colpito l’Italia intera e ha fatto il giro del mondo.
Una ferita profonda e lacerante nella speranza di tutti coloro che hanno visto in lei un futuro possibile, all’insegna della sostenibilità e di un’economia di montagna rispettosa dell’ecosistema e degli habitat naturali. Un lutto collettivo che ha colpito per prima la stessa comunità trentina scesa in piazza in suo ricordo a Trento, proprio davanti al suo primo negozio aperto nel centro della cittadina, inaugurato lo scorso maggio. Ma anche a Rovereto e a Bolzano.
Nata ad Addis Abeba il primo gennaio 1978, Agi, così la chiamavano le tante persone amiche che l’hanno amata, era arrivata in Italia a 18 anni per motivi di studio, come ha raccontato più volte lei stessa. Dopo la prestigiosa laurea in sociologia a Trento era ritornata nel suo paese, ricca di progetti da sviluppare per una nuova agricoltura sostenibile. Combattendo strenuamente l’impoverimento di contadini e allevatori causato dal land grabbing, favorito invece dai governi etiopi. A causa di ciò, minacciata di morte, era rientrata in Italia con lo status di rifugiata nel 2010.
Proprio tra le valli delle Dolomiti trentine, prima in Val di Gresta e poi nell’incontaminata Valle dei Mocheni, dove aveva trovato casa, era diventato punto di riferimento del biodistretto, recuperando dei terreni abbandonati. Riscoprendo le radici del sapere africano e salvando le capre di razza mòchena autoctona, prossime all’estinzione, allevandole allo stato brado e ottenendo dal loro latte formaggi squisiti e cosmetici naturali. Agitu non ha mai perso la sua determinazione per riscrivere un futuro diverso per sé e per il territorio che l’ha accolta, nonostante da qualche anno sia stata vittima di stalking e minacce di morte a stampo razzista.
Già nel 2015, a soli 5 anni dal suo ritorno in Italia, con la sua azienda agricola biologica «La capra felice» aveva ricevuto il Premio Resistenza Casearia da Slow Food. Nel 2018 proprio Valori.it l’aveva identificata come una delle 18 donne del pianeta da seguire come modello di un’idea di società civile inclusiva, paritaria e più sostenibile. Menzione speciale al premio Luisa Minazzi Ambientalista dell’Anno a Casale Monferrato nel 2019, Agitu ha lasciato un allevamento di oltre 180 capre mochene, il caseificio e un’azienda agricola avviata, pronta ad ingrandirsi, che aveva anche iniziato a produrre cosmetici biologici. E nel cassetto diversi progetti come la trasformazione della sua azienda in agriturismo.
A tutti i sogni infranti, alle sue capre, molte delle quali gravide che necessitano di essere curate e assistite stanno rispondendo in tanti e la comunità che l’ha accolta. Dalle associazioni e dagli amici allevatori, dal sindaco di Frassilongo Luca Puecher, al sindaco di Trento fino a Emma Bonino che l’aveva voluta con sé nel marzo 2017, proprio per dare testimonianza del suo status di rifugiata e imprenditrice di successo. In questi giorni è partita una raccolta fondi, (mentre scriviamo ha superato i 60 mila euro) che sosterrà i suoi familiari per il trasferimento della salma in Etiopia. Rispettando la volontà della famiglia, chi l’ha conosciuta e amata chiede di salvare tutto ciò che Agitu ha costruito in questi anni. E proprio in queste ore la pastora Beatrice sta iniziando a prendersi cura delle capre felici. «Nonostante tutto i sogni non si fermano mai» scriveva Agitu Idea Gudeta, solo questa primavera. «E con i nostri sogni cerchiamo di costruire il futuro migliore nonostante le difficoltà»
Per rimanere informati sul sogno di Agitu, il link alla raccolta fondi, il profilo dell’associazione STAR en Bersntol e del sindaco di Frassilongo Luca Puecher.