Il mio Disability Pride
di Filippo Cinquemani
Quante volte vi è capitato di vedere più di 100 persone muoversi insieme per la città con carrozzine,
deambulatori, bastoni e altri ausili?
Questo è avvenuto proprio domenica scorsa a Milano. Alle 14 in Piazza Garibaldi, persone con svariati tipi di disabilità e anche sostenitori si sono ritrovati per dare avvio al primo Disability Pride di Milano, Il corteo è partito, proprio da Garibaldi alle 15 circa ed è arrivato fino all’Arco della Pace.
Il sottoscritto era tra i presenti e vi assicuro che viverlo è emozionante, anzi commuovente.
Sono rimasto colpito dalla massiccia presenza di persone LGBTQ+ all’evento. Ad essere sinceri, il giorno precedente c’era stato il Pride, che è durato fino alle tre di notte, Alcune persone LGBTQ+ hanno addirittura disertato il Pride e sono venuti, invece, al Disability Pride.
Che dire: ho veramente sentito un forte senso di fratellanza e di calore. In queste situazioni è più facile avvicinarsi agli sconosciuti, perchè anche loro, sembrano “di famiglia”. Scendere in piazza con unità d’intenti ci rende davvero una grande famiglia.
Scrivo questo articolo proprio per ringraziare tutti gli appartenenti a questa grande comunità.
Ringrazio prima di tutto Andrey Chalkin di Abbatti le barriere, senza la sua grinta e il suo impegno
non sarebbe stato possibile un evento così bello. Grazie davvero “bro”. Ringrazio anche Martina, Anna, Walter, Barbara, Riccardo, Andrea, Chiara, Carmelo, Lucia, Alain e ne dimentico un po’…
Grazie a voi perchè con le vostre parole, i vostri sorrisi, le vostre battute, insomma la vostra presenza avete reso il 3 luglio 2022 una giornata indimenticabile per me. Molti sono vecchie amicizie o conoscenze altri invece no. Ho, forse, sbagliato a non chiedere i contatti social a coloro che ho incontrato per la prima volta o forse no. Mi sono goduto le vostre parole e i vostri visi nel presente, senza pensare se in futuro vi rivedrò. Già così mi avete fatto bene al cuore e ispirato con i vostri racconti di vita.
Questa volta non ho voluto esprimere l’importanza di una manifestazione come questo Pride, l’importanza che può avere la disabilità per le persone con disabilità.
Vi ho aperto il cuore per farvi capire quanto possono farci bene come singoli individui le lotte comuni, la “cosiddetta” militanza. A volte non sempre si ottengono i risultati sperati, sembra di lottare invano. Spesso però ci si dimentica quanto umanamente ci portiamo a casa: le storie, i ricordi, le amicizie e molto altro. Forse è questo, più di tutto il resto, che per me vuol dire ATTIVISMO.