Tratta e sfruttamento delle donne nigeriane: l’impatto delle politiche di esternalizzazione sul diritto alla protezione
(da asgi.it)
Il contenimento della mobilità dalla Libia e il ricorso ai progetti di rimpatrio cd. volontario hanno un impatto specifico sull’accesso alla protezione delle persone migranti. Il presente focus analizza, attraverso cinque approfondimenti, il modo in cui le donne nigeriane sottoposte a tratta e bloccate in Libia vengono di fatto escluse dalla protezione internazionale ed esposte al rischio di re-trafficking.
Una delle vie per raggiungere l’Italia dalla Nigeria è quella che passa per la Libia, dove le donne e le ragazze inserite nelle reti della tratta sono nella maggior parte dei casi sottoposte a violenze e abusi.
Malgrado la condizione di estrema vulnerabilità, anche loro subiscono le conseguenze delle politiche di esternalizzazione dei controlli di frontiera messe in atto in Libia dall’Italia con il sostegno delle organizzazioni internazionali. Tali politiche sono finalizzate a impedire l’attraversamento del Mediterraneo verso l’Italia e a tracciare canali di mobilità forzata verso i paesi di origine e verso paesi di transito che diventano “hub” per il controllo e la selezione della mobilità.
In altre parole, le donne vittime di tratta si trovano sempre più spesso di fronte alla scelta obbligata di rientrare nel proprio paese di origine attraverso programmi di rimpatrio “volontario” gestiti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni e finanziati dall’UE e dai suoi stati membri fra cui, in primo piano, l’Italia.
Il presente focus fornisce uno sguardo sugli effetti delle politiche di esternalizzazione sul fenomeno della tratta dalla Nigeria e sull’effettivo accesso alla protezione delle donne che vi sono soggette.
Il contributo di Odinakaonye Lagi analizza i fattori sociali, culturali e storici che determinano la marginalizzazione sistemica delle donne nello Stato di Edo, in Nigeria, e come tale struttura renda possibile il dilagare della tratta. Lagi ripercorre inoltre quali sono gli strumenti, in primo luogo normativi, messi in campo dalle autorità per arginare il fenomeno e per proteggere le donne e quali le principali criticità e inefficienze di tale sistema di protezione.
Enrica Rigo e Nazzarena Zorzella analizzano i sistemi di protezione per le donne sottoposte a tratta presenti nell’ordinamento italiano, le loro criticità, le loro potenzialità e le attuali evoluzioni giurisprudenziali. In particolare, Enrica Rigo approfondisce la questione della rilevanza del genere e della persecuzione di genere in relazione al riconoscimento della protezione internazionale con particolare riferimento alle condizioni che determinano l’esposizione alla tratta. Nazzarena Zorzella pone a confronto le tutele per le donne sottoposte a tratta derivanti dal sistema della protezione internazionale e dal sistema previsto dall’art. 18 del Testo unico immigrazione e la complessa questione della collaborazione e cooperazione con le autorità per l’accesso alla protezione.
LA RILEVANZA DEL GENERE NELLA PROTEZIONE INTERNAZIONALE DELLE DONNE VITTIME DI TRATTAIL SISTEMA DI TUTELA DELLE DONNE VITTIME DI TRATTA PROVENIENTI DALLA NIGERIA
Federica Borlizzi espone nel dettaglio il rischio di re-trafficking a cui sono esposte le donne che vengono ricondotte in Nigeria dalla Libia e dal Niger attraverso i programmi di rimpatrio dell’OIM.
NIGERIA: RISCHIO DI RE-TRAFFICKING E (IN)VOLUNTARY RETURN DELLE VITTIME DI TRATTA
Infine, Giulia Crescini e Cristina Cecchini forniscono una panoramica delle politiche di esternalizzazione e di come queste contribuiscano a un progressivo svilimento del diritto alla protezione delle donne soggette a tratta: l’impossibilità di raggiungere fisicamente l’Italia e il rinvio nel paese di origine attraverso il rimpatrio assistito, costituiscono nei fatti una vera e propria esclusione dal diritto di asilo.
L’IMPATTO DELLE POLITICHE DI ESTERNALIZZAZIONE SUL DIRITTO DI ASILO DELLE VITTIME DI TRATTAFacebookTwitterLinkedInPinterestEmailCondividi