Raccontarsi (a modo mio): Boris e il suo primo viaggio in Albania
Progetto a cura di Jorida Dervishi
Ciao, io sono Boris, sono nato e cresciuto a Marghera in provincia di Venezia, città da dove proviene la parte familiare di mia mamma; mio papà proviene dalla Riviera del Brenta.
I miei studi passati mi avevano portato ad essere un Segretario d’azienda con rapporti per l’estero. Poi però la vita mi ha voluto
nella ristorazione; in cucina principalmente.
Ho iniziato poco dopo la fine dei miei studi, ero un lavapiatti in un ristorante a Venezia. Qui per otto mesi ho lavato le stoviglie, le
pareti, frigoriferi e friggitrici.
Finché è arrivato il mio momento di imparare a muovermi in cucina e imparare i vari compiti di un aiuto cuoco; fino a divenire Capo
Cuoco. Son sempre stato molto curioso, quindi ho voluto apprendere anche il mestiere del pizzaiolo e quando serviva quella del cameriere.
Questa nuova passione mi ha portato a conoscere molto bene le materie prime e come valorizzarle nei vari usi. Mentre per me che sono un pò timido ancora oggi, fare il cameriere mi ha fatto diventare un pò più estroverso e mi ha insegnato anche come rapportarmi con la clientela.
In seguito è arrivato il momento di nuove esperienze di cui due estere; la prima, dove ho lavorato per pochi mesi in una boulangerie a Parigi e qualche anno fa a Londra. Questo nel mio bagaglio di esperienze mi è servito molto per aprire la mente verso diversi stili di vita.
Insieme a un altro collega abbiamo iniziato a co-gestire un locale grazie anche alla fiducia dei due proprietari che lavoravano accanto a noi, lasciandoci però abbastanza libertà di gestire ordini e lavoro. Ho appreso, quindi, anche l’arte del gelato artigianale.
Infine, forse il percorso più bello sia per la location sia per il lavoro e le persone con cui lavoravo, il mio ritorno alla
ristorazione a livelli più alti stavolta sempre a Venezia. Un percorso un pò più difficile perché mi ci sono voluti un paio di mesi
perchè da 15 anni non avevo più a che fare con la cucina ma alla fine ce l’ho fatta.
Dopo c’è stato un periodo abbastanza tremendo sul piano della salute e son tornato tra i banchi di scuola dove ho preso la
qualifica effettiva (quella sul campo l’avevo già acquisita da anni) come Pasticciere.
Ho lavorato per circa un paio d’anni per due pasticcierie a Venezia (di cui l’ultima è una storica), ma purtroppo ho avuto una ricaduta.
Da qui in poi ho dovuto abbandonare l’ambiente della ristorazione; ma mi son rialzato nuovamente e ho ripreso in mano i libri, questa
volta tornando alle radici e frequentando con ottimi voti un corso per Programmatori e gestione di siti web e di e-commerce che attualmente è quello che faccio.
Il mio primo viaggio in Albania
Il mio primo ricordo sull’Albania purtroppo coincide con gli sbarchi dai gommoni (fino ad allora ne avevo letto solo sui libri di Storia
riguardanti il periodo fascista).
C’era e c’è ancora molta ignoranza a riguardo, oggi. All’inizio ho avuto modo di conoscere la Storia delle migrazioni superficialmente tramite due colleghi albanesi. Poi ho fatto amicizia con una ragazza albanese che un giorno dopo avermi raccontato varie sfaccettature del Paese, mi propose andare a visitarlo.
Partimmo in macchina i primi giorni di agosto, in direzione Trieste; senza usare l’autostrada perché era uno di quei giorni in cui te lo
sconsigliano. Arrivammo al confine con la Slovenia verso le 6 del mattino e da qui proseguimmo per la costa con la sua vista
spettacolare.
Dopo aver effettuato un paio di soste ci trovammo in coda per l’entrata in Montenegro (e si prolungò per 4 ore), qui trovammo un
appartamento per riposare la notte.
Al mattino ripartimmo in direzione del traghetto di Kotor che ci portava dall’altra parte del lago (qui il paesaggio mi ricordò
alcune scene del Signore degli Anelli); proseguimmo per Muriqan che mi avrebbe aperto le porte dell’Albania.
Arrivammo all’appartamento dei suoi genitori a Tirana verso le 14. E subito ricevetti una bellissima accoglienza; in serata mi
portarono fuori in un locale lì vicino e fu il mio primo dei tanti incontri con la cucina albanese.
Il mattino dopo andammo a visitare Scutari (Shkoder) e mi piacque moltissimo. La mia amica e i suoi familiari erano originari di questa località e mi portarono a fare un bel giro della città di cui visitammo il centro e la parte storica. Una cosa che mi rimase impressa fu il modo di convivere tranquillo tra le diverse religioni, con le chiese e la moschea vicine l’une all’altra.
La passeggiata nel centro storico è rimasta memorabile: in parte ricorda molto le vie di Firenze. Vorrei ritornarci per visitare
il castello.
La sera stessa fui portato a divertirmi nel quartiere più cool di Tirana: il Blloku. Qui c’è una varietà di locali anche internazionali, alcuni con personale albanesi ritornati in patria per portare la propria esperienza acquisita all’estero.
La mattina dopo un giro veloce attraverso la vita della capitale e colazione in uno dei tanti bar. Dopo la colazione andammo a visitare il Castello di Berat; una cosa molto bella e ancor più bello ci fermammo a mangiare nella città che è un altra meraviglia.
Nel pomeriggio altri luoghi di Tirana quali. la scuola di musica, la piramide e il centro commerciale Toptani. Infine cenammo con altre
specialità, stavolta nei locali della Pedonalja.
I giorni successivi li passammo a Golem. Un paese nei pressi di Durazzo. Questa è stata la mia prima spiaggia albanese; semplice ma
nel contesto affascinante; con molti locali alle sue spalle dove ho avuto modo di vedere il primo il primo di molti tramonti favolosi.
Abbiamo passeggiato anche per Durazzo, ho visto il centro, la torre veneziana e l’Anfiteatro Romano con le mura. Infine
abbiamo cenato sul lungomare. Prima di far ritorno mi hanno portato verso la scalinata illuminata.
L’ultimo giorno a Tirana siamo stati al parco con il lago artificiale. Un parco grande e bellissimo;
l’ultimo pranzo lo abbiamo fatto in un bel locale Vila Korca. Il pomeriggio l’ho dedicato a fare un pò di acquisti per fare regali al mio
ritorno oppure tenermi come ricordo.
Verso mezzanotte siamo ripartiti alla volta di casa, prendendo l’autostrada. Il mattino dopo mi ha preso una
nostalgia mista a tristezza perché quei luoghi e quella gente mi mancavano già; l’ho rinominata “mal d’Albania”.
Ad oggi ci son ritornato altre volte visitandola dal sud al nord, dalle spiagge alle montagne. Son cresciute anche le mie conoscenze con altre persone albanesi e alcune son divenute anche collaborazioni lavorative.
Mi mancano ancora alcuni posti da vedere, tra i tanti Fier o Lezhe; ma li ho già messi in lista per i prossimi viaggi.
Cosa consiglierei? Di visitarla come visitereste un qualsiasi altro luogo importante e famoso. Sarà un esperienza che non dimenticherete
facilmente; ma soprattutto una gentilezza verso l’ospite ormai rara al giorno d’oggi.
Concludo ringraziando quella famiglia per tutto quello che mi ha regalato in questo mio primo viaggio e la loro enorme disponibilità per avermi ospitato e accompagnato. Anche un’ altra amica per i seguenti viaggi fatti e grazie a te Jorida per la possibilità (anche se scritta in modo un poco confusionale) di raccontare; ma soprattutto un ringraziamento per i ricordi e le emozioni forti provate quella prima volta.