I disabili…Questi sconosciuti
di Martina Foglia
Molte sono le definizioni che sono state attribuite a questa categoria di persone (alla quale io stessa appartengo): handicappati, disabili, diversamente abili, quest’ultima fonte di innumerevoli battute…
Io ritengo che la definizione più corretta sia “persona con disabilità”, perché innanzi tutto bisogna mettere in evidenza il fatto che siamo “persone”.
Il modo di definirci sta ad indicare un continuo confronto fra le persone “normodotate” e le persone disabili, cioè persone a cui, con questo metro di giudizio, manca sempre qualcosa: senza abilità, abilità diverse (in che senso?) con un handicap..ecc. ecc.
Questa opinione diffusa spinge molte persone con disabilità a sottovalutare le proprie capacità e il proprio valore, inoltre molti di noi devono dipendere nel loro quotidiano da terzi e più questa dipendenza aumenta più ci sentiamo senza voce in capitolo: pur essendo noi perfettamente sani di mente, parenti, amici, non importa chi, decidono, pensano e agiscono per conto nostro , togliendoci ogni speranza di autonomia.
Vista la mia esperienza diretta, vorrei ora darvi alcuni consigli su come interagire con una persona con disabilità … perché dico questo? perché non avete idea di quanti pregiudizi esistano ancora e di come poco si parli dei comportamenti corretti da tenere in presenza “nostra”.
Innanzi tutto evitare la COMPASSIONE, sentimento odiato da tutti noi: un atteggiamento di commiserazione troppo evidente, per quanto sincero sia, ci ferisce e ci fa sentire esseri inferiori, nessuno ha compassione di una persona nelle sue stesse condizioni, del suo stesso valore, si compiangono gli svantaggiati, i deboli, gli sconfitti. La compassione ha spesso l’effetto di un’elemosina ….
Ora qualche regola generale:
- non aiutare mai senza chiedere
- possibilmente aiutare senza dare nell’occhio
- essere il più possibile naturali
Ora che siamo entrati nel merito, vorrei parlare delle persone disabili in carrozzina, categoria alla quale appartengo: per chi è costretto in carrozzina i problemi da affrontare sono molti: già la soglia di una porta può presentare un ostacolo, per non parlare dei gradini del marciapiede o delle scale. Per questo viviamo in un continuo stato d’ansia, chiedendoci come possiamo attraversare la strada, salire su di un mezzo pubblico, entrare in un ristorante o in un negozio ecc ecc… Se poi dobbiamo dipendere da un accompagnatore, la questione è ancora più difficile.
Non parliamo poi del comportamento della gente: molti ,senza neanche conoscerci, ci danno del tu, battendoci familiarmente una mano sulla spalla, accarezzandoci (mi è successo anche recentemente, dopo a casa mi sono lavata con l’amuchina), parlandoci spesso come ad un bambino….altri ci ignorano completamente, intrattenendosi solo con l’accompagnatore.
Va beh, eccovi gratis un paio di suggerimenti:
- regola principale: trattare la persona in carrozzina da pari a pari, non fare nulla senza prima chiedere
- la persona ha piacere di vedere con chi parla senza farsi venire il torcicollo, quindi in caso di colloqui lunghi, sedete alla sua altezza
- tra la folla spingete la carrozzina con prudenza, la persona sarebbe molto imbarazzata se andasse ad urtare qualcuno
- in un negozio o ristorante fate parlare la persona disabile: il personale tende a rivolgersi sempre all’accompagnatore
- siate prudenti nell’attraversare una strada trafficata o nel fare i gradini, una discesa rapida può essere un incubo
E ricordate: “da vicino nessuno è normale”.