Dichiarazione delle organizzazioni della diaspora Hazara sulla situazione a Behsud, in Afghanistan
Noi sottoscritti, organizzazioni della società civile della diaspora Hazara, esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per la situazione di tensione che si sta verificando nel distretto di Behsud, nella provincia afgana di Maidan-Wardak.
L’Afghanistan National Security and Defense Force (ANDSF) è stato schierato per lanciare un’operazione militare contro una forza di resistenza locale guidata dal comandante Abdul Ghani Alipur in seguito allo schianto di un elicottero militare il 17 marzo 2021, che ha ucciso nove membri dell’esercito a bordo. All’inizio di quest’anno, il 29 gennaio 2021, le forze di comando afghane (Unità 333) hanno guidato gli Humvees nelle proteste civili di Hazara nel distretto, uccidendo 11 manifestanti civili e ferendone 39.
Esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie delle vittime di questi tragici eventi e chiediamo un’indagine imparziale e approfondita su questi incidenti, comprese le circostanze che hanno portato a queste tragedie prevenibili, e chiediamo che i responsabili siano ritenuti tali.
Le nostre preoccupazioni
La risposta della leadership del governo afghano e dei suoi funzionari militari al tragico incidente dell’elicottero dell’esercito ha creato notevoli preoccupazioni tra la popolazione locale a Behsud. In una conferenza telefonica con le famiglie delle vittime il 20 marzo, il presidente Ashraf Ghani ha chiesto “vendetta” per la morte dell’esercito afghano. Dichiarazioni simili sono state fatte da altri funzionari della sicurezza e della difesa, alcune delle quali molto preoccupanti. Ad esempio, in un post sui social media, il comandante del 215 Maiwand Afghan Army Corps ha ordinato al personale militare di “dare la caccia ai membri del gruppo di Alipur e ai loro sostenitori a Kabul, autostrade, distretti, stazioni di polizia e Behsud come cani rabbiosi”. Tali dichiarazioni sono profondamente inquietanti in quanto incitano alla violenza e promuovono l’uccisione extragiudiziale in violazione del diritto internazionale. Con il dispiegamento delle truppe e le misure di rappresaglia in corso a Behsud, siamo profondamente preoccupati per la possibilità di un’ulteriore intensificazione della violenza con conseguenti gravi violazioni dei diritti umani nel distretto. Inoltre, tale linguaggio da parte dei funzionari del governo afghano rischia di incitare alla violenza etnica mirata contro i civili hazara in tutto l’Afghanistan. I prodromi di violenza etnica sono già presenti sui social. Siamo preoccupati che, se l’attuale situazione di tensione a Behsud non viene affrontata adeguatamente, la crisi potrebbe innescare violenze su vasta scala nel distretto e nelle maggiori regioni di Hazara poiché il conflitto a Behsud ha anche profonde dimensioni storiche e interetniche. La gente di Behsud ha dovuto affrontare un conflitto annuale con i Kochi (nomadi). Nonostante le suppliche della popolazione locale e dei suoi rappresentanti politici, il governo non è riuscito a risolvere i problemi di terra tra i Kuchi e la popolazione locale per prevenire le controversie. Inoltre, gli attacchi dei talebani ai viaggiatori Hazara sulla Jalriz Road che collega Kabul all’Afghanistan centrale sono in corso da molti anni e il governo non è stato in grado di fornire misure di sicurezza per proteggere le persone. Questi fattori sono alla base delle circostanze in cui le forze della milizia di Alipur sono emerse come meccanismo di autodifesa locale per proteggere la popolazione locale dalle invasioni dei Kochi e dei talebani dei villaggi Hazara, nonché per proteggere i viaggiatori sulla strada. Siamo anche preoccupati che la risposta del governo al conflitto di Behsud e le sue sproporzionate misure di rappresaglia possano essere motivate politicamente. Siamo anche preoccupati che la risposta del governo al conflitto di Behsud e le sue sproporzionate misure di rappresaglia possano essere motivate politicamente. Queste violazioni, che sono state confermate dal rapporto della Commissione indipendente per i diritti umani dell’Afghanistan (AIHRC) pubblicato l’8 febbraio 2021, violano il diritto internazionale umanitario, in particolare l’obbligo di non attaccare civili e obiettivi civili. Alla luce di tutte queste preoccupazioni, siamo preoccupati che l’attuale rappresaglia militare, in particolare l’uso delle forze di sicurezza nazionale per scopi politici, provocherà la perdita della fiducia del pubblico nell’ANDSF e l’escalation della violenza oltre Behsud. Ciò metterà ulteriormente a repentaglio la stabilità e la sicurezza dell’Afghanistan e fornirà opportunità agli spoiler, compresi gli attori regionali, di sfruttare la situazione per i propri interessi e minare un’opportunità storica per un accordo di pace con i talebani. Per affrontare le preoccupazioni e i rischi esistenti, chiediamo quanto segue:
Le nostre richieste
Esortiamo il governo afghano e le forze di sicurezza a:
1) Risolvere il conflitto in modo pacifico invece che attraverso azioni militari e ritorsioni, che potrebbero aumentare ulteriormente la violenza e l’insicurezza a Behsud e nelle aree circostanti.
2) Rimuovere Allah Dad Fadaei dal suo ruolo di capo della polizia di Laghman e deferire il suo caso alla magistratura per un’indagine indipendente.
Chiediamo che:
1) La comunità internazionale e gli Stati impegnati in Afghanistan hanno esercitato pressioni sul governo afghano per evitare un’escalation di violenza e raggiungere una soluzione pacifica alle tensioni di Behsud.
2) L’ufficio della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) conduce indagini indipendenti sulle presunte violazioni dei diritti umani commesse a Behsud.
3) Gli Stati impegnati in Afghanistan e le Nazioni Unite conducono un’indagine imparziale sullo schianto dell’elicottero ANDSF il 17 marzo, fornendo anche competenze tecniche e informazioni per identificare la fonte del potenziale attacco e gli autori.
Esortiamo l’AIHRC e Amnesty International a:
1) Monitorare da vicino gli sviluppi in corso in Behsud e fornire rapporti indipendenti e imparziali per contrastare la disinformazione.
2) Condurre le proprie indagini sulle violazioni dei diritti umani, compresa l’uccisione di civili e membri dell’ANDSF.
Presentato da: Hazara International, Australian Hazara Women’s Friendship Network, Hazara Council of Great Britain, World Hazara Council, Canadian-Hazara Humanitarian Services in Canada, Salsal Association in Svezia, The Hazara Research Collective, Hazara Kulturverein Hamburg, Katib Cultural Association in Danimarca, World Ismaili Hazara Network in Canada e Baba Mazari Foundation in Australia. Associazione Hazara della Nuova Zelanda Per richieste stampa, contattaci tramite: (info@hazarainternational.com)
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