Barriere architettoniche a Milano
di Filippo Cinquemani (attivista, che ringraziamo molto per la sua collaborazione)
Domenica 27 giugno ho avuto modo di partecipare ad un’interessante iniziativa voluta da “I Disabili Pirata”, un collettivo di persone carrozzate e non che si occupa di sensibilizzare riguardo il problema delle barrire architettoniche.
L’esperimento sociale era volto a saggiare l’accessibilità di una città cosmopolita come Milano. I partecipanti sono stati persone con disabilità varie, caregiver e genitori con figli piccoli. Ci siamo portati dietro anche un paio di giornalisti, per documentare il tutto.
Non sono un carrozzato, ma ho vari amici che si muovono in carrozzina e ho avuto modo di vedere che girare per le strade delle nostre città, rappresenta una vera sfida, non solo per loro ma anche per chi è loro vicino. Così è stato anche questa volta.
Partendo da Piazza Duomo, come prima cosa, siamo andati alla ricerca di un bagno accessibile. Le ruote delle carrozzine s’incastravano regolarmente sulle lastre del pavè. Gli scivoli dei marciapiedi rischiavano di far ribaltare gli amici carrozzati. Il bagno l’abbiamo pure trovato, ma è stata dura.
Successivamente abbiamo deciso di andare a vedere un film tutti insieme. Al Multisala Odeon, però, il personale di sala ci ha proposto di vedere film differenti visto che le sale possono ospitare solo un disabile alla volta o pochi di più. Si sa che quando si va al cinema in compagnia ognuno guarda un diverso film. E’ stato interessante, però, vedere come il personale nei diversi posti in cui siamo stati faceva fronte ad una situazione inedita, o forse, troppo spesso ignorata. Al Libraccio di Via Santa Tecla, una commessa, a onor del vero molto gentile, non ha potuto farci entrare e ha esibito il diniego del Comune a collocare una pedana per l’ingresso delle persone disabili. A queste disavventure, dobbiamo aggiungere che è stato praticamente impossibile prendere i mezzi pubblici assieme.
Sì, la vita su quattro ruote non è certo facile, vista la difficoltà a compiere azioni banali, ad accedere a servizi tranquillamente disponibili per altri. Sono ancora troppi i problemi sia pratici sia culturali che rendono la nostra società abilista, da come sono pensate e realizzate le nostre città al modo in cui viene considerata la persona disabile.
Sono importanti realtà come Disabili Pirata perchè le persone e le istituzioni soprattutto non siano più indifferenti rispetto ai problemi di chi per troppo tempo ha taciuto. E’ ora di mostrarsi e fare rete, cercando di superare i protagonismi, per una causa piu’ nobile. Forse, oggi, saremo in grado di vedere solo qualche piccolo progresso rispetto a come viviamo la quotidianità, ma che tipo di società vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi?