“Il sogno e la ragione. Da Harlem al Black Lives Matter”: intervista a Daniele Biacchessi
di Alessandra Montesanto
Associazione Per i Diritti umani ha intervistato Daniele Biacchessi, giornalista, scrittore, conduttore radiofonico. Il prossimo 4 febbraio uscirà il suo ultimo libro intitolato “Il sogno e la ragione. Da Harlem al Black lives Matter”, per Jaca Book
Ringraziamo molto Daniele Biacchessi per la disponibilità.
I suoi interessi, umani e professionali, vertono su temi sociali e politici: che valore hanno, oggi, impegno (personale) e le inchieste (giornalistiche)?
La mia scelta di fare il giornalista deriva essenzialmente dall’impegno civile. Dalla prima indagine sul disastro dell’Icmesa di Meda culminata nel mio primo libro del 1995 “La fabbrica dei profumi” al lavoro di inviato in Irpinia, alla stazione di Bologna nel 1980, e poi via via su tutti i fatti avvenuti in Italia come le stragi della strategia della tensione, il terrorismo rosso e nero, gli omicidi e le stragi di mafia, la lotta alla corruzione con l’inchiesta Mani pulite fino ad oggi. Il mio impegno riguarda la ricerca costante della verità e della giustizia sui tanti crimini rimasti impuniti avvenuti in Italia. Penso che non ci possa essere un giornalismo d’inchiesta senza un impegno civile.
Stiamo vivendo un periodo storico difficile a causa della pandemia che ha fatto emergere, ancora dipiù, il vuoto valoriale politico. Come si potrebbe colmare questa mancanza di Etica?
I padri Costituenti provenivano da culture politiche differenti: socialisti, comunisti, democristiani, repubblicani, liberali. Ma tutti avevano combattuto il fascismo e dovettero esiliare all’estero oppure affrontare il carcere, le torture, le botte, la dura repressione della dittatura. Ciò che è scritto nella Costituzione non deriva dalla mediazione politica ma dal dolore e dalla morte dei partigiani caduti in battaglia, dei civili uccisi dai nazifascisti a Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema e in migliaia di piccoli borghi italiani. La classe politica della Prima Repubblica, pur con le tante derive etiche, buchi neri, reati, era figlia della storia del Secolo breve. La classe politica odierna è frutto in prevalenza di comitati di affari o espressione di lobby, oppure senza cultura. Mancano le scuole di formazione politica e quelle che permangono sono ad immagine e somiglianza dei propri leader. Non si studia più. Quindi si possono ascoltare surreali dibattiti come quelli avvenuti in Senato nel giorno della fiducia a Conte dove il vuoto pneumatico della politica dimostra la distanza siderale tra i cittadini e i loro rappresentanti.
A proposito di disumanizzazione: il 4 febbraio uscirà il suo nuovo libro intitolato “Il sogno e la ragione, da Harlem a Black Lives Matter”, per Jaca Book: cercare un nemico a tutti i costi(possibilmente povero e nero) è un modo per scaricare la responsabilità e la frustrazione individuale e collettiva?
Il sogno è quello dei neri d’America di volersi liberare dalle catene del razzismo, dalla discriminazione, dalla repressione e la violenza degli apparati dello Stato. La ragione è quella messa in campo nel corso della Storia da una parte consistente del popolo americano nero e bianco, attraverso la protesta. Dal primo conflitto razziale del 1935 ad Harlem alla rivolta di Filadelfia del 1964, ai fatti di Watts del 1965, all’insurrezione di Detroit del 1967, alle marce di Martin Luther King e alla guerra civile sfiorata successiva alla sua uccisione, fino alle sommosse della Kitty Hawk del 1972, di Miami del 1980, di Los Angeles del 1992 e alle grandi manifestazioni del movimento Black Lives Matter, in America e in tutto il mondo, seguite all’uccisione di George Floyd. Sono molti i personaggi raccontati con parole, immagini, musica e documenti di archivio: tra gli altri Rosa Parks, John Lewis & The Big Six, Martin Luther King, Bob Kennedy, Malcom X, Angela Davis. Un secolo di storia dei movimenti di protesta che si battono per i diritti civili e la loro influenza sui cambiamenti degli assetti della politica americana.
Restiamo in tema di discriminazioni: vuole commentare la dichiarazione di Letizia Moratti sulla distribuzione dei vaccini anti Covid-19 tra le Regioni in base al PIL (dichiarazione, poi,miseramente ritrattata)?
E’ una dichiarazione che viola i dettami scritti nella nostra Costituzione. Siamo un Paese che dovrebbe offrire welfare e sanità pubblica a tutti i ceti sociali, non fa distinzione tra poveri e ricchi. Il modello della Moratti e della Lombardia è quello dell’america reazionaria di Trump dove il 67% dei morti sono afroamericani o minoranze che non hanno alcuna possibilità economica per entrare nel sistema di welfare privatistico. Confido nel cambio di passo avvenuto con la vittoria di Joe Biden, un progressista che ha già impresso nelle prime ore una diversa concezione della sanità pubblica negli Stati Uniti.
Libri, film, programmi radiofonici: lei utilizza tutti i mezzi di comunicazione per riflettere sull’ importanza della Memoria. Al di là delle frasi fatte, che valore ha, oggi, la Memoria?
La memoria del passato non importa nulla. Il passato resta negli anniversari, nella retorica. Il 27 gennaio è il giorno della memoria e il 28 che si fa? Non si ricorda più la Shoah? La memoria che mi interessa è impegno concreto nella vita quotidiana. La memoria che ho in mente è quella che porta il passato al futuro, verso le nuove generazioni. Per compiere questa operazione bisogna però utilizzare nuovi linguaggi che i ragazzi comprendono: i film illustrati, i fumetti, uno stile narrativo scritto per immagini e molto altro ancora. Ognuno mette in campo quello che sa fare. Io sono un narratore, costruisco parole, racconto storie che attraversano la grande Storia.