Ue e Bielorussia: come trasformare una crisi politica in una crisi dei diritti umani
(da asgi.it)
Il commento di ASGI sulla Proposta della Commissione per una decisione del Consiglio basata sull’articolo 78 (3) TFUE per l’utilizzo di misure di emergenza temporanee in materia di asilo e rimpatrio.
Il 1° dicembre la Commissione Europea ha presentato una serie di misure di carattere giuridico e pratico per affrontare la crisi alla frontiera con la Bielorussia. Tra queste, vi è la proposta di adozione di una decisione del Consiglio ai sensi dell’articolo 78 (3) TFUE per l’utilizzo di misure di emergenza temporanee in materia di asilo e rimpatrio.
La proposta è allarmante perché, invece di fornire una risposta giuridica efficace alla crisi umanitaria in corso improntata alla protezione dei diritti delle persone al confine, introduce ulteriori limitazioni al diritto d’asilo e potenzia le procedure di frontiera, promuovendo di fatto la detenzione e l’abbassamento del livello delle condizioni materiali di accoglienza dei richiedenti asilo.
La situazione al confine con la Bielorussia può essere affrontata nel pieno rispetto del diritto internazionale e del diritto dell’Unione, così come attualmente disciplinato dalle Direttive in materia di asilo.
Dal momento che i numeri e il carattere dell’afflusso di cittadini di paesi terzi non sono tali da mettere in pericolo la tenuta dei sistemi di asilo dei Paesi interessati, non riteniamo necessaria l’attivazione di un intervento ai sensi dell’articolo 78 (3) TFUE. La Commissione ha invece fondato la proposta sull’emergenza determinata dalla strumentalizzazione da parte della Bielorussia delle persone migranti, presupposto che nulla ha che a vedere con la formulazione dell’articolo 78 (3).
Sollecitiamo invece la Commissione a supportare Lettonia, Lituania e Polonia attraverso un sostegno tecnico e finanziario, subordinato al rispetto, da parte dei paesi interessati, della Carta dei diritti fondamentali e delle Direttive europee in materia di asilo. Si ribadisce che è fondamentale promuovere il rispetto del diritto internazionale e del diritto europeo ai confini e che il quadro giuridico attuale fornisce adeguati strumenti per rispondere a situazioni di incremento dei flussi migratori.