Il Mese del Pride: tra promesse e traguardi ancora da raggiungere
di Nicole Fraccaroli
Ogni anno, durante il mese di giugno, la comunità LGBT+ festeggia in diversi modi. In tutto il mondo, durante questo mese si tengono vari eventi per riconoscere l’influenza che le persone LGBT+ hanno avuto in tutto il mondo. Perché è stato scelto giugno? Perché è quando si sono verificati gli Stonewall Riots (“disordini”), nel 1969.
I disordini sono stati provocati da un raid che ha avuto luogo durante la mattina presto, allo Stonewall Inn nel Greenwich Village, a Manhattan. La comunità LGBT+ ha tenuto una serie di manifestazioni spontanee per protestare contro il raid e per chiedere l’istituzione di luoghi in cui gay e lesbiche potessero recarsi ed essere aperti sul loro orientamento sessuale. In tali luoghi non ci dovrebbero essere timori di essere arrestati. Le rivolte sono servite da catalizzatore per i diritti delle persone LGBT+ e in 6 mesi si sono formati due gruppi di attivisti gay a New York. Negli anni trascorsi dall’evento, sono state formate molte organizzazioni per i diritti dei gay. Non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo.
Chi ha iniziato la celebrazione di giugno? Conosciuta come la “Mother of Pride”, è stata Brenda Howard a coordinare la prima marcia LGBT Pride. Oltre a suscitare l’idea per una settimana di eventi intorno al Pride Day. Questi eventi si sono poi trasformati nelle celebrazioni LGBT annuali che si tengono ogni giugno.
Che cos’è LGBT o Gay Pride? È un movimento che celebra la diversità sessuale. Per le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) è un modo per protestare contro la discriminazione e la violenza. Promuove la loro dignità, la parità di diritti, l’autoaffermazione ed è un modo per aumentare la consapevolezza della società sui problemi che devono affrontare.
Oltre ad essere una celebrazione lunga un mese, il mese del Pride è anche un’opportunità per protestare pacificamente e aumentare la consapevolezza politica sulle questioni attuali che la comunità deve affrontare. Le sfilate sono una caratteristica importante del mese del Pride e ci sono molte feste di strada, eventi della comunità, letture di poesie, discorsi in pubblico, festival di strada e sessioni educative, tutti coperti dai media mainstream e che attirano milioni di partecipanti.
La New York Pride Parade è una delle sfilate più grandi e famose che si siano svolte, con circa 500.000 persone che vi partecipavano quando ha raggiunto il suo 25° anniversario.
Il Pride Month è così importante perché segna l’inizio di un enorme cambiamento all’interno della comunità LGBT+, così come le più ampie implicazioni sociali. Sebbene permangano atteggiamenti e ingiustizie, abbiamo fatto molta strada dai disordini del 1969 e perseverando in questa lunga tradizione continuiamo a sensibilizzare, migliorare gli atteggiamenti della società e incoraggiare l’inclusività.
Negli Stati Uniti d’America questa ricorrenza è particolarmente sentita e celebrata in numerosi angoli del Paese.
Come lo stesso Presidente Americano Biden ha dichiarato recentemente, oggi i diritti degli americani LGBTQI+ sono sotto attacco incessante. I membri della comunità LGBTQI+, in particolare le persone di colore e le persone trans, continuano a subire discriminazioni e sforzi persistenti e crudeli per minare i loro diritti umani. Negli Stati Uniti è stato introdotta e approvata una seria e pericolosa legislazione anti-LGBTQI+, che prende di mira i bambini transgender e i loro genitori e interferisce con il loro accesso all’assistenza sanitaria. Questi attacchi inconcepibili hanno lasciato innumerevoli famiglie LGBTQI+ nella paura e nel dolore. Tutto ciò è stato particolarmente difficile per i giovani LGBTQI+, il 45% dei quali ha seriamente considerato di tentare il suicidio nell’ultimo anno, una realtà devastante.
Il mese del Pride è cominciato, ma l’Italia non ha ancora una legge efficiente che permetta di prevenire e contrastare concretamente la discriminazione e violenza contro la comunità Lgbtqia+, misoginia e abilismo.
I dati esistenti dimostrano l’urgenza di riforme legislative: solo nel 2020 l’Osservatorio del Ministero dell’Interno per la Sicurezza Contro gli Stati Discriminatori (Oscad) ha comunicato all’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa di aver registrato 1111 crimini o discorsi d’odio. Di questi, 71 “per orientamento sessuale-identità di genere”, tra cui 1 caso di omicidio, 19 aggressioni fisiche, 28 di incitamento alla violenza; 192 “per disabilità”, di cui 1 omicidio, 44 aggressioni fisiche, 9 casi di violenza sessuale, 6 di incitamento alla violenza.
Scene di vita quotidiana di persone LGBT in Italia oggi: episodi di odio, spesso accompagnati dalla minaccia o dalla violenza vera e propria, che rimangono sotto la soglia della visibilità.
Una realtà che combacia con le informazioni che arrivano dalle varie associazioni LGBT sparse per l’Italia e che rilevano in tempo reale la situazione.
Sembra dunque essere un clima omo e transfobico quello che contraddistingue l’Italia, un Paese dove il 32% degli intervistati dall’Eurobarometro (l’ultima edizione è del 2019) si dice in “totale disaccordo” con la frase «Gay, lesbiche, bisessuali dovrebbero avere gli stessi diritti degli eterosessuali», contro una media del 24% dell’Unione Europea.
La maggior parte dei Paesi membri dell’Unione Europea ha una legislazione che estende i crimini d’odio all’omotransfobia. Se l’Unione Europea ha iniziato a parlarne già dagli anni 2000, è stato nel 2010 che il comitato dei ministri ha espresso la prima raccomandazione che chiedeva di adottare misure legislative per il contrasto ai crimini d’odio a causa sia “dell’orientamento sessuale” che “dell’identità di genere”.
L’Italia però sta ancora aspettando. Attualmente il nostro Paese non ha legiferato in materia, insieme ad altri 7 Paesi tra cui Bulgaria e Repubblica Ceca.
È importante ricordare che il concetto di identità di genere, non solo era già nella raccomandazione dell’Unione Europea del 2010, ma è anche nella Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne ratificata dal Parlamento italiano nel 2013 ove si parla esplicitamente di tutela delle vittime dalle discriminazioni sulla base, tra le altre cose, di sesso e identità di genere.
Questo mese è dunque importante per ricordarci quanta strada sia stata percorsa fino ad oggi e quanti ostacoli siano stati superati; ma il mese del Pride ci dimostra soprattutto che non c’è libertà fino a quando tutte le persone si possono sentire veramente libere di essere chi desiderano essere, senza ripercussioni o conseguenze. Il mese del Pride è l’esempio di quanti passi debbano essere ancora percorsi, scritti e accettati.