“Art(e)Attualità”. Tania Bruguera: la verità anche a scapito del mondo
di Alessandra Montesanto
Tania Bruguera è considerata una delle artiste più influenti del mondo contemporaneo e il PAC (Padiglione di Arte contemporanea di Milano) accoglie una sua esposizione dal titolo: “La verità anche a scapito del mondo”, a cura di Diego Sileo, visitabile fino al 13 febbraio 2022.
Bruguera, forte del suo impegno nell’attivismo, produce opere ad ampio raggio in grado di restituire la complessità della nostra realtà; nata a l’Avana, dieci anni dopo l’ascesa del regime castrista, ha da giovane avviato la propria carriera basata sull’indaigne di argomenti quali: l’emigrazione, l’esilio, la memoria collettiva, la manipolazione della Storia, la censura…A partire dagli anni 2000 tte in atto progetti artistici partecipativi, funzionanti cioè solo in presenza di una comunità, eliminando il confine tra Arte e Vita e trasformando il linguaggio estetico in uno strumento utile per l’indagine o la risoluzione di problemi sociali, legati in particolare ai diritti umani.
“La verità a scapito del mondo”: il titolo della mostra si riferisce ad un talk show della Germania Ovest a cui partecipò Anna Arendt nel 1964: il conduttore le chiede se ci siano motivi validi per tacere su alcune cose che la filosofa sa, e la Arendt risponde: “Fiat veritas et pereat mundus” – Sia detta la verità anche a scapito del mondo, invertendo la locuzione latina originale che recita: “fiat iustitia et pereat mundus”; l’esposizione del PAC è la prima dedicata all’artista in Italia.
STANZA 1
In meno di dieci anni l’Europa ha costruito chilometri di frontiere per ostacolare i flussi migratori. Bruguera ci ricorda che “il misero trattamento riservato ai migranti oggi, sarà il nostro disonore di domani”. Per farlo adotta un parallelismo storico: il filo spinato presente nella bandiera è stato cucito – con la collaborazione di ANED (Associazione Ex Deportati nei campi nazisti) – da tre sopravvissuti di Auscwitz e Mauthausen e da alcuni figli di deportati durante la Seconda Guerra Mondiale. Il gesto collettivo, unito all’azione del cucire, congiunge una vita in un’unica. Si tratta di una denuncia corale contro le ingiustizia a danno dei migranti.
STANZA 3
Una stanza spoglia le cui pareti bianche rilasciano un composto organico al mentolo per indurre i visitatori al pianto di fronte ad una cifra in continua crescita del numero dei morti nel Mediterraneo, dal 2014 ad oggi. La stanza fa riferimento al “non-luogo” di Augè che qui, invece, viene pensato come spazio di riflessione.
STANZA 4
Dall’inizio della sua carriera l’artista presta attenzione al tema della diaspora, anche perchè tra il 1959 e il 1966 trecentomila persone sono state costrette ad emigrare negli USA, dopo l’ascesa al potere di Fidel Castro. L’opera “Tabla de salvation (Tavola di salvezza), è un monumento alla consapevolezza: il marmo nero richiama i monumenti funebri, mentre le aste di legno alludono ad uno scafo. Infine, il cotone usato per le medicazioni, evidenzia la grande ferita da sanare.
“Estdìstica” torna ad essere esposta al pubblico dopo quasi trent’anni: la bandiera, ridisegnata sul modello di quella cubana, è costituita da capelli donati da cittadine e cittadini.
Da un lato costituisce un tentativo di riappropriazione del potere di cui il popolo è stato privato, dall’altro rappresenta lo stendardo funebre di tutte le contraddizioni irrisolte di Cuba.
STANZA 5
“Il lavoro rende liberi”: sono queste le parole poste all’ingresso di molti campi di concentramento nazisti. La frase fu utilizzata per la prima volta a Dachau, nel 1933: primo lager ideato dal regime nazista per i dissidenti politici e poi per ebrei, omosessuali, nomadi e testimoni di Geova.
L’atto performativo costituisce la natura stessa dell’opera: mette a nudo le contraddizioni dei sistemi dittatoriali, basati su logiche di produzione e ordine, a scaoito della dignità dell’essere umano.
Nel parterre dello spazio espositivo si trova un’opera dedicata alla situazione di eterno conflitto israelo-palestinese: dal 1948 – anno in cui l’ONU dichiarava la nascita dello stato di Israele – le guerre civili e gli attacchi terroristici non hanno fatto altro che inasprirsi.
Gaza è abitata da quasi 2 milioni di persone, appartiene ai palestinesi, ma di fatto è soggetta a un forte controllo israeliano. In “Sin titulo”, la Bruguera crea un ambiente in cui il bianco va a contrasto con il caos e la distruzione degli attacchi e pone due bare al centro per ricordarci le conseguenze di tutti i conflitti.
Si sale al primo piano dove si assiste ad una performance ( a cura di CubeArt Cuba e Ana Maria Pedroso) in cui tre attori, a voce alta, all’interno di una stanza buia pervasa dall’odore acre delle canne da zucchero, elenecano i nomi dei prigioniri politici oggi nell’isola. Le ingiuste detenzioni sono dovute alle manifestazioni pacifiste dell’11 e 12 luglio scorso, quando molti cittadini sono scesi in piazza per protestare a causa delle insufficienti risorse sanitarie contro la pandemia.
I pannelli esposti su una delle pareti esplicano i concetti artistici di Tania Bruguera. “Arte de conducta” , Arte del comportamento: descrive un’arte che usa come materiale il comportamento umano, l’atteggiamento sociale e la mentalità. Consiste nel presentare una situazione che sfida gli osservatori a diventare cittadini attivi, chiedendo loro di servirsi di azioni per trasformare il comportamento; la reazione del pubblico è proprio ciò che completa e dà significato all’opera; “Arte utìl”, Arte utile: ha per principio l’arte come dispositivo o strumento di un processo di implementazione sociale, per modificare alcuni aspetti della società e immaginare, creare un mondo diverso; “Est-Etica”, in italiano e in spagnolo la parola “Estetica” contiene il termine “Etica” e ciò significa comprendere le possibilità di cambiamento. Si tratta dell’energia generata dall’opera d’arte, è l’affermazione che l’Etica può avere anche un effetto estetico e viceversa. “Artivism” è la crasi tra arte e attivismo. Anzichè aderire a schemi tradizionali, l’Artivismo può cogliere di sorpresa perchè l’azione creativa è qualcosa di inaspettato, che previene ogni reazione e serve a esprimere l’opinione pubblica tramite un liguaggio creativo; infine “L’Arte per il non ancora/per ciò che deve ancora venire” analizza le condizioni e le tecniche esistenti di governi e sistemi per evitare modalità prevedibili di potere e di controllo: è necessaria un’attività preventiva per evitare di cadere di nuovo nei totalitarismi.
Il resto è da scoprire…visitando la mostra.