Uniti per Unire: nasce l’osservatorio internazionale anti-violenza sulle donne
Così, la comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) ,l’associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) ,l’unione medica euro mediterranea (Umem) e il Movimento internazionale Transculturale interprofessionale Uniti per Unire esprimono i loro auguri a tutte le donne di tutti i paesi del mondo invitando tutti a difendere i diritti ,la libertà, la sicurezza e l’autonomia delle donne. Oggi un giorno importante a livello mondiale per la festa delle donne che deve far riflettere tutti per quanto riguarda l’importanza del ruolo delle donne nelle società tutti i giorni, non solo l’8 marzo. Le donne hanno vinto numerose battaglie ma dobbiamo far ancora tanto per combattere la violenza contro le donne e rispettare tutti i loro diritti.
“Le nostre associazioni e comunità da anni sono contro la violenza sulle donne con iniziative pubbliche ,sportello online e assistenza sanitaria, valorizzando il ruolo delle donne. Per questo lanciamo oggi l’osservatorio internazionale anti-violenza sulle donne di Uniti per Unire, Amsi ,Co-mai e Umem per intensificare il nostro impegno tutti i giorni con iniziative,ricerca ,statistiche e proposte”, così dichiara il presidente Amsi e Co-mai e membro registro esperti Fnomceo, Foad Aodi, lanciando il *#Manifesto dell’Osservatorio internazionale Anti-violenza sulle Donne con statistiche del 2020 e proposte per il futuro.
*Statistiche*
Sono aumentate del 40% le patologie ortopediche di cui il 60% sono donne nel periodo del coronavirus, per motivi di eccessivo impegno professionale e casalingo, scarsa attività fisica , stress e sovrappeso.
Sono aumentate le crisi famigliari in Italia e nel mondo di circa 25% ,per colpa della crisi economica famigliare e del lockdown.
Sono in aumento continuo le violenze sessuali contro le donne migranti durante i loro “viaggi della speranza” e nel mare.
Sono in aumento le discriminazioni ed i pregiudizi contro le donne musulmane e dottoresse con il velo sui posti di lavoro.
In Italia e in Europa sono pochissime le donne che indossano il burqa ; ci sono già leggi che chiedono il viso scoperto per l’identificazione in pubblico e vanno rispettate ed attuate per tutte.
Il 55% dei professionisti della sanità di origine straniera sono donne( circa 40.000), molto impegnate nella difesa dei diritti di tutte le donne e i pazienti.
Ecco le nostre proposte:
Intensificare i centri anti-violenza con sportelli d’ascolto ed online con collaborazione interprofessionale , per sostenere le donne nel superare il tunnel della sofferenza.
Consentire a tutte le donne, in tutti i paesi, di svolgere in libertà e senza ostacoli burocratici le loro attività professionali ,attività fisica e la partecipazione a manifestazioni pubbliche.
Sostenere i figli delle donne che hanno subito violenza e promuovere progetti di riabilitazione gratuiti per il loro rinserimento nella società senza traumi.
Rispettare il principio dell’eguaglianza per tutte e chi sbaglia paga senza sconto ne’ giustificazioni.
Intensificare la prevenzione e l’assistenza sanitaria per le donne migranti senza permesso di soggiorno
Combattere la mutilazione genitale femminile con leggi internazionali chiare e senza ambiguità.
Combattere ogni forma di disinformazione, pregiudizio, discriminazione contro le donne di altre religioni o culture.
Questi sono i punti che hanno una priorità nel trovare soluzioni concrete da parte delle istituzioni per combattere ogni forma di violenza contro le donne: fisica, verbale ,mentale e sessuale. Non saremo mai liberi se non ce’ una libertà , rispetto dei diritti e sicurezza completa per tutte le donne, in tutti i paesi del mondo, così chiude Aodi.